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Giovedì, 28 Marzo 2024
Punto per punto / Valsassina / Via per Morterone

Ballabio, i cittadini rispondono alla Combi: “Coinvolgerci? È stato fatto tutto di nascosto”

Lunga risposta dei residenti alle verità dell'azienda valsassinese, al centro del caso Barech: su quel terreno potrebbe nascere un nuovo e grande capannone

Una risposta, punto per punto, dai cittadini di Ballabio alla Combi Arialdo. Il caso è sempre quello relativo al prato del Barech, zona dove la realtà imprenditoriale valassinese dovrebbe far nascere un nuovo capannone da seimila metri quadri. Caso che ha portato la maggioranza a frantumarsi, con tanto di rischio commissariamento molto alto per il Comune guidato dal sindaco Giovanni Bruno Bussola, tema caldissimo che venerdì 24 giugno avrà una risposta definitiva. I cittadini avranno modo di confrontarsi pubblicamente sul tema il prossimo 28 luglio, ma nel frattempo i residenti di via per Morterone hanno deciso di contestare le pubbliche affermazioni dell'azienda, che in questi giorni ha incassato il "si" al bando Ares da Regione Lombardia, firmataria del protocollo d'intesa insieme a Comune e Provincia, oltre che alla stessa Combi.

Caso Combi: i cittadini rispondono all'azienda (punto per punto)

La prima contestazione è sul piano di assunzioni inserito nel documento, che porterebbe le forze a toccare la tripla cifra: “Questo non è vero, dato che è prevista l'assunzione solo in base a commesse e fatturato, non è scontata l'assunzione delle dichiarate 45 persone. Leggiamo, poi, delle parole di Simone, dipendente della stessa Combi: del resto cosa si pretende che dicano i dipendenti?”. Lo sguardo si sposta poi sull'architetto Marco Castelli, che sta seguendo il progetto dell'azienda e “ha preso parola durante la conferenza tenutasi lo scorso maggio, specificando dicendo che la ditta non bonificherà il prato interessato, ma questa affermazione va in contrasto con quanto affermato dal sindaco, tanto che nel corso dell'ultimo Consiglio comunale il sindaco ha nuovamente specificato che toccherebbe all'azienda procedere con la bonfica del terreno: quale delle due parti in causa non dice la verità? E poi parla con scioltezza di dipendenti da assumere: è l'architetto a capo del progetto o fa parte della proprietà?”, s'interrogano i ballabiesi.

“Si parla di dignità, ma alle persone cui si vuole costruire un'azienda da parte a casa non si calpesta? - proseguono -. Non facciamo passare la famiglia Combi alla stregua dei santi, perché, come fanno giustamente tutti gli imprenditori, punta al profitto. Si parla, poi, di vantaggi per tutti, ma questo investimento a noi, come privati cittadini, arreca enorme disagio”. Sul tema dell'eccessivo consumo energetico, i cittadini hanno un parere netto: “Scusa ridicola. Se la Combi è male organizzata e i dipendenti fanno molti passi, non è un nostro problema”.

“Tutto fatto di nascosto, altro che coinvolgimento”

Il tema del progetto, ufficialmente non esistente, il dibattito è forte anche a livello politico: “Prima si parla di progetto, poi riferiscono che questo non esiste e non sanno che tipo di struttura verrà realizzata. Di fatto, stando alle loro parole, sono stati realizzati solamente quei tre concept: com'è possibile? Sarà chiaro quale forma avrà e dove sarà messo questo capannone”. Sulla ricerca del confronto diretto con l'azienda, invece, la richiesta è di capire “chi è l'interlocutore? Perché non vengono chiariti i noti dubbi che i cittadini hanno? Se ci sono lacune informative, che vengano sanate. È stata data la possibilità di farlo durante la conferenza sopracitata, ma l'architetto Castelli e la proprietà non ha dato nessuna informazione aggiuntiva. Si parla di tavolo futuri e del coinvolgimento dei cittadini, ma per ora è stato fatto tutto di nascosto. Se parlano dal 4 agosto 2021 perché hanno tenuto tutti all'oscuro fino alla fine dello scorso anno? Continuano a parlare del bene di tutti, ma sembra che stiano tenendo conto del bene di un'azienda privata a discapito di alcuni cittadini. Tanto per cominciare, quindi, venga mostrato il vero progetto: fino a ora si vedono solo un camion minuscolo da parte a una mega azienda all'interno di un disegno fatto al computer. Certo, scegliere il 28 luglio per un'assemblea pubblica...”.

Sulla ventilata delocalizzazione, i cittadini si chiedono “perché la Combi non vuole prenderlo in considerazione? È pieno di capannoni vuoti e, con tutto rispetto, circa 20 dipendenti, sui 65  presenti, sono residenti Ballabio. Non crediamo che lo spostamento potrebbe avvenire al sud Italia. Sembra, poi, che ora tutto il mondo voglia lavorare in quest'azienda. La delocalizzazione è solo una minaccia: un dipendente accetterà di fare qualche chilometro in più piuttosto che licenziarsi. Si parla di Simone che deve pagare il mutuo e che non potrebbe seguire lo spostamento: chi deve pagare un mutuo, sicuramente, non prende in considerazione l'idea di licenziarsi piuttosto che fare qualche chilometro in più, ma, poi, chi pensa al nostro mutuo, pagato per una casa che si svaluterebbe in caso di costruzione del nuovo capannone?”.

L'attenzione si concentra poi sul piano regolatore: “Undici anni fa la Provincia aveva detto che quel terreno non era edificabile, ora cos'è cambiato? In tutto questo, l'ufficio tecnico del Comune di Ballabio è mai stato interpellato in tutto questo procedimento? Chi, nella Giunta e non considerando il geometra Bussola, è a favore di questo progetto, che competenze ha per valutarlo?”.

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