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Ludopatia, Sindaci lombardi contro il Governo: il decreto non ci tolga la facoltà di agire

Anche il Comune di Lecco sottoscrive la lettera al Premier e ai Ministri

Anche il Comune di Lecco si unisce agli altri capoluoghi lombardi e sottoscrive la lettera, diretta al Presidende del Consiglio e ai Ministri, in cui si chiede di non togliere alle amministrazioni comunali la facoltà di stabilire gli orari di accensione delle slot machines nei pubblici esercizi, né la possibilità di vietare l'installazione delle "macchinette" stesse in determinati luoghi sensibili come scuole, centri anziani e ospedali.

Una presa di posizione netta, quella dei Comuni lombardi, che ha lo scopo di mantenere la facoltà degli amministratori locali di salvaguardare lo stato di salute dei cittadini: «La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma è una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse - spiega l'Assessore Ivano Donato - La normativa di riferimento ha già inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (Lea), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia. Il Sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio e il Consiglio comunale condivide questa responsabilità».

La firma della lettera al Governo arriva in concomitanza con la sentenza del Tar lombardo, che ha giudicato infondato il ricorso presentato da un esercente lecchese contro la decisione di palazzo Bovara di stabilire orari definiti in cui le slot machine devono rimanere spente: venerdì 13 marzo, infatti, il Tribunale amministrativo regionale ha ribadito, nella sentenza, la legittimità del provvedimento comunale e la facoltà del Comune di emetterlo.

Facoltà che rischiano di essere cancellate dal decreto in discussione a Roma: «Il Governo sta per compiere un errore fatale, - spiega ancora Donato - priverà gli amministratori della possibilità di contrastare la diffusione di una patologia, con le cui conseguenze gli amministratori stessi e il Sindaco in primis, dovranno poi confrontarsi, senza alcuna più possibilità di intervenire».

La regolamentazione degli orari e la "mappatura" delle zone più sensibili, si legge nella lettera dei Sindaci lombardi, sono alcuni dei pochi strumenti di cui gli amministratori locali dispongono per frenare il fenomeno, ed è necessario che queste possibilità rimangano nelle mani dei Sindaci che, essendo più a contatto con il territorio, possono cogliere meglio le criticità della singola area.

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