rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il progetto / Valmadrerese e Riviera Ovest / Via Alessandro Manzoni, 5

Civate: al lavoro per una Basilica di San Pietro più bella. Avanza la candidatura Unesco

Gli scavi, iniziati appena dopo Pasqua, hanno rivelato della antiche mura. Alla Casa del Pellegrino nascerà un percorso in realtà virtuale

La storia non smette mai di rivelarsi. E non è un caso che per la Basilica di San Pietro al Monte si prosegua con il suo percorso per farlo diventare patrimonio dell'umanità dell'Unesco e parallelamente si lavori per migliorarne la fruibilità. Il prossimo obiettivo è quello di rendere fruibili al pubblico anche gli spazi scoperti durante gli scavi portati a termine svariati anni fa dal dottor Brogiolo, attualmente utilizzati come deposito per gli attrezzi che sono necessari per eseguire la manutenzione. L'obiettivo, quindi, è diventato quello di recuperare e valorizzare questi ambienti antichi per inserirli in nuovi percorsi di visita e ambienti per delle mostre temporanee. Per farlo sarà necessario ricollocare in un nuovo magazzino ipogeo - ovvero sotterraneo - da 58 metri quadri i materiali e le attrezzature, passando poi per il riordino delle medesime aule.

San Pietro al Monte: il progetto per ridare vita ai vecchi scavi

Parliamo di un'area che ogni anno riceve circa 100mila persone, 30mila delle quali chiedono di poter usufruire della visita guidata che viene svolta da 60 guide volontarie. E nel progetto è prevista anche l'installazione di un impianto a led nella Basilica dotato di domotica e l'illuminazione del pronao. In sviluppo anche un progetto con la Casa del Pellegrino - che farà da base - per permettere anche a chi non può salire di visitare la Basilica grazie allo sfruttamento della realtà aumentata: in questo caso siamo all’ultimo step grazie alla collaborazione con l’Istituto dei ciechi di Milano.

Infine, un parcheggio da circa 80 posti auto sarà realizzato all'interno dell'area ex Black&Decker.

San Pietro al Monte: vengono alla luce vecchie mura

Partiamo dalle cifre: servono 161.335,13 euro per completare l'opera, di cui 80.500 già messi da Fondazione Cariplo. Per la restante parte spetterà all'associazione Amici di San Pietro al Monte recuperare il denaro necessario: il contenitore scelto è quello della Fondazione Comunitaria del Lecchese, che ha messo a disposizione il proprio conto

IBAN: IT28Z0306909606100000003286
Causale: Fondo comunità Civate - San Pietro
Dati: nome, indirizzo e codice fiscale

Poco dopo Pasqua sono iniziati gli scavi per il magazzino, che hanno riportato alla luce delle vecchie mura non scoperte durante il sopralluogo eseguito nel 2017 dalla Sap. Ora è in corso la fase di studio per capirne la natura - potrebbe essere anche una torre di avvistamento separata - e i lavori sono stati sospesi. Su richiesta della Soprintendenza sono stati eseguiti dei rilievi con uno scanner laser montato su un drone ed è stata portata a termine un’indagine con un georadar che ha permesso d’individuare altri muri: fino allo sviluppo degli studi non si potrà proseguire, ma la speranza è che possa bastare lo spostamento di qualche metro del magazzino per andare avanti senza un aumento esorbitante della cifra necessaria per arrivare fino alla fine dei lavori.L’idea è quella di tenere la stessa struttura, ruotarla e spostarla a monte di qualche metro.

