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Martedì, 16 Aprile 2024
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Tempi di vestizione, la Cgil si chiama fuori: “Non firmiamo l'accordo”

Il patto è stato siglato tra la dirigenza, UIL FPL, CISL FP, Nursing UP, Nursind e la RSU

La Funzione Pubblica della Cgil Lecco non firma l'accordo sui tempi di vestizione. Una patto che la dirigenza che stretto con UIL FPL, CISL FP, Nursing UP, Nursind e la RSU e che prevede la retribuzione dei tempi di vestizione del personale dimesso dal 2018. “Lo avevamo già annunciato: rigettiamo la proposta che l'Azienda ha ritenuto di sottoscrivere con alcune sigle sindacali per regolamentare l’applicazione dei tempi di vestizione e consegna, introdotti dal Contratto Nazionale di Lavoro 2016/2018 per i lavoratori che operano in Sanità Pubblica”.

Le motivazioni del sindacato sono chiare: “A nostro parere, la materia non può essere oggetto di un accordo tra le parti in quanto nessun accordo può prescindere dall’applicazione di una specifica norma contrattuale, introdotta dall’art. 27 del CCNL Sanità Pubblica 2016/2018 e ribadita dall’art. 43 del CCNL Sanità Pubblica 2019/2021. Esiste, dunque, un vizio di legittimità nel proporre un accordo su una materia per la quale non è prevista "contrattazione" rispetto ai termini di applicazione dell’istituto. L’accordo, inoltre, escludendo la possibilità che l’Azienda provveda in toto al mancato riconoscimento economico del debito complessivamente maturato nei confronti dei propri dipendenti a titolo di tempi di vestizione dal 21.05.2018 al 30.10.2022, compensa il diritto maturato e non riconosciuto ai lavoratori nei tempi dovuti, con un “recupero pianificato e garantito” del 55% del maturato in tre anni (fino al 31.12.2025): un mero specchietto per le allodole, visto che saranno sempre i lavoratori a pagare il prezzo di quel recupero: l’attuale carenza di personale determinerà infatti che, per coprire l’assenza del personale destinato al “recupero ore di vestizione 2018/2022” sarà necessario far rientrare a rotazione altro personale nei giorni di riposo assegnati, ricorrendo ai RIS e quindi attingendo ai fondi dei lavoratori”.

“RSU presa per sfinimento”

Forte la convinzione dei sindacalisti rispetto alla posizione portata avanti: “Perché con l’accordo proposto dall’Azienda e avvallato da alcune sigle sindacali, i dipendenti dell’Asst di Lecco matureranno ulteriore credito nei confronti dell’azienda, che si aggiungerà al credito complessivo di 150mila ore a recupero, già vantato dai lavoratori in chiusura del 2021, per le ore lavorate in eccedenza e non recuperate e alle 46.000 giornate di ferie maturate e non godute al 31.12.2021 (vedremo cosa ci diranno i dati aggiornati al 31.12.2022...). Un quadro drammatico che conferma la cronica carenza di personale sanitario presso l’ASST di Lecco: con quali presupposti possiamo definire un buon accordo un accordo che va ad aggiungere debito al debito?”.

Quanto al voto favorevole della RSU, la Cgil spiega che “pur riconoscendone la piena legittimità, non possiamo certo definirlo un voto (18 favorevoli su 33 membri), che ha incarnato un’interpretazione compatta e unanime all’interno del massimo organismo di rappresentanza dei lavoratori, probabilmente presi per sfinimento dopo gli innumerevoli tavoli in cui era stato riportato il voto contrario alle precedenti proposte formulate dall’Azienda.

“Come FP CGIL Lecco continueremo a sostenere il diritto dei lavoratori al riconoscimento economico dei tempi di vestizione maturati nel periodo compreso tra il 21/05/2018 e il 30/10/2022 perché i diritto non vanno negoziati”.

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