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Liliana Cavani è il Premio Manzoni alla Carriera 2022

La consegna si terrà sabato 12 novembre all'interno della Casa dell'Economia di Lecco

Assegnato Premio Manzoni alla Carriera 2022. La scelta è ricaduta su Liliana Cavani, 89enne cineasta autrice di pellicole di grande valore quali "Il portiere di notte", "Interno berlinese" o "Francesco". La consegna del riconoscimento alla regista e sceneggiatrice emiliana avverrà sabato 12 novembre in occasione di una serata che si terrà presso l'auditorium della Casa dell'Economia di Lecco della Camera di Commercio Como-Lecco, sita in via Tonale, a partire dalle ore 21, con ingresso libero fino a esaurimento dei posti in sala. Sabato 29 ottobre, invece, si terrà la premiazione del Premio Manzoni al romanzo storico.

Il Premio Letterario Manzoni – Città di Lecco, organizzato dal'associazione 50&Più Lecco presieduta Eugenio Milani, vede la collaborazione del Comune di Lecco e del Centro Studi Manzoniani, oltre che di Assocultura Confcommercio Lecco; a questa edizione del Premio alla Carriera collabora anche Ente Fondazione dello Spettacolo. Main sponsor del Premio, assegnato a partire dal 2008, è Acinque, erede di Acsm Agam e compagnia. Il Premio Manzoni alla Carriera, istituito per la prima volta nel 2008, è attribuito ad una importante e prestigiosa personalità che "ha in modo visibile perseguito e rappresentato ideali di alto impegno culturale e civile". Nell'ultima edizione del 2021 il riconoscimento è stato assegnato allo scrittore e accademico triestino Claudio Magris con la seguente motivazione: "La scrittura che si fa sempre manzonianamente testimonianza del dovere morale della 'responsabilità'".

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Prima di Liliana Cavani e di Claudio Magris il Premio alla Carriera è stato conferito a: Umberto Eco (2008), Ermanno Olmi (2009), Luca Ronconi (2010), Mario Botta (2011). Emanuele Severino (2012), Paolo Conte (2013), Giulia Maria Mozzoni Crespi (2014), Luis Sepulveda (2015), Dacia Maraini (2016), Valerio Massimo Manfredi (2017), Fabrizio De André (2018; alla memoria), Carlo Lucarelli (2019).

Premio Manzoni alla carriera a Liliana Cavani

“La fascetta del Premio Manzoni ormai fa vendere di più, segnale tangibile di come sia diventato un riconoscimento importante - ha ricordato Antonio Peccati, presidente di Assocultura e Confcommercio Lecco -. È diventata un’occasione d’incontro anche per la nostra città, che può trovarsi faccia a faccia con i grandi protagonisti della letteratura moderna. È un regalo che questa città si merita di ricevere, che possiamo fare grazie agli sforzi di tutti. La cultura in questo momento è importante per il territorio, viste le difficoltà che ci pervadono”.

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“Se guardiamo l’albo d’oro della manifestazione, iniziata nel 2009, notiamo che sono poche le figure femminili presenti. Quest’anno cambiamo il trend con Liliana Cavani, che proviene da una formazione laica ma è stata folgorata dalla figura di San Francesco per la sua capacità d’interpretare il concetto di fratellanza espresso dal Vangelo”, ha quindi rammentato Eugenio Milani, presidente dell’associazione 50&Più Confcommercio Lecco.

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“Lo scopo è quello di diffondere la cultura manzoniana ma non solo, dato che portiamo in città profili di spessore nazionale e internazionali per momenti di dibattito e accrescimento culturale. Quest’anno la bellezza è duplice: oltre al valore culturale s’inserisce lo spessore di Liliana Cavani, voce al femminile che dà una visione diversa e permette d’installare un sentimento di dialogo e condivisione”, ha precisato Simona Piazza, vicesindaco e assessore comunale alla cultura.

