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Il progetto / Centro storico / Lungolario Isonzo

Niente piscina sul lago, via i parcheggi, c'è la ciclopedonale: il nuovo lungolago di Lecco

L'intervento sarà diverso rispetto a quanto pensato in origine e costerà dieci milioni di euro: “Non è una manutenzione straordinaria”

Dieci milioni di euro per "Tutti al Lago", il progetto per rifare il waterfront di Lecco. 6,7 milioni arrivano dal bando Pnrr per la rigenerazione urbana, 2,3 li mette il Comune, 1 milione viene sborsato da Regione Lombardia: il progetto definitivo è stato redatto da Studio Viganò - vincitore del concorso d'idee -, Alpina Spa, Nexteco srl, Systematica srl e Ferrara Palladino lightscape. Progetto sicuramente diverso rispetto a quello mostrato alla cittadinanza in origine: niente piscina a lago, punto più impattante dei render apparsi qualche mese fa, una linea continua che lega l'inizio delle Caviate a Rivabella; la piattaforma a lago, invece, fa parte di una sorta di secondo lotto che passa da un avviso pubblico emesso da Palazzo Bovara poco tempo fa. Via il centinaio di parcheggi che si affiancano all'attuale parte ciclopedonale. Complessivamente sarà riqualificata un'area di 70mila metri quadri: lavori in partenza a luglio 2023.

Nuovo lungolago - la relazione descrittiva

“Per investire 10 milioni di euro abbiamo fatto delle scelte che hanno il pregio di mantenere la caratterizzazione del fronte lago con un impatto sobrio e austero, ma di renderlo sobrio, fruibile e funzionale - ha presentato la seduta della Commissione I dedicata unicamente al tema -. Nella filosofia delle piattaforme, questi spazi pubblici devono avere un grande pregio estetico ma devono anche essere versatili per ospitare eventi e manifestazioni”. La scelta è stata quella di privilegiare l’asse “della percorribilità tra Imbarcadero e Tamoil, non essendoci capienza economica per la piscina galleggiante e i gradoni abbiamo puntato su un percorso omogeneo sia per la parte centrale ma prolungabile fino al parco Addio Monti di Pescarenico: in questo modo si avrà connettività con la ciclovia dei laghi”. Il progetto “è molto complesso anche per la fase di cantiere perché tocca una parte strategica della città. Siamo orgogliosi del risultato che andiamo a presentare e per questo ringrazio le professionalità che vi hanno lavorato”.

Maria Sacchi, assessore ai lavori pubblici e al patrimonio del Comune di Lecco, ha fatto un breve riepilogo delle puntate precedenti: “A marzo 2022 abbiamo deliberato di partecipare al bando 2022, a maggio abbiamo sottoscritto l’adesione. Il bando prevedeva l’obbligo di rigenerare almeno 60mila metri quadrati e questo ha portato alla rivisitazione della convenzione sottoscritta con lo Studio Viganò: venerdì sera ci ha fatto pervenire gli elaborati e martedì ve li abbiamo forniti”.

Il progetto per il nuovo lungolago di Lecco

Parola, quindi, all'architetto Simona Bodrìa per lo studio di Paola Viganò che ha avuto l'onore e onere di mettere su carta le idee del Comune: “L’intervento è molto profondo ed è stato diviso in due parti. L’area nord prevede la parte più complessa, mentre quella sud ne prevede di più leggeri ed eseguiti a livello superficiale, volti alla riqualificazione di spazi già presenti ma che hanno degli aspetti migliorabili. Il 98% degli alberi saranno conservati e c’è un problema legato all’affioramento delle radici in superficie, di conseguenza la passeggiata sarà ricostruita 15-20 centimetri sopra il livello attuale: i sanpietrini verranno tolti e riposati con posa a corrente”.

