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"Si" all'autonomia della Lombardia, Fontana: «Vicini a un giorno storico»

Il Governatore esulta dopo il voto unanime del Consiglio, che ha approvato la mozione presentata nella giornata odierna. Ed è pressing sul Governo

Il Consiglio regionale ha approvato oggi all’unanimità una mozione presentata dal capogruppo di “Noi con l’Italia” Luca Del Gobbo, modificata con emendamenti presentati dall’Assessore Stefano Bruno Galli e dalla consigliera  Elisabetta Strada dei “Civici Lombardi”, con la quale si  impegnano il Presidente e l’Assessore  a “proseguire l’opera negoziale” avviata per l’Autonomia per siglare  nei “tempi condivisi col Governo” l’attribuzione “di ulteriori competenze e relative risorse a Regione Lombardia”. Il documento chiede anche che si tenga costantemente informato il Consiglio regionale sull’esito della trattativa e sulle iniziative intraprese anche attraverso le Commissioni consiliari. 

L’Assessore Galli nel suo intervento in Aula ha smentito che vi siano situazioni di stallo nella trattativa. «Abbiamo incontrato i ministri Di Maio, Costa e Toninelli – ha detto in Aula –. Il Negoziato da quando si è insediato il Governo Conte sta andando avanti, tant'è vero che luglio il Presidente Fontana ha consegnato il dossier al Ministro Stefani con la bozza d’intesa contenenti le richieste della Lombardia.  Si va avanti. Come sottolineato dal Presidente Conte, a gennaio si completerà  l’istruttoria, per il 15 febbraio è previsto l’incontro con i Presidenti delle Regioni che hanno avviato il percorso autonomista». 

Pieno sostegno alla mozione

Da tutti i gruppi è arrivato il sostegno all’azione della Giunta. Interventi in tal senso sono arrivati anche dai Presidenti della Commissione Autonomia Mauro Piazza (Forza Italia) e dalla Presidente della Commissione Affari Istituzionali Antonella Cappelllari (Lega), i quali hanno sottolineato che concedere autonomia «non vuol dire mettere a repentaglio l’unità nazionale». Via libera al documento è arrivato anche dal PD che attraverso il Capogruppo Fabio Pizzul ha sottolineto l’importanza di votare un documento di unità istituzionale, «una  presa di posizione del Consiglio regionale che dica la sua sul livello istituzionale della trattativa, depurato da ogni tornaconto politico per un percorso faticoso costruito in tutti questi anni che finalmente si è iniziato a fare». Il Consigliere Segretario Dario Violi del Movimento 5 Stella ha smentito “freddezze” del suo Movimento sulla trattativa. «L’autonomia – ha detto Violi -  l’ha voluta il M5S che ha sostenuto a differenza di altri il referendum, noi non abbiamo un’idea centralista, lezioni non ne prendiamo. Finiamola con l’ipocrisia, lavoriamo sodo per portare a casa un risultato rivoluzionario per questo Paese».

Fontana: «Abbiamo fatto buona politica. Vicini a giorno storico»

«Con questa votazione il Consiglio regionale ha dimostrato di saper fare buona politica. Ha lanciato un messaggio che credo non potrà restare inascoltato da chi dovrà prendere le prossime decisioni». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo in Aula consigliare dopo l'approvazione, all'unanimità, della mozione a sostegno della richiesta di Autonomia da parte della Regione.

Voto elettronico: assegnata gran parte dei tablet usati per il Referendum

«Ringrazio tutto il consiglio per aver dato una parola di definitività sulla volontà del popolo lombardo di chiedere l'Autonomia. Un'Autonomia - ha concluso Fontana - che sarà una modifica epocale nella storia del nostro Paese e che lo farà diventare moderno e gli farà riacquistare quella dignità e forza che negli ultimi anni si è un po' offuscata».

Pressing sul Governo per l'approvazione

Come riportato inoltre da MilanoToday.it, resta valido, per il governatore leghista, il termine del 15 febbraio 2019 che era stato indicato come invalicabile dal ministro dell'Interno, e leader della Lega, Matteo Salvini per ottenere l'autonomia regionale sui 23 settori che la Costituzione italiana prevede di competenza "concorrente" tra Stato e Regioni. Il governo ha in mano la bozza dell'accordo proprio da ottobre. Secondo Fontana, «o il governo accetta la bozza, con le modifiche e i chiarimenti che i ministeri avranno apportato, o la risposta dovrà essere intesa come un no".

In questo caso, prosegue Fontana, «qualche considerazione andrà fatta e andrà fatta anche a livello politico perché quella dell’autonomia è una questione su cui noi della Lega e noi come cittadini lombardi non intendiamo derogare». Circa 4 milioni di cittadini lombardi votarono a favore della richiesta di maggiore autonomia da Roma. L'affluenza superò il 40% degli aventi diritto. Era ottobre 2017. C'è voluto un anno per la bozza di accordo da mandare a Roma, e adesso i mesi passano senza che i leghisti possano andare "all'incasso" (politico, s'intende), né a Milano né a Venezia, dove l'affluenza per l'autonomia veneta fu ancora superiore.

«Non sono io a dovere decidere le conseguenze», precisa poi Fontana, facendo un passo indietro dopo averne fatti due avanti. Spetia di Radio24, intervistatore, lo incalza: «O cadrebbe il governo o si romperebbe il suo rapporto, e quello di Zaia, con Salvini?». E Fontana: «Chiaro. Anche se la seconda è un'ipotesi di risulta». Cioè, il rapporto interno tra leghisti resta saldo, semmai ad avere problemi sarebbe la tenuta dell'asse tra Lega e 5 Stelle che tiene in piedi il governo.

Dopo la clamorosa rottura sui 49 migranti in mare, con Salvini che continuava a tenere la linea dura mentre il premier Giuseppe Conte, da Vespa, dichiarava che sarebbe andato personalmente a prenderli in aereo, si profila quindi un altro terreno di scontro per l'alleanza governativa. «I nostri tecnici presenti a Roma», conclude Fontana, «mi confermano che c'è una certa resistenza, in particolare da alcuni ministri del Movimento 5 Stelle». La bozza di accordo è nelle mani innanzitutto della pentastellata Erika Stefani, ministro per gli Affari Regionali.

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