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“Noi siamo lieti di poter essere nuovamente main sponsor dell’iniziativa, importante per tanti motivi. I complimenti vanno a chi ha proposto il nome di Liliana Cavani alla giuria tecnica: il Premio Manzoni alla carriera rende onore a chi lo riceve ma anche a chi lo assegna perché un modo alternativo per rendere grazie a chi ha lasciato un segno dentro la comunità. In un momento in cui siamo avari di riconoscenza, l’assegnazione è di buonsenso: non è un caso che a questo tavolo sieda Simona Piazza, il più alto rappresentante della cultura lecchese a livello istituzionale”, ha fatto notare Giuseppe Borgonovo, presidente di Acinque.

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“Non abbiamo tanto bisogno di fare iniziative, ma di aver dei progetti originali che sappiano mettere in mostra degli aspetti molto alti e precisi. Premio Manzoni, Leggermente… L’identità è questa - ha posto l'accento monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco e presidente di Fondazione Ente dello Spettacolo -. È raro che al mondo del cinema venga data tale dignità culturale: questo premio ha assunto grande importanza a livello nazionale, che ci si apra a personaggi come Liliana Cavani fa veramente onore perché lo merita ampiamente. Con lei ho un legame particolare: siamo amici, ci conosciamo grazie all’assegnazione del Premio Bresson dato per conto della Santa Sede. È donna di cultura e studiosa, che ha lavorato a tanti livelli mantenendo un’identità molto precisa: il suo primo Francesco fatto per la televisione è probabilmente l’opera più alta della sua cinematografia, che parte dalla sua posizione culturale molto precisa, che nasce dal sacro nonostante si professi non credente. Interroga il sacro dalla sua posizione ben precisa, dentro i contrasti ha spaziato per dare il massimo della sua opera”.

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Verrà a Lecco lasciando il set basato sul libro "Sette brevi lezioni di fisica" di Carlo Rovelli: “Per un regista farlo è un evento eccezionale, costano sempre di più e bisogna lavorare sempre, anche perchè il Covid lo rende blindato. Fa uno strappo alla regola cinematografica perchè ha capito l’importanza del Premio Manzoni”.

Liliana Cavani: biografia e carriera

Liliana Cavani nasce a Carpi (Modena) il 12 gennaio 1933. Laureatasi in Lettere Antiche all'Università di Bologna, decide di spostarti poi a Roma, per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia. Solo tre anni dopo la fine degli studi, nel 1965, arriva alla Rai, dopo aver vinto un concorso per dirigenti ma preferisce dedicarsi alla regia. Realizza per la Rai una serie di documentari sulla Storia del Terzo Reich, sull'età di Stalin, sulle donne nel periodo della Resistenza. L'anno successivo dirige il suo primo film, "Francesco d'Assisi" con Lou Castel nei panni del Santo. Dedita alla ricerca storica e biografica, la Cavani passa al conflitto scienza e religione e alla storia di Galileo nel 1968. Tra le sue opere arrivano poi nell974 "Il portiere di notte", che la fa diventare famosa in tutto il mondo, e tre anni dopo, "Al di là del bene e del male". Negli anni Ottanta dirige pellicole quali "La pelle" con Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni e Burt Lancaster; "Oltre la porta" con Tom Berenger e Michel Piccoli; "Interno berlinese"; "Francesco" con Mickey Rourke. Dopo una parentesi teatrale, nel 2002 torna a dedicarsi al cinema, con "Il gioco di Ripley" interpretato da John Malkovich, cui fanno seguito la fiction dedicata a De Gasperi e i film "Einstein" e "Mammuth".

La regista - insignita nel 2012 del David di Donatello alla Carriera - è in queste settimane sul set per le riprese di "L'ordine del tempo", il nuovo film tratto dall'omonimo libro dello scienziato Carlo Rovelli: nel cast anche Alessandro Gassmann, Claudia Gerini e Edoardo Leo.

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