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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Arlenico, i lavoratori sono in sciopero: “Troppa flessibilità si paga con la sicurezza”

Venerdì mattina è scattata la mobilitazione: da mesi si discute per il rinnovo del contratto e la trattativa si è arenata

Lavoratori dell'Arlenico in sciopero. Nella mattinata di venerdì 15 luglio è iniziata la mobilitazione preannunciata dalle organizzazioni sindacali lecchesi, Rsu compresa: all'esterno della storica azienda, di proprietà del Gruppo Feralpi, si sono radunati i dipendenti, che hanno incrociato le braccia e, per bocca dei propri rappresentanti, spiegato le ragioni dello sciopero: al centro della discussione che una trattativa per il rinnovo del contratto di secondo livello, ancora molto lontana dalla sua conclusione nonostante i nove incontri fin qui sostenuti.

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“Flessibilità che favorisce solo l'azienda”

“Nei giorni scorsi l'azienda ha scelto di rompere il tavolo delle trattative, mettendo nella discussione dei temi che avremmo voluto ragionare e condividere senza fretta - ha premesso Igor Gianoncelli, responsabile delle zone di Oggiono e Como della Uilm Lecco -. Un tema riguarda l'organizzazione del lavoro, con una flessibilità che vorrebbe dire fare quello che vogliono loro con le persone; noi chiediamo di discuterne tenendo conto delle esperienze di vita dei lavoratori stesso, dando delle risposte economiche vere, che non poggino sull'indicatore degli infortuni, lontano dalla cultura della sicurezza. Qua viene usata la discussione del contratto aziendale per imporre un modello di flessibilità che i lavoratori non vogliono mettere in atto: possiamo discutere di tutto, ma tenendo conto dell'esigenza delle persone, ma c'è chiusura. Dopo lo sciopero ci aspettiamo una risposta vera, non siamo disposti a mettere sul piatto le condizioni di vita”.

sciopero arlenico 15 luglio 20220 Igor Giannoncelli-2

Sulla sicurezza Gianoncelli spiega come sia “importante investire nella cultura” della stessa. “La proposta dell'azienda prevede l'inserimento di un paramento relativo al numero degli infortuni: di grossi non ce ne sono mai stati, fortunatamente, ma il rischio esiste. Il premio di risultato non può essere condizionato dagli infortuni, avere flessibilità senza limiti vuol dire avere persone più stanche”.

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“Qui si arriva da una fase in cui, per far fronte ai rincari, non si lavorava durante determinati turni e questo ha provocato uno sfalsamento degli orari - prosegue -. Le persone sono stanche e hanno delle famiglie: lavorano per vivere, non vivono per lavorare e non siamo disposti a discutere modelli di flessibilità come quello proposto. La discussione va fatta per davvero, non forzando su temi e tempi. La disponibilità dei lavoratori è stata infinita e per questo sono stanchi”.

sciopero caleotto arlenico 15 luglio 20228-2

“Il Gruppo Feralpi è in ottima salute, in un momento di difficoltà è impensabile che siano i lavoratori a pagarne lo scotto: gli investimenti vanno fatti sul capitale umano e non solo sui calibratori. Ci si siede a un tavolo in modo serio e non si prende in giro il proprio interlocutore”.

“Lavoratori stanchi”

“Il primo contratto di secondo livello è stato firmato dopo tre anni dall'acquisizione, quando erano in atto degli investimenti di un certo tipo - ha poi aggiunto Giuseppe Cantatore, segretario organizzativo Fiom Cgil -. Noi chiediamo di riconoscere la professionalità e i grandi sforzi dei lavoratori, oltre ai grandi obiettivi raggiunti: il riconoscimento economico non sarebbe adeguato, ma ben più grave è la richiesta di maggiore flessibilità, ovvero più lavoro. Più di sta sulle macchine, più si abbassa il livello di sicurezza: servono riposi compensativi, rimanere a casa il sabato e la domenica è una richiesta dignitosa”.

sciopero arlenico 15 luglio 20221 Giuseppe Cantatore-2

Sempre sul tema della sicurezza, Cantatore ha fatto presente che “la prevenzione non si fa mettendo i soldi, ma mettendo veramente il lavoratore nelle condizioni di poterlo fare. Non usiamo gli strumenti in maniera speculativa per riconoscere meno in caso d'infortuni: l'azienda non solo farebbe una mancata sicurezza, ma risparmierebbe anche dal punto di vista economico. Parliamo d'indicatori legati alla produttività, piuttosto”. Sulla flessibilità: “Viene richiesto di lavorare il sabato e la domenica quando si verificano dei picchi di produzione o per l'efficientamento dell'impianto. Durante il fine settimana l'impianto viene messo in sicurezza e si lavora fino alle 14 del sabato: la richiesta è di lavorare anche durante il periodo mancante e non non abbiamo dato una risposta negativa, ma bisogna parlarne seriamente”.

“Dopo il periodo natalizio è nato un panico legato al rincaro dei costi: in quel momento è stato chiesto di far lavorare al sabato e alla domenica, noi abbiamo dato un segnale all'azienda che, però, va circoscritto a un periodo limitato”.

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“Comportamento inammissibile”

“Questa azienda ci ha messo al tavolo un interlocutore che, in nove incontri, ha assunto uno spirito di condivisione e dopo due ore è stato in grado di cambiare completamente le intese trovate in precedenza - ha quindi specificato Francesca Melagrana, operatrice territoriale Fim Cisl Monza Brianza e Lecco -. Inammissibile accettare un comportamento del genere: il nostro interlocutore non è in grado di garantire un proficuo incontro successivo, si fanno sempre passi indietro. Dopo quasi tre mesi di trattativa i lavoratori sono stanchi: le pressioni sono molte, sono sollecitati a fare turni stancanti, riposi mai sufficienti per un'attività che richiede alta attenzione”.

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“Gli orari aggiuntivi e gli straordinari vengono fissati all'ultimo, inevitabilmente si vengono a verificare degli infortuni, che l'azienda vorrebbe gestire legandoli al premio di risultato: semplicemente non è in linea con questa realtà produttiva, ma inaccettabile”.

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