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Il Comune punta sull'oro blu: tre studi per rigenerare Caldone, Gerenzone e Bione

Pronti i tre studi di riqualificazione dei torrenti

Il 20 febbraio 2021 venne presentato il Masterplan strategico di Lecco. Poco meno di un anno dopo, la rigenerazione urbana parte dai fiumi con i tre studi di riqualificazione dei torrenti Caldone, Gerenzone e Bione affidati rispettivamente agli architetti Zuanier (Zuanier Associati), Montanelli (ar.de.a.) e Kipar (LAND). I tre progetti di pre-fattibilità, in oggetto della Commissione consiliare del 3 febbraio, mirano a rigenerare quei ‘raggi blu’ attorno ai quali rifioriranno nuove aree e nuovi modi di vivere Lecco. Almeno nelle intenzioni del Comune di Lecco.

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Caldone, Gerenzone e Bione: gli studi

La riqualificazione del torrente Caldone (studio Zuanier Associati) ridisegnerà la vocazione naturalistico-ambientale del fiume, l’attrattività turistica, la ciclabilità e la vivibilità per i cittadini di Lecco, da Bonacina alla Canottieri. Particolari focus riguardano il tratto finale del fiume, con l’ipotesi di una nuova area ciclo-pedonale in viale Dante affiancata da una roggia, la valorizzazione degli itinerari manzoniani e, risalendo lungo i torrenti, la creazione di nuovi orti urbani nella zona di via Lusciana e via Ca Bagaglio.

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Per il Gerenzone (studio ar.de.a.) la parola chiave è valorizzazione del patrimonio storico e dell’archeologia industriale. Con questo studio, infatti, il torrente diventa “motore di energia positiva” per i rioni e occasione di sviluppo urbano negli Ambiti di trasformazione urbana e nelle aree dismesse. Allo stesso tempo si ricreano degli spazi per riconnettersi con la natura e occasioni di rivalorizzazione dei centri rionali.

Infine la proposta per il fiume Bione (studio LAND), un percorso sportivo tra il lago e le montagne con tre focus: Germanedo, Belledo, foce. La rigenerazione del torrente prevede nuovi spazi per giocare e imparare con l’acqua, la riscoperta di affacci sul fiume, la rinaturalizzazione dell’Oasi del Bione che porteranno a 3 km di parco lineare, 2.5 km di sponde rinaturalizzate e a 7.5 km di percorsi ciclopedonali in connessione con il territorio. Uno studio culturale e naturalistico che restituisce spazio all’acqua in modo innovativo.

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“Lecco 2030”

“La riqualificazione dei ‘raggi verdi.blu’ sviluppa concretamente quella Lecco 2030 presentata con il Masterplan di Andreas Kipar - ha spiegato il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni -. Investire sulle aste fluviali vuol dire riscoprire il DNA industriale di Lecco, valorizzare quel patrimonio storico e culturale dei suoi rioni, unire lago, città e montagne attraverso percorsi sicuri che intersecano i parchi cittadini (“raggi verdi”), recuperare spazi per attività quotidiane. Il nostro compito ora è recuperare le risorse necessarie intercettando le occasioni che i bandi europei, nazionali e regionali offriranno”.

“Il Masterplan del verde, con strategie di medio e lungo periodo, ha definito il sistema idrico minore dei nostri tre fiumi come l’ambito di riferimento su cui progettare “un abaco” di interventi in materia di verde pubblico - ha aggiunto l’assessore all’ambiente del Comune di Lecco Renata Zuffi -. La riqualificazione e la rinaturalizzazione dei fiumi diventano occasione in ambito urbano di ridisegnare una connessione ecologica tra lago e montagne, di ripensare la mobilità sostenibile ciclopedonale. La presenza di ex-manufatti industriali e di opere idrauliche lungofiume, inoltre, porta al recupero di un patrimonio di grande valore storico e identitario”.

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