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Torrenti della Brianza oggionese, scatta l'allarme: "Siccità grave"

Il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" torna a denunciare le condizioni del Bevera e del Gandaloglio: "L'acqua è poca, ma dove c'è l'intervento dell'uomo scompare del tutto"

Torrenti della Brianza oggionese, scatta l'allarme: "Siccità grave".

La situazione dei corsi d'acqua desta ancora preoccupazione. A distanza di 6 mesi dal precedente monitoraggio, negli ultimi giorni gli attivisti del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" hanno risalito il corso dei torrenti Bevera e Gandaloglio, verificando così i livelli di portata di acqua.

Commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo: "La situazione dei torrenti è ancora preoccupante, poiché le portate sono minime. C'è presenza di acqua, comunque poca, nei tratti 'montani' e naturali dei due torrenti, mentre nelle parti che hanno subìto artificializzazione l'acqua è ancor più scarsa se non del tutto assente!"

Il responso della verifica

Per il torrente Bevera, fino alla località Moiacchina di Castello Brianza, ovvero fino a dove il corso del torrente si mantiene abbastanza naturale, la portata di acqua è poca ma leggermente superiore alla scorsa estate, e questo nonostante la scarse precipitazioni degli ultimi mesi. Ma già quando il corso del Bevera diventa artificiale, ad esempio nel tratto urbano di Molteno - come verificato dalla volontaria Lucia Bolotta - la situazione è di una netta scarsità di acqua, se non addirittura assenza.

Lo stesso si può dire per il Gandaloglio: in corrispondenza della frazione  Marconaga di Ello e poi di Cogoredo di Dolzago, il torrente ha una portata minima, ma visibile. Invece quando si arriva nell'abitato di Dolzago - dove il corso del Gandaloglio è artificializzato, ovvero scorre in sponde cementificate parallele alla via Parini - l'acqua praticamente scompare, probabilmente interrandosi.

"Stop alla cementificazione degli alvei"

Questa situazione, come  verificato anche lo scorso  luglio, è sicuramente negativa, poiché, là dove l'acqua si perde, di fatto siamo di fronte al collasso ambientale dei torrenti. "Da qui reiteriamo la nostra denuncia: i fiumi, nonostante la prolungata siccità che causa gravi problemi ambientali - conclude Fumagalli - riescono a mantenere un minimo di presenza d'acqua, là dove il loro corso è lasciato naturale. Mentre dove l'uomo è intervenuto con la cementificazione degli alvei, l'acqua praticamente scompare, causando di fatto la morte biologica dei corsi d'acqua. Per questo occorre che non solo non vengano fatte ulteriori opere di artificializzazione delle sponde dei fiumi, ma che si programmino interventi di rinaturalizzazione degli alvei che in passato sono stati cementificati". 

A tal proposito il Circolo denuncia l'ennesimo intervento di artificializzazione delle sponde del Bevera, dietro a viale Consolini, in prossimità della località Mais, ovvero al confine tra Molteno e Bosisio Parini, dove negli ultimi mesi la Regione sta posando massi ciclopici sulle sponde del torrente, lavori che hanno comportato anche il taglio di numerosi alberi che costituivano un'importante fascia di vegetazione ripariale.

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