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«Pericolanti»: abbattuti sette alberi sul Lungolario Isonzo

Rispettata l'ordinanza del sindaco dopo la relazione dell'agronomo che indica la "propensione al cedimento" delle piante, un olmo, due ippocastani e quattro platani

Prosegue l'abbattimento degli alberi sul Lungolario Isonzo a Lecco. Un'operazione-lampo varata dal sindaco Brivio con ordinanza (la n° 49 del 20 agosto 2018), nella quale si impone il taglio di sette piante giudicate pericolose per l'incolumità pubblica dopo le valutazioni richieste all'agronomo Ambrogio Cantù «che evidenzia - si legge nel provvedimento - i gravi difetti delle essenze rientranti nella classe "D" di propensione al cedimento (D=classe estrema, con anomalie tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero sia ormai esaurito e quindi debba essere abbattuto), consigliandone l'abbattimento.

Si tratta di un olmo e due ippocastani prossimi alla strada e quattro platani nell'area del parco giochi.

Nella relazione dell'agronomo sono segnalati gravi difetti ai tronchi e al castello dei quattro platani e dei due ippocastani, «lievi difetti alla base e modesti sulla branche all'altezza della cavità» per l'olmo. Per un platano, secondo Cantù, l'abbattimento è "necessario", per gli altri consigliato mentre per i due ippocastani è "prescritto".

Alberi abbattuti sul Lungolario Isonzo

Il M5S: «Gli alberi potevano essere salvati?»

Sulla vicenda è intervenuto il Movimento 5 Stelle Lecco con un comunicato ufficiale, che riportiamo.

«Constatiamo e denunciamo l’ennesima forzatura dell'Amministrazione che, ad attività Consiliari sospese, si porta avanti... Apprendiamo oggi dai media di questa decisione, pare dettata da un'improrogabile necessità e urgenza (seguita infatti da un'ordinanza di abbattimento istantanea, fulminea!) senza peraltro che il nostro consigliere abbia mai ricevuto copia di questa perizia e senza essere mai stati relazionati nel merito.

Sottolineiamo ancora una volta la necessità di questa giunta di voler sfuggire al confronto democratico per l'incapacità di difendere le sue idee (o forse è la paura che qualche "amico" possa farle lo sgambetto?).

Semplicemente inaccettabile questo modo di procedere, metteremo in atto tutto quanto è nelle nostre facoltà per arginare quanto possibile al danno fatto e siamo disponibili al confronto pubblico con chi, come noi, poteva vedere una diversa soluzione alla questione.

Ci domandiamo quali accorgimenti l'Amministrazione abbia messo in atto nel corso degli anni per scongiurare l'abbattimento, quali interventi curativi e manutentivi abbia eseguito al di là della passiva osservazione. Gli alberi potevano essere salvati?»

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