«È da circa 20 anni, da quando era ancora direttore Rotasperti, che sento parlare della chiusura dell’ospedale di Merate. Un’ipotesi che non si è mai verificata finora e che resta priva di fondamento». Con queste parole Antonello Formenti, consigliere regionale della Lega, interviene in merito alla raccolta firme relativa al futuro dell’ospedale San Leopoldo Mandic. 

«Giuste le preoccupazioni del territorio - prosegue Formenti - ma paventare la chiusura dell’ospedale è fuori da ogni logica. In primo luogo si tratta di un presidio sanitario fondamentale per il territorio. Va poi sottolineato che negli ultimi anni sono stati fatti parecchi investimenti e altrettanti ne sono previsti per i prossimi. La delibera regionale di programmazione ha previsto ad esempio 16 milioni e 600 mila euro per interventi strutturali sul San Leopoldo Mandic. Sono convinto - incalza il consigliere regionale leghista - che occorra la massima attenzione sull’evolversi della situazione, con la speranza di lasciarci alle spalle la pandemia in atto. Non solo quindi è possibile confermare che non vi sarà nessuna chiusura ma si sta lavorando per un progressivo potenziamento dell’ospedale di Merate».

«Giusto ascoltare le ragioni degli ambulanti, siamo qui per farlo»

Sul tema è intervenuto anche Daniele Butti, referente della Lega - Salvini Premier per la provincia di Lecco. «Puntuali come un orologio svizzero ogni anno il Pd locale di Merate fa uscire lo spauracchio della chiusura dell’ospedale Mandic - attacca Butti - Le Fake news a nulla servono se non alla ricerca di un consenso, ma se neppure le smentita ad opera del governatore Fontana, avvenuta in occasione del sopralluogo dell’hub di Cernusco Lombardone “Non c’è nessuna volontà politica di chiudere", fosse servita a placare i dubbi è segno evidente di una strategia politica volta alla disinformazione. Oggi, con la conferma della voglia di investire su quel presidio ospedaliero espresse dal nostro consigliere regionale Formenti, vogliamo mettere il punto su una situazione che è andata avanti per troppo tempo».