Legge di bilancio, Arrigoni: «Dalla maggioranza soltanto dei no, marcia indietro sul Superbonus»
L'affondo del senatore lecchese della Lega: «Niente proroga al 2023, hanno fatto promesse a vuoto»
«Nei lavori della 13^ commissione sulla legge di bilancio sono state respinte dalla maggioranza le osservazioni della Lega e sono stati bocciati tutti gli ordini del giorno, in particolare sul Superbonus. Pd e M5S si rimangiano gli impegni che la stessa commissione aveva assunto di recente, dimostrando di non avere alcuna intenzione di dare prospettiva alla misura del 110% e, anzi, confermando di aver illuso proprietari di casa, professionisti e imprese del mondo dell’edilizia con il miraggio di una casa nuova a costo zero».
«Mai previste le coperture sufficienti per rendere la misura efficace»
L'affondo porta la firma del Senatore lecchese Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega e componente della Commissione Ambiente a Palazzo Madama, che con i colleghi Briziarelli, Bruzzone, Pazzaglini e Testor ha presentato una serie di ordini del giorno per chiedere l’impegno del Governo su alcuni temi.
«Per il Superbonus niente proroga al 2023, niente estensione alle strutture alberghiere o alle scuole paritarie e niente estensione del teleriscaldamento per tutti i comuni - incalza Arrigoni - Di fatto è una dichiarazione di intenti della maggioranza, che si accorge di aver fatto promesse a vuoto e che ora fa marcia indietro su una misura per la quale non sono mai state previste coperture sufficienti a renderla efficace».
Superbonus, Arrigoni: «Il Governo ascolti le richieste di proprietari, professionisti e imprese o la misura sarà un flop»
«Nessuna apertura nemmeno alle richieste della Lega per destinare contributi per la conversione di veicoli a GPL e a metano, niente revisione della normativa per sbloccare lo stallo delle gare di distribuzione del gas e nessun risarcimento ai proprietari di case che sono stati colpiti dall’ennesimo blocco degli sfratti al 30 giugno 2021 - conclude il Senatore leghista - Quello della maggioranza è un atteggiamento di chiusura irresponsabile, che accompagna la vergogna di aver concesso soltanto due giorni al Senato per la ratifica di una manovra di oltre 40 miliardi».