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Sovraffollamento nutrie, Lecco si muove: vietato cibarle, pronta la sterilizzazione

In attesa del Piano di controllo e contenimento della Provincia di Lecco, il Comune punta ad arginare la colonia di Rivabella a costo zero. «Prima vie non cruente»

La problematica nutrie è sempre ben presente nelle strategie dell'Amministrazione comunale. Dopo lunghi mesi di attesa, le azioni per contenere numericamente le colonie di questi castoridi considerati "dannosi per il territorio" stanno per partire. Saranno le Province a dettare la linea, prevedendo una serie di opzioni che contemplano anche l'abbattimento.

Il Comune di Lecco nel frattempo ha emanato un'ordinanza dirigenziale (a questo collegamento il documento pubblicato in albo pretorio) che prevede il divieto, su tutto il territorio comunale, di somministrare alimenti alle nutrie.

In alcune zone del territorio di Lecco da tempo è segnalata la presenza di insediamenti di colonie, dislocate prevalentemente lungo la linea di costa del Lago di Garlate fra il ponte Azzone Visconti e la località Rivabella. Per questo motivo, al fine di limitare il fenomeno, nell'ambito di un incontro occorso venerdì in Provincia, il Comune di Lecco ha anche proposto un progetto pilota di sterilizzazione delle nutrie, che affianchi il "Piano di controllo e contenimento" che la Provincia, ente competente in materia, realizzerà in futuro.

La Regione: «Nutrie, le Province si dotino di piani di contenimento»

In attesa di partire su tutto il territorio coinvolto dalla problematica, Lecco intende muoversi in parallelo, coinvolgendo volontari anche sul fronte scientifico, come il biologo Samuele Venturini. Nel frattempo, l'ordinanza vieta di cibare le nutrie per impedire alla colonia di diventare più numerosa richiamando esemplari da altre località.

«Il fenomeno al momento è ancora sotto controllo dal punto di vista sanitario e di tutela del territorio, tuttavia - commenta Dossi - il Comune si pone l'obiettivo di contenerlo. Ad oggi abbiamo avuto rassicurazioni dalla Provincia, che è l'ente competente in materia, che è stato avviato il monitoraggio e l'iter per la redazione del piano di controllo. Per tale piano, che è ora in una fase di studio della situazione, al momento non abbiamo certezze sui tempi di azione. In questo senso, auspichiamo di poter intervenire al più presto con una sterilizzazione, in modo che il fenomeno, almeno, si contenga. Stiamo cercando di ottene tutte le autorizzazioni necessarie alla prosecuzione, ma la situazione è in divenire. Ci terrei a sottolinearlo, siamo in grado di farlo subito e a costo zero per il Comune. Sicuramente il proliferare di questo animale e la sua risalita verso nord lungo il lago è qualcosa che vogliamo evitare e per questo abbiamo emanato anche questa ordinanza dirigenziale, che vieta la somministrazione di cibarie a questi animali».

Nel Piano anche l'eventuale cattura e abbattimento

La Provincia intanto ha dato incarico a seguito del bando per elaborare il Piano. «Le opzioni sul campo sono svariate, dal monitoraggio al censimento - spiega il responsabile della Polizia provinciale Raffaella Forni - La azioni che dovremo mettere in atto sono numerose, comprese l'informazione dei Comuni coinvolti (Garlate, Olginate, Valmadrera, Lecco, Pescate, ndr) e il coordinamento dei volontari. Abbiamo sbloccato la situazione e ora si avvicina il momento di agire, ovviamente privilegiando la via non cruenta ma il Piano prevederà anche le modalità di cattura e soppressione degli animali se necessario, e dell'eventuale smaltimento delle carcasse».

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