rotate-mobile
Le novità

La Lombardia vuole mettere mano alla maternità

In Regione è stata approvata all'unanimità la Risoluzione in Commissione Attività Produttive

La strada per mettere mano alla maternità delle donne lombarde è tracciata. Martedì 27 settembre in Regione è stata approvata all'unanimità la Risoluzione in Commissione Attività Produttive. Un documento cui hanno potuto mettere mano anche le minoranze, con l'accoglimento di alcuni emendamenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico che prevedono la necessità di promuovere interventi per ridurre l’uscita dal mondo del lavoro delle neomamme, azioni di sensibilizzazione per garantire i diritti e le conquiste delle donne, la condivisione delle responsabilità di cura tra donne e uomini, la necessità di incentivi e sgravi per le imprese che assumono donne espulse dal mondo del lavoro dopo una gravidanza, l’opportunità di potenziare i Consultori.

La Commissione ha, invece, respinto l’emendamento del Movimento 5 Stelle che intendeva inserire nel testo della Risoluzione un riferimento alle “Case Rifugio” per le donne vittime di violenza. La proposta di Risoluzione sarà sottoposta al voto dell’Aula nella seduta di martedì 4 ottobre.

“La tutela e la promozione della libertà della donna e della sua totale e piena realizzazione nei diversi aspetti che comprendono l’ambito sociale, famigliare e lavorativo rappresentano un dovere per le Istituzioni pubbliche. Le donne non devono essere costrette a scegliere tra crescita professionale e maternità. La Risoluzione approvata rappresenta un fondamentale passo in avanti nella difesa dei diritti delle donne, proponendo, senza ideologie ma con estrema concretezza, misure a supporto di una effettiva parità delle donne”. Così Silvia Scurati, capogruppo della Lega in Commissione Attività Produttive e promotrice della Risoluzione dal titolo "Misure di sostegno a favore della conciliazione famiglia/lavoro e della tutela della maternità nell’ambito della valorizzazione dell’indipendenza e dei diritti della Donna", approvata all’unanimità durante la seduta della Commissione presieduta da Gianmarco Senna (Lega).

La Risoluzione sulla maternità in Lombardia

“Tra i punti fondamentali della Risoluzioni figura la programmazione di azioni e misure a favore della conciliazione famiglia/lavoro e di tutela della maternità - ha quindi aggiunto Scurati - anche attraverso incentivi economici. Incentivi che devono essere previsti per le imprese che tutelano e favoriscono la maternità (tramite misure quali asili aziendali, orario flessibile, etc…), ma anche per le lavoratrici autonome. Importante, inoltre, istituire una rete di assistenza a supporto delle neomamme, per prevenire problemi legati alla depressione post partum, o ad altre problematiche che possano mettere a rischio la salute fisica e mentale delle donne sia durante la gravidanza sia nei mesi successivi al parto”.

Scurati ha quindi chiarito che “l’obiettivo è quello di diffondere la cultura della conciliazione, nella convinzione che rappresenti uno snodo fondamentale nella nostra società, perché aspirare alla crescita professionale, ma anche alla maternità è un diritto delle donne. Le politiche di conciliazione e di welfare aziendale possono migliorare il benessere all’interno del nucleo famigliare e della comunità e sono in grado di aumentare la competitività delle imprese in quanto influenzano positivamente il clima e la performance aziendale. Ringrazio i Commissari che hanno capito lo spirito di questa iniziativa legislativa e hanno approvato la proposta di Risoluzione”.

Il documento prevede “misure di sostegno concrete e innovative in grado di informare e consentire la sperimentazione di azioni di welfare aziendale anche in realtà molto piccole che caratterizzano il tessuto produttivo del nostro territorio”. Durante la discussione sono intervenuti i Consiglieri regionali Ferdinando Alberti (M5S), Paola Bocci (PD), Giulio Gallera (Forza Italia) e Andrea Monti (Lega).

Il plauso dei Cinque Stelle

“Il fatto che Regione Lombardia si occupi di misure a sostegno della maternità, nell’ambito della valorizzazione dei diritti della donna è una buona notizia - il plauso del pentastellato Ferdinando Alberti -. Motivo per cui abbiamo votato a favorevolmente alla Risoluzione approvata in Commissione Attività Produttive. Ritengo le finalità condivisibili, anche se troppo generiche. La Lega ha provato a politicizzare anche questo atto infilandoci superflui richiami alla teoria gender e alla famiglia tradizionale. Ho spiegato, grazie anche all’appoggio della Consigliera Bocci, ai colleghi di centrodestra che stavamo parlando di diritti delle donne, di tutte le donne a prescindere dallo stereotipato concetto leghista di famiglia tradizionale. La maggioranza ha così dovuto aprire gli occhi e approvare i miei emendamenti”.

“L’obiettivo era tutelare il lavoro e la professione di tutte le donne scongiurando rischi di ritorno al passato - ha aggiunto Alberti -. Data l’importanza del tema, avremmo comunque auspicato maggiore coraggio da parte del centrodestra. Purtroppo, non sono stati approvati i miei emendamenti sul potenziamento delle case rifugio per le donne vittime di violenza, per il sostegno alle donne che desiderano completare il ciclo di studi o per aiutarle alla conversione di un titolo estero”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Lombardia vuole mettere mano alla maternità

LeccoToday è in caricamento