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Aumenti e indagini

Fine dello sconto, prezzi alti per benzina e gasolio. Indagano Finanza e Procura

Scaduto lo sconto operato dal Governo Draghi, la misura non è stata replicata dal Governo Meloni. Si torna vicini (o sopra) i due euro al litro

Gasolio e benzina vicini o sopra i due euro al litro. Anche nel Lecchese l'arrivo del 2023 ha portato l'aumento dei costi legati ai carburanti: lo testimonia l'Osservatorio dei prezzi messo a punto ormai da anni dal Ministro dello Sviluppo Economico, diventato una cartina di tornasole per analizzare l'evoluzione dei prezzi al litro operati nel nostro territorio. Come analizzato dai colleghi di Today.it, la benzina in modalità self viaggia abbondantemente sopra quota 1,8 euro al litro, mentre il gasolio al servito ha sfondato la soglia psicologica dei 2 euro, arrivando a 2,5 euro al litro in autostrada. Il mancato rinnovo al taglio delle accise da parte del governo Meloni non solo ha fatto schizzare al rialzo i prezzi alla pompa, ma ha riportato l'Italia tra i paesi più cari d'Europa sul fronte dei carburanti. Ecco perché ora il governo intensifica i controlli anti speculazioni sui prezzi dei carburanti nei distributori, dando mandato alla guardia di finanza di monitorare la situazione, in seguito ai rincari scattati dopo lo stop degli sconti sulle accise. “Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c'è della speculazione in corso sui prezzi della benzina ed è bene che la finanza faccia dei controlli - ha detto il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini -. Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 euro e altri a 2,40 - ha aggiunto -. Evidentemente c'è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo”.

prezzi benzina gasolio 9 gennaio 2023

La procura di Roma, intanto, ha già avviato un'indagine sui rincari, compresi i prezzi del carburante, nell'ambito di un fascicolo aperto per individuare eventuali speculazioni. L'inchiesta è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabilità. Gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Roma. Inoltre finirà presto all'attenzione dei pm di Roma l'esposto presentato dal Codacons in ben 104 procure, in cui si chiede "di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini".

I controlli della finanza sui prezzi di benzina e diesel

Fonti del ministero dell'economia hanno fatto sapere che già nel mese di dicembre, in via preventiva, il ministro Giancarlo Giorgetti aveva dato mandato alla guardia di finanza di monitorare la situazione per evitare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti, e questa settimana verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati. Già martedì 10 gennaio il dossier potrebbe finire sul tavolo del Consiglio dei ministri per un primo esame, anche se per il momento il governo non sembra intenzionato a fare marcia indietro sul taglio delle accise. Non a caso nei giorni scorsi il ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha chiarito che con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, un eventuale sforamento dei 2 euro è dovuto solo a "speculazione", e che il governo è pronto ad intervenire se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere “in modo stabile e significativo”.

Anche il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha chiesto “nelle scorse settimane a Mister prezzi un costante monitoraggio con la collaborazione della guardia di finanza per realizzare un modello di controllo più efficiente ed evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione, come sembra siano emersi in alcuni casi eclatanti e non giustificabili in questi giorni”. Intanto sono insorte le associazioni dei consumatori e Urso ha annunciato che questa settimana le riunirà per un confronto "sugli strumenti più idonei". Il Codacons, dopo la denuncia a procure e guardia di finanza, presenterà oggi un formale esposto all'Antitrust, chiedendo di aprire una pratica "per possibile cartello anticoncorrenza" nel settore dei carburanti, e di acquisire presso tutti gli operatori della filiera la documentazione utile a capire "se siano in atto manovre speculative per far salire in modo ingiustificato i listini alla pompa". Già a marzo la procura di Roma, dopo l'improvviso aumento del prezzo del gas, dell'energia elettrica e dei carburanti, aveva aperto un procedimento per verificare le ragioni dei rincari e individuare eventuali responsabilità.

I gestori stanno speculando?

Bruno Bearzi, presidente nazionale della Figisc-Concommercio che rappresenta insieme a Confesercenti i 22.000 impianti italiani, è sceso in campo per difendere la categoria. “Sembra che la speculazione sia dei gestori”, ha sottolineato. “Ma partiamo da un dato reale: un gestore guadagna 3,5 centesimi sul self e 5 sul servito. Questi sono i margini che ha sul prezzo di listino imposto dalla compagnia. Su questo listino l'unico spostamento è di un altro mezzo centesimo, quindi si arriverebbe a 4 centesimi sul self e a 5,5 sel servito. Mi chiedo: può essere la speculazione causa nostra? In autostrada incidono altre voci come ad esempio il costo del personale 24 ore su 24 che incide sul prezzo”, ha specificato Bearzi.

E i 2,5 euro al litro del gasolio in autostrada? “Io - continua il numero uno della Figisc-Concommercio - rappresento la viabilità ordinaria, ma basta guardare le medie e sono tutte sotto i 2 euro. Quindi non c'è speculazione. L'aumento dipende dalla decisione di cancellare lo sconto complessivo di 25 centesimi + Iva (30,5)”. Ma ci può essere chi fa il furbo? “Siamo 22mila, non lo voglio escludere ma non è con 4 centesimi che si fa speculazione. Ma è più facile andare alla fine della filiera invece di entrare nella stanza dei bottoni di chi decide il prezzo. Si cerca sempre un capro espiatorio. Io sono un gestore, aggiorno il listino quando la compagnia manda i prezzi”.

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