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Un nuovo cd per il violinista mandellese Janos, a lungo sul palco con Moni Ovadia

Il musicista di origini ungheresi: «Il mondo è cambiato. Ma occorre riaffermare l'importanza dei valori della tradizione e della cultura in musica che non devono scomparire nell'interesse anche delle generazioni future»

Nel 1998 aveva registrato negli studi di Etnofon-Zaki di Budapest, sua città natale, un cd dal titolo “Violino solo” dedicandolo a Moni Ovadia, l'attore con cui ha suonato accompagnandolo negli spettacoli teatrali per ben dodici anni. Parliamo di Janos Hasur, magiaro di Buda che ebbe tra le mani il primo strumento, un violino, all'età di quattro anni. In Italia da oltre vent'anni, Janos ha trovato in Mandello del Lario la sua dimora fissa ispiratrice di musiche e divagazioni del pentagramma. Fedele al suo genere che affonda le radici nel panorama folk rivisitando i suoni della sua Ungheria, le melodie e le tradizioni di questi luoghi vibrano sulle corde del suo violino trasmettendo emozioni.

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Janos, attingendo dal suo nutrito curriculum artistico ha voluto tornare alle origini incidendo di recente un cd live nato nel corso delle partecipazioni a happening di settore come quello di “Itinerari folk” che si tiene nella città di Trento. Hasur questa volta non è solo ma attorniato, nella fusione e miscellanea di suoni, dalla sua band iniziale i Vìzönto. Un percorso artistico nato nel lontano 1975, di oltre quarant’anni che non ha mai dissolto l'amicizia e la performance musico teatrale dei loro concerti con i tour in Europa, Canada, Stati Uniti e Medio Oriente.

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Poi la svolta italiana, nata, racconta il leader del gruppo Janos Hasur «dalla conoscenza di un gruppo italiano, l'Ensamble Havadia. Colpiti dal nostro progetto musicale ne sono nate con immediatezza simpatia e amicizia. Loro, capitanati da Moni Ovadia ci invitarono a suonare alla rassegna “Cantè i'euv” nelle Langhe in Piemonte, fu una settimana di gioia indimenticabile». Emozioni della medesima entità e portata rinnovate dalla registrazione live avvenuta presso il Giardino di Santa Chiara a Trento il 2 agosto 2016 e affidato al cd “Vizönto concerto” uscito in questo 2020. Con il violinista Janos Hasur, Gèza Fabri, voce, chitarra, kobsa, tamboura. Bèla Agoston, cornamusa, clarinetti, flauti popolari, voce e percussioni. Tamòs Valyi Nagy, contrabbasso, percussioni, fisarmonica, voce.

Come ricordato da Hasur, nel booklet contenuto nel cd: «Il mondo è cambiato, la musica, il mercato, il pubblico sono cambiati, ma noi ci siamo ancora a riaffermare l'importanza dei valori della tradizione e della cultura in musica che non possono e non devono scomparire nell'interesse anche delle generazioni future».

(Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione)

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