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Sciopero di quattro ore alla Ihi Charging Systems International

Agitazione nella giornata di mercoledì. I sindacati: "Negate le assemblee sindacali retribuite all'interno dei luoghi di lavoro. L'azienda non è chiara sul futuro dei lavoratori"

"Azienda contro i lavoratori e il sindacato". Mercoledì 26 gennaio le Fim-Fiom-Uilm territoriali rappresentate da Gabriele Fiore, Domenico Alvaro e Emanuele Poppa insieme alle Rsu, sono state costrette a proclamare uno sciopero di ben quattro ore in una importante azienda metalmeccanica del territorio. Si tratta della IHI Charging Systems International, che opera nel settore automotive e occupa circa 320 dipendenti distribuiti su due siti, Cernusco e Verderio.

Nell'ultimo biennio, tra lavoratori diretti e di somministrazione, si sono persi oltre 150 addetti e per chi resta non vi è certezza di quale strada intenda percorrere la società. Le disposizioni governative sull'elettrico pongono normative stringenti. Per queste ragioni il Sindacato nazionale ha chiesto un tavolo nazionale di settore.

"In azienda ci vorrebbe un clima di collaborazione e condivisione; invece, assistiamo ad azioni aziendali unilaterali e pretestuose come imporre di utilizzare ferie dei lavoratori, senza alcun confronto, così come invece prevede che sia fatto dal contratto nazionale di riferimento - spiegano dalle sigle sindacali - Il Sindacato ribadisce che la strada giusta è coinvolgere i lavoratori e non mortificarli, lo sciopero proclamato mercoledì è anche per ribadire il diritto alle assemblee sindacali. Anche in questo caso l'azienda coprendosi dietro alla pandemia ha negato le assemblee sindacali retribuite all'interno dei luoghi di lavoro, nonostante l'esistenza di spazi adeguati a svolgerle in sicurezza. La IHI sbaglia e continua a sbagliare, abbiamo dimostrato ovunque e anche in IHI, che le fabbriche non sono luoghi di contagio, i Protocolli condivisi tra Fim, Fiom, Uilm (sindacati dei metalmeccanici) e Confindustria hanno regolamentato le modalità di lavoro, come l'effettuazione delle assemblee sindacali in sicurezza. Negarle è stata un'ulteriore azione contro i lavoratori e il sindacato". 

"Ci auguriamo che l'azienda rifletta"

Ecco il perché della risposta immediata dei lavoratori, mercoledì, con quattro ore di sciopero. "Ci auguriamo vista la grande partecipazione allo sciopero di oggi, che l'azienda rifletta, riapra il confronto, tolga vincoli pretestuosi come sul Premio di risultato dove intende vincolare il Contratto aziendale all'indicatore 'infortuni Zero'. Perché anche su questo importante tema, quello sulla sicurezza nei luoghi  di lavoro, l'unico argomento di disponibilità è stato quello di mettere a disposizione un'entità economica pari all'importo del premio di risultato, in caso in cui non accada nessun infortunio in azienda, come se fossimo in presenza di un'azienda a rischio zero per cui se il lavoratore si dovesse far male, la responsabilità sarebbe esclusivamente sua e pertanto non verrebbe erogata un cifra importante di premio a tutti i lavoratori".       

"Non permettiamo a IHI, su un nobile tema come la sicurezza, di farne strumento per non fare e non dare nulla ai lavoratori, devono essere altri gli strumenti per ridurre il rischio in azienda - concludono - Senza lavoratori, senza la partecipazione dei lavoratori, senza corrette relazioni sindacali non si esce bene da questa situazione. La dignità delle persone e la salute dei Lavoratori va rispettata e non ha prezzo".

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