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“Castrese De Rosa, paladino dell'antimafia, criticato in Consiglio comunale. E Metastasi?”

Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente ‘Ilaria Alpi’, va contro le dichiarazioni sentite durante la seduta del 26 aprile

La nascita della commissione antimafia si è portata dietro un po' di polemiche. Con l'approvazione del Consiglio comunale di Lecco avvenuta lo scorso 26 aprile, è stato infatti messo nero su bianco che prenderà vita la commissione speciale. Una presa d'atto doverosa a livello istituzionale, viste le tante interdittive antimafia piovute su varie realtà imprenditoriali del territorio con il prefetto Michele Formiglio prima e il successore Castrese De Rosa poi. E proprio la figura dell'ex prefetto De Rosa, oggi a Ravenna, è stata tirata in ballo da vari consiglieri, che hanno spiegato a più riprese come “non esista una connivenza” tra la società sana e quella intaccata dalla 'ndrangheta. Parole pronunciate per smentire quanto scritto da De Rosa nella relazione presentata alla Direzione investigativa antimafia qualche settimana fa.

“Nessuno ha parlato di Metastasi”

E a fianco dell'ex prefetto ora si schiera anche Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente ‘Ilaria Alpi’, che definisce De Rosa un “paladino dell'antimafia”, mentre la seduta del Consiglio di cui sopra viene etichettata come “paradossale”: “Alcuni consiglieri e, in parte, anche lo stesso sindaco non hanno lesinato critiche rivolte all’ex prefetto, sotto accusa per aver infangato il buon nome di Lecco”. “Noi, come associazione riteniamo invece che sotto accusa debbano finire i mafiosi e non le azioni dell’ex prefetto che, durante il suo mandato nel Lecchese, ha emanato numerose interdittive antimafia - più di 20, se comprendiamo anche quelle emanate dal precedente prefetto Michele Formiglio - facendo raggiungere di fatto alla provincia di Lecco un record nazionale. Con tali atti la Prefettura ha voluto colpire altrettante società infiltrate o comunque vicine agli ambienti mafiosi. Vieppiù, le interdittive sono state confermate nei vari gradi di giudizio e, pertanto, assolutamente fondate. Così come fondati ci sembrano i contenuti della relazione inviata da De Rosa alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, in cui si afferma tra l’altro che a Lecco e provincia si è sviluppata ‘una tacita e remissiva acquiescenza al fenomeno criminale e ai suoi referenti’”.

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Secondo Fumagalli “la politica, anziché criticare chi si è fatto paladino della lotta antimafia, dovrebbe rivolgere le proprie invettive contro gli esponenti mafiosi e contro le dinamiche che, nei decenni, sono giunte ad intaccare le stesse Istituzioni pubbliche del territorio, come dimostrato ad esempio dall'inchiesta Metastasi, paradossalmente ignorata dal dibattito in consiglio. Lecco e il suo territorio, piuttosto che indignarsi per i contenuti dei rapporti antimafia, devono far fronte comune contro la criminalità organizzata, facendo terra bruciata contro le mafie e contro i mafiosi”.

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