Il progetto per il nuovo lungolago di Lecco

A fianco della passeggiata sarò realizzata la ciclopedonale “in calcestruzzo colato per tutti i mezzi che hanno le ruote, banalmente anche un turista con la valigia. Presenti anche degli elementi sopraelevati in granito serizzo Antigorio sugli attraversamenti e dedicati all’attraversamento pedonale. Il collegamento città-lago sarà maggiormente traversale, raggiungendo così uno degli obiettivi dichiarati”. Tutto il tratto sarà percorribile a una velocità massima di 30 km/h: “Ci sembra importante affermare l’importanza del pedone che percorre il lungolago rispetto al flusso di autoveicoli, che è molto importante”. I lampioni e le panchine lungo la passeggiata saranno mantenute, ma ridipinte di bianco, così come saranno bianchi gli elementi di arredo in calcestruzzo che saranno realizzati vicino agli alberi. Prevista la realizzazione di un nuovo parapetto al posto di quello attuale “degradato e non a norma”, che sarà in elementi metallici.

Il caso particolare delle radici sulla curva della Malpensata, “troppo elevate”, verrà gestito con “un’ampia fascia verde per far crescere le stesse” attorniata da passeggiata pedonale e pista ciclabile. In quel punto sarà piantato un terzo filare di alberi, mentre è prevista l'installazione di quattro zone dedicate alla ricarica e alla manutenzione delle biciclette; infine, in riva Maritri delle Foibe saranno posizionate due torrette per l’allacciamento alla rete elettrica.

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Tre zone individuate per i chioschi: uno in piazza Stoppani, uno proprio in riva Martiri delle Foibe e un terzo lungo in Lungo Lario Battisti che prevederebbe un intervento sul lato a monte. Per questo motivo è stato predisposto un quaderno con le linee guida per “possibili ed eventuali gestori interessati per evitare l’apparizione di oggetti discordanti tra di loro e il contesto in cui s’inseriscono”.

L’idea dell’intervento sul verde “è quella d’introdurre un tema di colori che si alternino lungo le stagioni. Si può intervenire tra la Malpensata e piazza Stoppani”. Prevista la piantumazione di platani, la realizzazione di un prato rustico nella parte nord e uno fiorito nella parte sud. Sul fronte dei mezzi trasporto “si guarda anche alla fruizione turistica, ludica e culturale del lungolago. Prevista l’intensificazione delle fermate, con l’inserimento di una piazzola ulteriore e il riposizionamento di un’altra. All’altezza dell’Imbarcadero sarà realizzato un hub di trasporto per migliorare la qualità delle connessioni”. L’illuminazione attuale “non è necessaria per la parte ciclopedonale, quindi le teste palo dei lampioni stradali saranno sostituite con dei nuovi elementi”.

Sul Lungo Lario Isonzo l’intervento sarà comunque sostanziale “con la riduzione in una corsia in direzione Milano, ma larga comunque cinque metri, recuperando uno spazio significativo per realizzare la connettività della pista ciclopedonale”. Nella parte sud si lavorerà “per cambiare la percezione dello spazio, attualmente abbastanza discontinuo fra tratti ciclopedonali ben disegnati e altri meno leggibili. Si lavorerà sulla ridefinizione degli spazi attualmente presenti con l’istituzione di alcune strade ciclabili in cui il mezzo leggero è prioritario rispetto all’auto e non può essere superato. Parliamo di zone già a 30 km/h, quindi proponiamo interventi di aggiustamento e di messa a sistema di alcuni spazi già previsti”.

