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Il reduce Michele, 100 anni, racconta quando fu liberato: "Il giorno più bello della mia vita"

Presentato il libro "Abbiamo detto No" di Enrico Iozzelli e Susanne Wald. Tra le testimonianze quella del mandellese Zucchi, sopravvissuto all'eccidio di Cefalonia

"Abbiamo detto No" - e nella versione in tedesco "Wir haben Nein gesagt" - è il titolo del libro che ha aperto il Festival della letteratura a Mandello nella giornata del 25 aprile, festa della Liberazione. La libertà agognata, conquistata a caro prezzo dal concittadino Michele Zucchi, 100 anni compiuti lo scorso marzo presente in sala consiliare a raccontare i fatti narrati nel libro a firma di Enrico Iozzelli e Susanne Wald, autori delle testimonianze raccolte da dieci internati militari italiani nei campi nazisti del 1943-1945. Una pubblicazione di alto valore realizzata con il contributo del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale.

L'incontro in municipio a Mandello

Un momento della presentazione del libro.

Nelle pagine del libro, insieme alla preziosa testimonianza di Zucchi, anche le storie di Peppino Camelliti, Germano Cappelli, Giuseppe Cugusi, Dario Libardi, Nildo Menin, Giuseppe Monaldi, Michele Montagno, Albino Moret. Il mandellese, nato a Luzzeno il 12 marzo 1923 e chiamato alle armi nel 1942 venne inviato a Cefalonia. L'artigliere Michele Zucchi riuscì a sopravvivere all'eccidio compiuto nell'isola greca dove morirono migliaia di militari e civili per mano dei nazisti.

In sala consiliare ieri, alla presenza di un attento pubblico dalle 16.30 alle 18, con dovizia di particolari e lucida narrazione, Michele ha ripercorso quel cammino iniziato il 5 settembre 1942 e terminato il 10 marzo 1945 anno in cui potè finalmente scrivere la parola fine al nefasto passato con le parole "Mi hanno liberato per sempre”, da lui definito "Il giorno più bello della mia vita". Il libro curato nella sua edizione da Comites Hannover è disponibile gratuitamente presso la struttura dell'assessorato alla Cultura, previo contatto con la referente Doriana Pachera. (Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione).

Il pubblico presente all'incontro con il reduce Zucchi.

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