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Cfpa Casargo, l'ex maitre: “Non è più l'eccellenza della Valsassina”

Elena Cavatorta ha lavorato per anni all'interno dell'Istituto valsassinese, lasciando l'incarico qualche anno fa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Ho lavorato al Cfpa di Casargo per molti anni e ho avuto la fortuna di partecipare insieme a due Cda con Presidenza per 6 anni prima di Silverij e 3 anni di Marcelli alla rinascita, crescita della scuola fino a vederla arrivare all’apice dell’eccellenza.

Assistere ora allo scempio perpetrato da 5 anni a questa parte, il degrado, le continue lamentele d'insoddisfazione è un duro colpo per chi come me ha amato e ama profondamente la scuola, lasciata perché stanca di un sistema malato.

Dire “insegno a Casargo” a quei tempi era un onore, un motivo di vanto. Lavoravo con colleghi di cucina guidati da un vero professionista del settore, Ciro Vitiello; noi del personale di sala avevamo a capo un veterano del Hotelleriè, Attilio Carlone, Rosato Stefano, ed io la Maitre; in seguito si è aggiunto Iannace Pellegrino Iannace. Sono, comunque, tutti professionisti del settore e non solo a parole.

Noi tutti, insieme ai Cda e agli insegnanti teorici (ricordo con amore Ferruccia Spandri e Angelica Tagliaferri), avevamo come obiettivo unico e imprescindibile la crescita dei ragazzi, la didattica fatta di competenze che affiancava la pratica professionale interagendo all’unisono.

Ricordo come ci tenesse il presidente Silverij quando si parlava di stage per i tirocini degli studenti nelle strutture ricettive: lui esigeva, con grande soddisfazione per noi, solo strutture alberghiere di pregio che dessero lustro e dignità ai ragazzi, prestigio alla scuola e a noi insegnanti.

Abbiamo editato due libri di settore, svolto gemellaggi in mezza Europa e in Italia per conoscere e farci conoscere: tutto ciò avveniva per dare possibilità infinite ai nostri studenti che per noi non erano numeri, ma ragazzi unici, che conoscevamo con nome e cognome; basti pensare agli open day, durante i quali affluivano centinaia di famiglie con la speranza di riuscire a iscrivere i figli o di passare le selezioni che avvenivano, visto l’elevato numero di partecipanti.

L’osservanza delle regole era fondamentale, come il rispetto docenti-famiglie; grande trasparenza, onestà intellettuale e morale. Nulla era lasciato al caso, tutto passava sotto il vigile controllo dei membri dei Cda: persone colte, brillanti, preparate, umili e, soprattutto, oneste.

Si lavorava coesi, uniti, per far si che i sogni dei ragazzi diventassero concrete realtà e ci siamo riusciti! Ma, poi, come succede anche in altri ambiti, vengono dati incarichi di gestione a persone incompetenti che della scuola non capiscono nulla e a cui nemmeno importa, se non utilizzare il ruolo assunto per seguire scopi sbagliati.

Il risultato degli ultimi anni è quello di una scuola d’eccelenza, perla della Valsassina, incappata nella discesa in un baratro fatto di debiti, dove, da quello che trapela, vandalismo, bullismo e menefreghismo sono all’ordine del giorno; non è più l’oasi felice di studio, lavoro, impegno e professionalità, ma un decadente ritrovo dove incompetenza, bramosia e avidità, la fanno da padrone, guastando e distruggendo il lavoro creato con passione, amore, fatica, tanti anni di esperienza e sacrifici.

La maitre Elena Cavatorta

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