Il lungo dibattito: “È manutenzione”

Corrado Valsecchi (Appello per Lecco): “Bisognerà cambiare la denominazione di questo progetto, che mi sembra più una manutenzione straordinaria del lungolago e per questo è realizzabile, oltreché condivisibile. Il problema di fondo è che questi interventi di modifica strutturale dei concorsi d’idee, molto diversi rispetto a quanto presentato nel Masterplan, devono essere vagliati sotto il profilo della tenuta tecnico-economica. Va valutata la compatibilità del progetto è analoga ed equivalente rispetto agli atti deliberativi fatti in occasione del concorso: se non lo fosse, il rischio è che qualche partecipante presenti un ricorso e produca una sospensione, se non un danno, nei confronti della procedura adottata dal Comune. Mi sembra che sia stata snaturata l’idea originaria, quindi bisognerebbe indagare questo aspetto. Una iattura del genere non possiamo permettercela, luglio è dopodomani”. Rispetto al progetto di allora “sono state tolte delle cose innovative, ma dall’altra parte apprezzo che s’intervenga sul nuovo piano del traffico sul lungolago. Tema piante: siamo certi che questo sollevamento della pavimentazione fra venti-trent’anni non daranno altrettanti grattacapi? Non mi piace, invece, la griglia attorno ai platani perché procurano sempre grandi guai a chi deve pulire le strade”.

Antonio Pattarini (Partito Democratico): “Non usare acciaio inox è una scelta precisa? Sarebbe di continuità con il ponte Kennedy e si sposerebbe bene con le zone dei chioschi. Ritengo pericoloso il rialzo di 20 centimetri se a spigolo vivo”.

Paolo Galli (AmbientalMente): “Questo progetto mi piace molto perché ha preso le necessità a tutto tondo e lascia aperto altri temi. Bisogna, però, tenere conto del passaggio dei mezzi pesanti e infiammabili sul lungolago: chiedo a tutte le forze di fare il lavoro necessario per interloquire con gli enti preposti e risolvere questo tema. Viareggio 2017 insegna”. Prevista la rimozione di vari posteggi: “Si prevede la loro ridistribuzione altrove?”.

Anna Sanseverino (Partito Democratico): “Per tutta la città è una giornata importante, viene presentato il biglietto da visita di Lecco ed è un tema sul quale mi ero spesa anche nel corso delle precedenti amministrazioni. Vero, siamo partiti da un progetto faraonico, ma credo che tutto sommato questo sia addirittura migliore perché ci permette di riqualificare in un colpo solo tutto il lungolago al posto di farlo a pezzi e questo chiede la città. Mi sento, comunque, di condividere il possibile problema dettato dalle griglie. Bisogna fare le cose a qualsiasi costo e a fronte di una spesa lievitata?”.

Emilio Minuzzo (Lecco merita di più): “Due anni fa non c’era qualcuno quando si parlava di dieci chilometri di esperienze? Erano state fatte delle promesse? Si. Non si può far passare questo intervento come straordinario quando erano stati promessi dieci chilometri di esperienze: sono state capovolte le prospettive, si spendono risorse abbordabili e si fa un intervento ad ampio raggio che non è risolutorio di tutto. Onestamente rimango perplesso, non mi aspettavo questo e trovo poco edificante il tutto a “così facciamo tutto” e via dicendo: dipende tutto da visione, slancio e capacità di reperire fondi. Questo è un progetto al ribasso, un grosso cambio di visione e prospettiva, mi auguro non prenda la stessa piega del nuovo Comune. Non so se la sia scelta migliore a livello di prospettiva per la città, vedo una mancanza di coraggio”.

Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia): “Questo è l’esempio lampante di come la classe politica sia criticata perché promette e poi non mantiene. A Malgrate il compianto sindaco Codega si prese l’impegno di rifare il lungolago e lo fece, superando le critiche: questa è l’ennesima riprova di come il libro dei sogni si scontri con la realtà. Gli impegni presi con i cittadini vanno onorati. Ho delle perplessità: i parcheggi vengono tolti? La viabilità a 30 km/h deve passare da una mappatura delle zone in cui c’è pericolo. L’illuminazione attuale verrà tutta recuperata, ma oggi c’è poca uniformità. Chi fine faranno i sottopassi con relativi servizi igienici? Le tempistiche non sono chiare. Sul tema delle risorse abbiamo perso dei soldi e la cosa non regge. Infine, serve un porticciolo turistico da legare a questo progetto almeno come impegno”.

