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Confindustria Lecco, Maggi:"Il Paese deve dotarsi di riforme per fare impresa"

Nei dati emersi durante l'Osservatorio congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como relativo a maggio 2014, si nota uno scenario di diffusa stabilità

I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Unindustria Como relativo al mese di maggio 2014 evidenziano uno scenario di diffusa stabilità.

Per i principali indicatori esaminati, relativi ad ordini, produzione e fatturato, si riscontra stabilità, rispetto a quanto registrato ad aprile, per circa la metà del campione.

Nel caso della domanda, lo scenario risulta ancora in rallentamento sul fronte domestico mentre gli scambi con l’estero manifestano più dinamismo.

Diverso è quanto emerso per il fatturato che risulta essere stazionario.
Come emerso nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio, i casi di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, il ristretto orizzonte temporale di visibilità sul portafoglio ordini e i rapporti con gli istituti di credito risultano critici.

“L’osservatorio lascia emerge un quadro prevalentemente stabile. Come tutti ben sappiamo, però, veniamo da una lunga stagione di sofferenze, che per molti non è ancora terminata. Non ci possiamo quindi certo accontentare della stabilità e l’obiettivo da perseguire è quello della competitività e la crescita. Credo che non si possa dire che le imprese in questo abbiano fatto mancare il proprio impegno; è invece il contesto del sistema Paese che deve necessariamente mutare le condizioni del fare impresa attraverso la strada delle riforme, del taglio agli sprechi e dell’efficientamento della macchina pubblica” – commenta il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi.

L’analisi della domanda per le aziende di Lecco e di Como evidenzia ancora una volta un andamento diversificato in base alla tipologia di mercato analizzato. Sul fronte interno, in maggio rispetto al mese di aprile, si registra una stagnazione; la percentuale dei giudizi indicanti un rallentamento (27,8%) risulta superiore, seppur di poco, rispetto alla percentuale di giudizi di crescita (25,2%). Per il rimanente 47% del campione la situazione risulta invece invariata.

Nel caso dell’export invece, a prevalere sono i giudizi di crescita (29,5%) sui giudizi di diminuzione (22,5%), mentre per il rimanente 48,1% permane la fase di stabilità.

Anche l’analisi delle sole imprese lecchesi fa emergere un quadro analogo, seppur con percentuali leggermente diverse.
“Da tempo, la presenza sui mercati esteri da opportunità si è trasformata in necessità di sopravvivenza per le aziende del nostro territorio, così come per le aziende dell’intera nazione – afferma Giovanni Maggi. Le manovre e le riforme degli ultimi anni evidentemente non sono state sufficienti a rilanciare una domanda interna che, nonostante i timidi segnali di ripresa della prima parte dell’anno, stenta a decollare. E’ da tempo che Confindustria incalza i diversi Governi che si sono succeduti ad essere più incisivi. In questo momento non bastano i piccoli cambiamenti e i piccoli ritocchi, occorre invece fare delle scelte importanti e decisive, che consentano di invertire nettamente il trend negativo”.

Anche i dati sull’attività produttiva per le imprese delle due province evidenziano una fase di stagnazione.
Il 56,8% del campione ha indicato stabilità dei livelli produttivi rispetto al mese precedente, mentre i giudizi di diminuzione (22,6%) e aumento (20,5%) si bilanciano. Il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva in maggio si è attestato al 73,4%, in dimuzione rispetto a marzo.
I dati della provincia di Lecco evidenziano un maggiore rallentamento della capacità produttiva. Un’impresa su quattro, infatti, ha espresso un giudizio di rallentamento, a fronte di un 13,6% che ha invece indicato un incremento rispetto ad aprile.

La situazione risulta stagnante anche per il fatturato delle aziende dei due territori.
Percentuali identiche sia nei giudizi di diminuzione che di crescita (30,5%), mentre stabilità rispetto al mese precedente viene indicata dal 39% del campione. Meno favorevole il dato lecchese che, nonostante una prevalenza di giudizi di stabilità (42,6%), evidenzia una percentuale maggiore di giudizi di contrazione (31,1%) rispetto a giudizi di crescita (26,2%).
Le previsioni delle imprese delle due province indicano il permanere, per le prossime settimane, della situazione riscontrata in maggio. Il 60,8% del campione esprime infatti un giudizio di stabilità che rappresenta l’indicazione prevalente. I giudizi riguardanti la diminuzione (17,6%) e la crescita (21,6%) risultano più contenuti e tendono invece a bilanciarsi.

Le imprese di Lecco e di Como continuano a registrare forti criticità per quanto riguarda i casi di insolvenza e ritardo nei pagamenti. Il fenomeno interessa oltre il 60% del campione e la situazione non risulta in miglioramento rispetto ai mesi precedenti, così come indicato da oltre l’82% delle imprese aderenti all’indagine.
Non si registrano particolari cambiamenti sul versante occupazionale per le impresedelle due province.

Lo scenario che emerge è quello di una forte stabilità che raggiunge l’89,5% dei giudizi totali, con indicazioni di aumento e diminuzione che tendono a bilanciarsi.

“I dati - afferma Giulio Sirtori, direttore di Confindustria Lecco - indicano stabilità anche per il nostro territorio. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che vi sono purtroppo realtà che stanno tuttora attraversando situazioni delicate. Credo che ci vorrà ancora del tempo, e soprattutto riforme serie, prima che la stabilità si trasformi nella ripresa che tutti ci auguriamo anche sul fronte occupazionale”.

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