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Ai lecchesi è piaciuto (e tanto) il tuffo nel Medioevo

Successo di pubblico e di critica per la prima edizione del "Medfest": riscoperti cultura e valori dell'Età di Mezzo

Con lo spettacolo di Mino Manni dedicato alla riscrittura di Aldo Busi del Decamerone boccaccesco, andati in scena ieri sera a Civate presso la Casa del Pellegrino su iniziativa della Delegazione di Lecco del FAI, si è conclusa la prima edizione di MedFest, il Festival del Medioevo nel territorio di Lecco. L'iniziativa avrà in realtà un epilogo con i due spettacoli teatrali per le scuole (ma aperti anche al pubblico su prenotazione) in programma all’Auditorium della Casa dell’Economia di Lecco il 30 settembre e il 7 ottobre. Già da ora si può comunque stilare un bilancio e parlare senza dubbio di una manifestazione apprezzata da parte di pubblico e critica.

Il Medfest si è svolto dall’8 al 20 settembre con ben 15 appuntamenti tra città e territorio (Brivio, Civate, Galbiate, Introbio, Mandello Lario, Merate, Valmadrera e Varenna), coinvolgendo complessivamente quasi 2 mila spettatori. Per Ancilla Oggioni, direttrice artistica del festival, il dato più immediato è il riscontro del pubblico. "Al di là del fatto che quasi tutti gli appuntamenti sono andati esauriti in pochi giorni, si è capito che il programma non era una mera sequela di spettacoli, ma un progetto da seguire nella molteplicità delle esperienze proposte, con diversi filoni che hanno espresso l’universalismo della cultura medievale - ha sottolineato Ancilla Oggioni - Concerti, spettacoli teatrali, visite guidate, escursioni, momenti di riflessione e di festa comunitaria, hanno creato un’esperienza totalizzante nella quale le persone si sono lasciate coinvolgere anche sul piano umano. Malgrado l’estensione e la cadenza praticamente quotidiana degli appuntamenti, l’affluenza è andata crescendo: quando i posti disponibili erano esauriti, si sono create liste di attesa e molte persone si sono presentate spontaneamente sperando di trovare posto".

Secondo Angelo Rusconi, presidente di Res Musica, il successo di MedFest è dovuto a molteplici fattori. "In primo luogo, il riscontro di pubblico anche nelle proposte più “difficili” dimostra che non bisogna aver timore di puntare in alto - ha dichiarato Rusconi - Questa rassegna ci dice che c’è fame di cultura e di impegno intellettuale nella nostra comunità, anche tra i giovani. È anche evidente che il cliché che dipinge il Medioevo come epoca buia ha fatto ormai il suo tempo: la ricchezza culturale di mille anni di storia emerge in tutta la sua luce. Inoltre è stato capito il punto qualificante del progetto: la stretta integrazione fra contenitore e contenuto, fra edifici e quanto è risuonato in essi".

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"Inoltre - ha aggiunto il presidente di Res Musica - è stata fondamentale la cooperazione fra enti pubblici e privati, associazioni, aziende, e l’estensione del Festival dalla città di Lecco a un territorio che auspichiamo in futuro sempre più ampio: l’obiettivo immediato è il romanico lariano, ma è tutto lo straordinario patrimonio medievale della Lombardia a meritare un progetto complessivo, senza dimenticare gli orizzonti europei".

Non sono quindi mancati gli inviti a proseguire il Festival con nuove edizioni e le richieste di tenere viva l’informazione sulle prossime iniziative. "È nostro impegno fin da ora lavorare per una prossima edizione, cercando sempre di più la qualità e la capacità di far comunicare il mondo della ricerca con quella della divulgazione". Conclude Gerolamo Fazzini, uno dei tre promotori del Festival: "La sfida per il futuro è quella di continuare a proporre momenti artistici e culturali di qualità, ma aperti a tutti e che non si limitano agli addetti ai lavori. L’eredità del Medioevo è talmente ricca e attuale che è compito nostro evidenziarne le mille sfaccettature e riproporle oggi, utilizzando una vasta gamma di linguaggi: dall’arte alla musica, dal teatro alla cucina e via di questo passo".

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