Saulo Sangalli (Fattore Lecco): “Chi ha lavorato l’ha fatto bene. Personalmente mi è piaciuta molto la visione progettuale unitaria, che connette il tessuto urbano con l’acqua, tenendo conto degli elementi già presenti e delle aree verdi: è tutto in linea con la Lecco Bella rappresentata dalle linee strategiche. Se chiamiamo tutto questo manutenzione straordinaria, facciamo una cosa non vera. Perchè non comunicare queste idee attraverso dei pannelli esplicativi installati sul lungolago? Chi arriva a Lecco è mediamente colto”.

Peppino Ciresa: “Anche io ho subito pensato ai famosi dieci chilometri, ma manca il pezzo tra la Tamoil e la fine delle Caviate. Mi fa piacere che sia stata tolta la piscina a lago, ma si può fare un lido proprio nella zona turisticamente ideale delle Caviate. La parte restante della progettazione mi va bene, ho sempre sostenuto che non era necessario fare cose faraoniche, ma mi preoccupa la situazione dei più di cento parcheggi oggi presenti e quella relativa alla viabilità: daremo un altro giro di vite a una situazione che già non funziona”.

Andrea Corti (Lega): “Improponibile che 120 pagine vengano fornite il giorno prima. Il lungolago è fondamentale per tutti i lecchesi e se ne desidera uno migliore rispetto a quello attuale. Consiglio al sindaco di riempire meno la bocca di belle parole e di guardare a progetti meno faraonici, ma di portare a termine più fatti concreti. Prendo atto della modifica radicale del progetto: ho consigliato di rivederlo, ma non di cambiarlo integralmente. Avrei voluto vedere un prospetto con i cambiamenti di costi tra progetto iniziale e attuale”.

Via i parcheggi sul nuovo lungolago

Riecco l'architetto Bodria per le risposte: “I dieci chilometri comprendevano Abbadia Lariana e Vercurago. Il progetto attuale non comprende tutto quello che vi era in quello della prima fase, estremamente ambizioso e previsto su più lotti: quello che non viene fatto oggi, potrà essere fatto più avanti. In nessun modo questo progetto è contraddittorio rispetto a quello proposto in precedenza, semplicemente cambiano le fasi d’intervento”. Sugli alberi: “Abbiamo considerato il loro mantenimento, all’epoca piantati troppo vicini tra loro. Hanno fatto i danni che dovevano fare con le radici, cerchiamo di mantenere l’identità del lungolago perché non cresceranno più di così”. Sulle griglie attorno ai platani: “Ci sarà della ghiaia sotto e i buchi saranno abbastanza piccoli”. Sull’acciaio zincato: “È una scelta progettuale, non volevamo un acciaio troppo brillante”. Sul sottopasso: “Non abbiamo previsto un intervento, resta così con i bagni pubblici”. Sui parcheggi: “I posti auto non ci saranno più, ma era previsto dal piano particolareggiato del traffico. Non c’è abbastanza spazio per farlo convivere con la ciclopedonale”. Sul porticciolo: “Non c’è nessun elemento di progetto relativo a questa parte, l’abbiamo fatto comparire in quanto previsto dall’amministrazione”.

Di nuovo l'assessore Maria Sacchi in chiusura: “I bagni sul lungolago ci sono e parlo di questi automatici, costano 10mila euro di canone ogni anno”. Rispetto alla criticità dell’asse viario “è una giusta sottolinearlo. Il traffico passa da noi e il tunnel del San Martino non prevede il passaggio degli infiammabili, mettere del porfido avrebbe necessitato di manutenzione straordinaria”. L’intervento “è d’intervento su diversi aspetti che rendono il lungolago pieno di possibili esperienze - considerando anche le aree realizzate tra Bione e Pescarenico - visto che sarà infrastrutturato e risponde alle esigenze del cittadino in termini di calpestabilità”. Il progetto definitivo “non ha un cronoprogramma che sarà invece presente in quello esecutivo”.

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