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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Santa Maria Hoè, rose rosse e una targa contro la violenza sulle donne

L'Amministrazione comunale le ha apposte a Tremonte, nel luogo in cui secondo la tradizione fu posata una croce in ferro in segno di protezione di tutte le donne del paese

Rose rosse e una targa contro la violenza sulle donne. Anche il Comune di Santa Maria Hoè giovedì 25 novembre ha celebrato la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. A Tremonte, nel luogo in cui fu posata una croce in ferro in segno di protezione delle donne da qualsiasi violenza, l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Efrem Brambilla ha affisso una targa in ricordo della giornata e lasciato un vaso di rose rosse.

Insieme al primo cittadino è intervenuto Paolo Tentorio dell'associazione Centro Studi Krav Maga (Cskm) che si occupa di difesa personale delle donne, "con cui stiamo organizzando a Santa Maria Hoè il loro progetto 'Donna Difesa - Io mi difendo' - spiega Brambilla - Un corso di difesa personale rivolto alle sole donne che si terrà in paese"; presente anche Paola Panzeri, in rappresentanza dell'associazione L'Altra Metà del Cielo - Telefono Donna di Merate che si occupa di tutelare, accogliere, aiutare le donne in difficoltà attraverso sportelli di ascolto e accoglienza, messa in protezione, case rifugio, raccolta derrate alimentari, Consulenza psicologica e legale gratuita, accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'autonomia abitativa.

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"La violenza contro le donne nello Stato italiano è purtroppo in aumento. Sono necessarie politiche decise e adeguate per ridurre il problema - spiega Brambilla - Abbiamo scelto questo luogo del nostro paese come simbolo di questa giornata e qui svolgeremo anche le future iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sul tema. La croce di ferro che fu esposta in segno di protezione delle donne da qualsiasi violenza, secondo la tradizione del paese ricorderebbe anche donne scomparse. Antiche storie tramandate sino ad oggi raccontano di donne rapite da eserciti di passaggio e da briganti. Vecchi racconti parlano di loschi figuri, i 'Capeluni' (soggetti dai grandi cappelli, in dialetto), che scendevano dal Monte di Brianza per rapire giovani donne per poi spingerle nelle profondità della Torre di Tremonte".

Brambilla ha concluso il suo intervento con i ringraziamenti di rito. "Un grazie a tutta l'Amministrazione comunale presente. Un grazie alle nostre consigliere donne. Un grazie speciale alla nostra capogruppo Elisa Montani che mi ha aiutato nell’allestimento della serata".

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