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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il dado è tratto

“Fontana, fiducia finita”: Letizia Moratti si è dimessa

Il dado è tratto, dopo lunghe settimane di accuse e controaccuse nella corsa alle elezioni regionali della primavera 2023: va con il Terzo Polo?

Letizia Moratti non è più la vicepresidente e assessore al welfare di Regione Lombardia. È stata lei stessa a farlo sapere attraverso una nota stampa divulgata durante la mattinata di mercoledì, aggiungendo di avere atteso l'esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo “per rispetto dei cittadini” e “con senso di responsabilità, in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese”.

Le dimissioni arrivano dopo mesi di rapporti complicati tra lei e il centrodestra, ma anche tra lei e il presidente Attilio Fontana in ordine a chi avrebbe dovuto candidarsi a presidente della Regione nel 2023. Fontana, forte anche del sostegno almeno ufficiale dei partiti di centrodestra, aveva spiegato come si fosse ormai incrinato il rapporto di fiducia con la sua vicepresidente, ora Moratti conferma che questa fiducia è venuta meno.

Ma Moratti, comunicando le sue dimissioni, va oltre e parla di “forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi”. Un atto d'accusa molto forte verso una giunta, parole che lasciano presagire la possibilità di candidarsi alla guida della Regione autonomamente. Magari con il Terzo Polo, che ha già detto di essere pronto a valutare un sostegno all'ormai ex vice di Fontana a patto che “lasci la giunta”; dado ormai tratto, quello. E poi c'è anche la partita legata alla Fondazione Olimpiadi 2026 a tenere banco.

“Le dimissioni della vicepresidente Letizia Moratti non sorprendono visti i rapporti con Fontana e la sua maggioranza e sono una scelta conseguente coerente. Moratti sostiene quanto diciamo da sempre: Fontana e il centrodestra hanno malgovernato la nostra Regione e sono incapaci di dare nuovo slancio alla Lombardia. Il centrodestra lombardo è in crisi e l'avvio di questo Governo rafforza la convinzione che non sia in grado di affrontare i veri problemi e l'avvio da incubo su medici novax e provvedimenti pasticciati ne sono la prova. La nostra posizione non cambia e anzi oggi più che mai è valida: siamo al lavoro per dare in tempi rapidi ai lombardi un progetto di rinnovamento per vincere le prossime elezioni, parlando a tutti i cittadini, e con la volontà di girare finalmente pagina dopo quasi 30 anni”, ha commentato il consigliere regionale e segretario regionale di Azione Niccolò Carretta.

L'ultimo strappo: la politica anti-Covid

Moratti, tornando alla stretta attualità, parla esplicitamente di "provvedimenti contraddittori” sulla lotta alla pandemia covid. Da una parte l'obbligo di mascherine in ospedali e Rsa, seguendo la linea degli esperti della cabina di regia lombarda. Ma, dall'altra, l'anticipo del reintegro dei sanitari non vaccinati, il condono sulle multe e “la diversa sensibilità sull'importanza dei vaccini”. “Tre esempi - scrive Moratti - emblematici di una diversa impostazione politica” in ambito sanitario e di lotta alla pandemia.

“Credo - continua l'ormai ex vice presidente della Lombardia - che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi, riuscita grazie allo straordinario senso di responsabilità civica dei cittadini lombardi, così come all’enorme impegno di medici, infermieri, militari, protezione civile e volontari, protagonisti di un processo che ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura. Un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido”.

Gli attacchi dalle minoranze: “Fontana dimettiti”

“La farsa è terminata. Letizia Moratti, chiamata a salvare il centrodestra dai disastri del duo Fontana-Gallera e dall’incapacità di gestire la pandemia, se ne va sbattendo la porta, certificando il fallimento di questa Giunta. Fontana, ancora una volta, non ha avuto la forza di decidere e ha atteso passivamente l’ennesimo ceffone. Dopo i fatti di oggi riteniamo che questa disastrosa esperienza di governo debba terminare. Attendiamo le dimissioni a ruota dello sfiduciato presidente, alla guida di una Giunta inoperosa e bloccata dalla fuga degli assessori verso il Parlamento. Da sottolineare come il primo vero atto degno di essere ricordato dell’assessore Moratti, da quando si è insediata, sia quello di sfiduciare il governo della Lombardia e quello Nazionale. Il culmine del suo lavoro è stato quindi il comunicato di oggi. Un percorso studiato a tavolino verso la propria candidatura, che di fatto ha dimenticato le esigenze dei cittadini lombardi”, ha commentato Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle. 

“La decisione della Moratti non ci coglie di sorpresa: è sotto gli occhi di tutti che il centrodestra lombardo sia completamente allo sfascio, diviso sui temi più importanti. Da mesi il Consiglio Regionale era fermo proprio per l’incapacità da parte della maggioranza di portare avanti una linea comune. Tutto questo mentre i cittadini attendono ancora in coda fuori dalle strutture sanitarie a causa di liste di attesa infinite. È evidente che i politici di centrodestra non stessero affrontando i veri problemi importanti dei lombardi: continuiamo ad attendere risposte sul caro-bollette e su emergenze sociali ed economiche. Oggi cade il velo sull’ipocrisia di questi mesi ed il completo disinteresse da parte di Lega, Forza Italia e Fratelli D’Italia sulla Lombardia. Per questo come Movimento 5 Stelle chiediamo subito le dimissioni del presidente Fontana”, gli ha fatto eco il penstellato comasco Raffaele Erba.

“Le dimissioni dell’assessora Moratti hanno certificato quello che da tempo sosteniamo: il centrodestra lombardo non esiste più. Perché si è rotto il patto tra quei partiti che avevano formato non una coalizione, ma un cartello elettorale. Una compagine politica inaffidabile, incapace di vere azioni a favore dei cittadini. Di più, un gruppo di potere dannoso, perché supino a interessi esterni all’amministrazione regionale. La durezza delle accuse della Moratti nei confronti di Fontana, della sua Giunta ma anche del Governo, sono verità che da tempo abbiamo denunciato, anche attraverso campagne di mobilitazione tra i lombardi, come quella contro la lungaggine delle liste di attesa. Le dimissioni della vicepresidente Moratti sono la sconfessione degli atti che lei stessa ha votato e portato avanti con il presidente Fontana per lungo tempo. Adesso è il tempo di una vera svolta, l’alternativa che questa regione aspetta. E tutte le forze, a partire dal Partito Democratico, che in questi anni hanno fatto opposizione in Regione sono le vere e credibili candidate alla successione”, ha aggiunto Vinicio Peluffo, segretario del PD lombardo.

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