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Ospedale, la cardiochirurgia rimane un'eccellenza: le valvole si cambiano senza aprire il petto

Novità sul fronte di cardiologia e cardiochirurgia, che rimane il fiore all'occhiello dell'Azienda ospedaliera

La cardiochirurgia si conferma un'eccellenza lecchese. All'interno dell'ospedale "Manzoni" di Lecco sono nosocomio state messe a punto delle importanti novità, in ambito cardiologico e cardiochirurgico, da parte degli specialisti. A spiegarle è Michele Triggiani, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia: “In pazienti selezionati la valvola viene riparata, evitando l’apertura dello sterno, con tecnica mini-invasiva, attraverso una incisione toracica di pochi centimetri. Non si tratta di una procedura innovativa in termini assoluti, ma è una novità per il nosocomio lecchese, che aumenta così la sua offerta terapeutica, posizionandosi al livello dei migliori centri di Cardiochirurgia lombardi”.

La plastica mitralica in minitoracotomia, questo il nome scientifico, è il primo step di un esteso programma per il trattamento mini-invasivo della patologia valvolare mitralica, che va da tecniche transcatetere, come la “Mitraclip”, all’impianto di vere e proprie protesi artificiali per via toracica a cuore battente. 

La tecnica "valve in valve"

Non è finita qui. In linea con la ricerca di procedure che tendono ad essere sempre meno invasive, è stato effettuato, per la prima all'interno del nosocomio di via dell'Eremo, l’impianto per via trans-catetere di una nuova bioprotesi all’interno di una valvola mitralica precedentemente impiantata per via chirurgica e ormai degenerata. Questo intervento, denominato "valve in valve", evita un intervento a cielo aperto, molto più invasivo per il paziente. L’intervento si è svolto in Emodinamica sotto controllo radiologico e con monitoraggio eco-trans-esofageo.

“Queste tecniche richiedono un approccio multidisciplinare al paziente mediante un Mitral Team, ovvero una squadra che comprende cardiochirurghi, cardiologi emodinamisti, ecocardiografisti e intensivisti”, ha spiegato Giovanni Rossi, direttore del Dipartimento Cardiovascolare Asst Lecco. A fargi eco Luigi Piatti, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Emodinamica: “Già da tempo il trattamento valve in valve viene utilizzato per la disfunzione delle bioprotesi aortiche. Questo caso ha aperto la via al trattamento anche per la disfunzione delle bioprototesi mitraliche” puntualizza .

Entusiata il direttore generale Paolo Favini: “Il Dipartimento Cardiovascolare dell’Asst di Lecco, formato da un gruppo dinamico di professionisti, si conferma punto di riferimento nel trattamento delle patologie valvolari cardiache”.

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