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Un mare verde-blu: da tutta Italia a Pontida per la Lega. Salvini: «Cambieremo anche l'Europa»

Migliaia di persone d'Italia al raduno annuale. Il ministro dell'Interno cita Disney: «Se puoi sognarlo puoi farlo». Ampio spazio all'immigrazione nel suo discorso: «Difendiamo i confini, come nel 1918»

Un oceano di verde e blu, i due colori - storico e "nuovo" - del Carroccio. Così si è presentato in questa domenica il prato di Pontida per il raduno annuale della Lega, il trentaduesimo.

Una serie di gazebo bianchi, uno per ogni regione italiana, ha delimitato l'area in cui si sono concentrati i sostenitori. Il palco è stato dominato dal colore blu e da due slogan principali: "Il buonsenso al governo" e "Prima gli italiani". Come ormai da alcuni anni, i leghisti sono arrivati da tutta Italia. Come testimoniano le nostre foto, persino da Reggio Calabria.

I più giovani hanno passato la notte accanto al "sacro prato", in tenda o camper. Il mix di colori ha colpito parecchio gli osservatori: molte magliette blu salviniane soprattutto fra i militanti più vicini al vicepremier e del Centro-Sud Italia; molte magliette verdi, quelle tradizionali, indossate dai militanti del Nord e dai sostenitori di più lunga data. Secondo gli organizzatori, almeno 200 pullman organizzati sono arrivati a Pontida. In tanti anche da Lecco: attivisti, simpatizzanti e amministratori.

Pontida: la Lega fa festa con migliaia di persone

Il prato di Pontida si è riempito in particolare per l'intervento finale di Matteo Salvini, al suo debutto nel triplo ruolo di segretario, vicepremier e ministro dell'Interno.

«Qui non si sta trovando un partito ma una comunità - ha dichiarato Salvini nel suo lungo discorso - Un popolo che cambierà il mondo. Come diceva Walt Disney, "se puoi sognarlo puoi farlo". Siamo partiti per cambiare le nostre città e siamo arrivati al sogno di cambiare le nostre regioni in nome dell'autonomia. Ora possiamo cambiare il Paese, ma l'obiettivo è cambiare l'Europa».

Proprio sull'Europa è stato incentrato il discorso di Salvini (che ha "guidato" più volte, a voce dal palco, i soccorritori del 118 per persone vittime di malori nel pubblico), disposto a ignorare lo «0,0 imposto da Bruxelles per il bene del mio popolo». Il ministro dell'Interno ha poi citato il 1918: «Allora i nostri ragazzi morivano per difendere i confini, oggi abbiamo un Governo che difende i confini». Com'era lecito attendersi, il tema dell'immigrazione ha trovato ampio spazio nelle parole di Salvini: «Bruxelles e Berlino da anni ci tolgono le radici da sotto i piedi, al servizio delle multinazionali che sponsorizzano le sfilate dell'orgoglio. In queste ore - ha poi dichiarato - c'è il terzo barcone carico di schiavi che non sta navigando in direzione Italia ma in direzione "altrove"». Non è mancata la stoccata al presidente della Camera Roberto Fico: «A decidere se i porti sono aperti o chiusi è il ministro dell'Interno».

Nel lungo discorso salviniano anche famiglia, donne, forze dell'ordine («saranno dotati a breve di pistole elettriche») e criminalità organizzata, citando l'assassinio del magistrato Rosario Livatino del 1990 («è finita la pacchia in Italia per le mafie. Via dalla Sicilia come dalla Lombardia»).

Toti: «Cambieremo le città e il Paese»

«Oggi la speranza che abbiamo insieme è un po' piu concreta: quella di cambiare davvero questo Paese, cambiarlo fino in fondo. Oggi credo che si possa fare davvero. L'anno scorso eravamo tre presidenti di regione su questo palco, oggi siamo in sette. Segno che non solo sappiamo vincere ma anche convincere». Lo ha detto il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, dal palco di Pontida. «Siamo un popolo di giovani, donne e uomini che hanno storie diverse, percorsi diversi e anche bandiere diverse - ha proseguito - Ma hanno un sogno in comune e quel sogno sarà sempre più forte. Quando si sogna tutti insieme i sogni si avverano: il sogno di cambiare le città che governiamo e anche il Paese».

Cartello secessione foto Ansa-2

Una curiosità. Anche uno striscione "Secessione" (nella foto Ansa) è comparso sulla collina di Pontida sul lato opposto del palco della Lega. Sulla stessa collina, da sempre usata dai militanti per mandare messaggi verso il pratone, hanno fatto mostra di sé altri due striscioni: "Flat Tax subito" e "Salvini liberaci dai clandestini".

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