Tutto parte da un desiderio nato nel 2007 da don Vincenzo Gatti e poi fermato dall’Arpa: “Di questo progetto se ne parla da anni e vuole ottimizzare l’utilizzo degli spazi e dell’illuminazione della Basilica di San Pietro al Monte. Per trovare il 50% dei fondi mancanti abbiamo deciso di coinvolgere la Fondazione Comunitaria del Lecchese, che si presta a fare da contenitore per eventuali donazioni”. “Penso che quest’opera si farà”, ha spiegato con ottimismo il sindaco di Civate, Angelo Isella. La candidatura Unesco non è nel dimenticatoio, anzi: “Parliamo sicuramente di un bene di rilevanza internazionale che merita continui lavori di conservazione. Bello che un bel gruppo di giovani abbia iniziato a dare una mano”.

“Custodire un bene non è mai semplicemente fare pulizia dei muri - ha quindi spiegato don Gianni De Micheli -. Questa realtà è ancora viva e parla, il tesoro da custodire è il permettere di interrogarsi sull’esistenza di Dio semplicemente guardando le opere che sono contenute. Lì respira l’animo. Visitiamo un luogo vivo, che parla dell’incontro ancora possibile con Dio: fino a quando saremo capaci, avremo un bagaglio inestimabile”. Il progetto “va nella direzione di permettere alle guide che accompagnano le persone nella Basilica di avere una visibilità migliore di stucchi e affreschi. Vogliamo rendere sempre più possibile questo incontro”.

Don Umberto Bordoni, responsabile scuola della Formazione Beato Angelico e promotore del progetto, ha aggiunto come si sentano “direttamente responsabili di questo luogo ispirato che permette di capire cosa sia l’arte cristiana. Lì si vive un’esperienza di pacificazione”. “La fondazione dell’associazione degli Amici di San Pietro e l’acquisto dei terreni intorno alla Basilica sono due intuizioni geniali di don Vicenzo Gatti: è stato creato un modello di gestione del sito ed è stata evitata una speculazione che a quei tempi era fin troppo facile”. In questo momento storico “sta aumentando in maniera impressionante il flusso turistico e i luoghi culturali stanno avendo un grande successo: le opere messe in atto sono valide e siamo contenti di poter contribuire”.

Il progetto per la Basilica di San Pietro al Monte

Serafino Castagna, rappresentante della presidenza dell’associazione Amici di San Pietro, ha illustrato gli interventi e aggiunto che “dalla fine di luglio 2022 ho seguito la stesura della documentazione relativa al progetto. A don Vincenzo Gatti va detto grazie per averci fatto apprezzare la cultura dell’arte”. L’intervento “darà lustro a un luogo che gode già di fama mondiale”, questo è “un primo step necessario verso la messa in funzione e l’uso dei nuovi locali”.

Parola, quindi, all'architetto Roberto Spreafico, progettista delle opere: “Le scoperte che si fanno durante i lavori arricchiscono le ancora limitate conoscenze, che mostrano ancora di più le radici di questo complesso. Il progetto permetterà di recuperare l’area in cui sono presenti attrezzature e ponteggi usati per i precedenti restauri, dove sono presenti archi antichi e risalenti all’età romanica; una volta ripulito dovremmo rivedere le aree scoperte durante gli scavi portati a termine dal dottor Brogiolo, che ha trovato solo tre metri quadri di spazio intatto”.

La Basilica di San Pietro al Monte patrimonio dell'umanità

“In questo progetto è tutto è comunitario - ha commentato Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese -. Io sono colpita da questa Basilica, che ti attira parecchio anche semplicemente passando per la Statale 36: è viva, un luogo di memoria che dobbiamo sempre ricordarci. Cos’abbiamo davanti agli occhi? Due appuntamenti del 23 maggio - con Caruso - e del 31 maggio - da confermare - con il Ministero della Cultura che riceverà tutti gli enti presenti nella candidatura a patrimonio dell’Unesco dei luoghi benedettini sparsi per l’Italia: noi, come Fondazione, siamo garanti di questa cordata. Dopo questi incontri sarà costituito un comitato di pilotaggio”. La strada è tracciata.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Civate: al lavoro per una Basilica di San Pietro più bella. Avanza la candidatura Unesco

LeccoToday è in caricamento