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Teleriscaldamento, i Cinque stelle: "Non bruciamoci anche le regole democratiche"

I pentastellati lecchesi contro Colombo: "Confronto sul progetto è necessario e democratico"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Il dibattito che sta sempre più crescendo in Città e nel territorio in merito all’affidamento pluriennale del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a SILEA registra nuove puntate che meritano alcune sottolineature e precisazioni.

Lo scorso martedì 1 dicembre il Consiglio Comunale di Lecco, che rimane la Città capoluogo, ha votato all’unanimità, l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento, fino al 2029, alla società SILEA.

Un atto, a nostro giudizio dovuto, considerando che questa Società, di proprietà dei Comuni del territorio, ha, o per meglio dire dovrebbe avere, questa attività come missione aziendale.

L’anomalia, positiva, è che questo voto sia avvenuto all’unanimità dopo le necessarie precisazioni di non automatica adesione al devastante progetto di teleriscaldamento, sul quale dovrà avviarsi quel necessario e, fino ad ora inesistente, confronto democratico.

Non ci iscriviamo alla partita mediatica che vuole individuare vincitori e vinti, che pure sembra appassionare tanto alcuni consiglieri di maggioranza e tagliare trasversalmente altre forze politiche, ma plaudiamo ad un metodo di confronto e dibattito, finalmente democratico, che, se ripetuto, potrà solo portare beneficio ai cittadini lecchesi ed ai loro numerosi problemi. Un contributo a tutto tondo apprezzabile.

Chi non sembra capace di nascondere la propria stizza ed il proprio malcontento, nel vedere la politica riappropriarsi del proprio ruolo, è l’Amministratore Unico di Silea, Mauro Colombo. Forse sorpreso dal non aver registrato un’approvazione “bulgara” del proprio diktat, come avvenuto in altri Comuni del territorio che hanno approvato il documento “velina” preparato dalla Società senza se e senza ma, non ha perso occasione per dare fiato alla bocca con un intervento, che non aggiunge nulla ai suoi passati interventi in merito.

Il nostro supereroe dell’incenerimento, ancora una volta, pretende di dettare le linee politiche in tema di raccolta e di incenerimento, dimenticando che tale compito e ruolo è di spettanza di chi è stato legittimamente eletto e siede nei banchi delle Istituzioni.

Sono i Consigli Comunali, tra l’altro espressione di quei Comuni che sono i suoi datori di lavoro, i depositari del definire, nell’interesse dei cittadini, le linee programmatiche alle quali Lui, come Amministratore della Società partecipata, deve attenersi. Per questo il confronto democratico non solo è legittimo, ma anche doveroso. Se non lo capisce, o non lo accetta, è probabilmente doveroso che rifletta sulla opportunità di rivestire quel ruolo.

Persino nel merito delle cifre le sue dichiarazioni sono preoccupanti. Lui dice “L'impianto di termovalorizzazione è comunque autorizzato ad operare fino al 2030 al massimo carico termico (163.020 Mj/ora). Il calore prodotto dall’impianto, tolta la parte necessaria utilizzata per produrre energia elettrica, viene attualmente disperso: si parla di circa 100 mila MWt.”

Nel progetto è scritto, e nelle sue dichiarazioni è ribadito, che l’eventuale, ed a nostro giudizio non auspicabile, teleriscaldamento, sarà in funzione dal 2019 e che genererebbe, a pieno carico e senza intoppi, alle tariffe attuali, tutte da confermarsi sul periodo, un fatturato di circa 8 milioni di euro annui.

Ciò potrebbe forse avvenire nel caso di assenza di intoppi ed imprevisti, sempre da prevedersi, con sempre e costante massimo carico termico e, quindi, con la necessaria ricerca di sempre maggiore quantità di rifiuto dalla provenienza e composizione incerta da incenerire,  con tariffe stabili e sempre elevate.

Una condizione ottimale difficilmente raggiungibile.

Inoltre, nell’affermare ciò, Mr. Scintilla, così  chiameremo ora ed in futuro il nostro supereroe, dimentica, volutamente, i costi inizialmente previsti ed, evidentemente sottostimati, di 55 milioni di euro di investimento, tutti da verificare e, probabilmente, largamente insufficienti, oltre ai danni sociali (città sventrate), ambientali (ricadute fumi ed emissioni di polveri ultrasottili) e sanitarie (incidenze sulle salute).

In poche parole un progetto che, nella migliore delle ipotesi, non solo non genererà i ricavi dichiarati dall’Amministratore Unico, ma anzi, potrebbe, presumibilmente, determinare perdite più o meno rilevanti, generando, questo sì, danni collaterali enormi per i cittadini dei territori interessati.

Un progetto che per poter essere attuato impedirà la messa in atto delle linee di indirizzo uscite dal nostro Consiglio Comunale, orientate all’incremento delle raccolte differenziate ed alla riduzione di rifiuti indifferenziati prodotti.

A nostro giudizio un esempio di cattiva gestione e di scarsa managerialità che espone la Società al rischio di un flop anche economico e che fa seguito, e vuole coprire, i macroscopici errori compiuti con il potenziamento del forno portato a 123.000 tonnellate annue a fronte di una necessità provinciale di poco più di 50.000 tonnellate annue e quindi ad una capacità impiantistica ampiamente sovradimensionata rispetto alle esigenze del territorio. Ora basta!

Colombo smetta di ricoprire ruoli e prerogative che non sono proprie della sua funzione e si occupi di ciò per cui è retribuito: far funzionare al meglio SILEA.

Si occupi di risolvere il problema della sporcizia delle nostre strade sempre più indecorose. Si occupi di migliorare il sevizio di raccolta e ridurre costi e tariffe a carico dei cittadini. Si occupi di risolvere i problemi del compostaggio di Annone con tutti i connessi danni ambientali e di odori, che tanto hanno procurato disagio alle popolazioni limitrofe. Questi sono i suoi compiti e su questo gli chiediamo risposte concrete.

Lasci gli indirizzi politici a chi è preposto a farlo.

Allarmante ed inquietante, poi, e che prontamente restituiamo al mittente (Mister Scintilla), è l’affermazione che il Comune di Lecco debba stare attento perché in fondo è socio solo al 23%. Come dire noi controlliamo gli altri voti, tutto da dimostrare, e facciamo ciò che vogliamo. Un messaggio trasversale inaccettabile.

Dal dibattito in Consiglio Comunale di Lecco, inoltre, è emerso, ed è stato scritto nero su bianco nel documento approvato unanimemente, che gli Amministratori che nella precedente legislatura hanno rappresentato la Città nei rapporti con SILEA, hanno definito indirizzi e, non dimentichiamolo, contribuito a deliberare ingenti spese sempre a danno dei cittadini, senza avere il mandato dei Consigli Comunali.

In poche parole hanno agito in una autonomia incontrollata ed incontrollabile in palese violazione dell'articolo 42 del Testo Unico degli Enti Locali, comma 2, paragrafo g), il quale a proposito delle "Attribuzioni dei Consigli Comunali" sancisce che  il Consiglio Comunale ha competenza in materia di indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza. Un deficit di democrazia che, probabilmente, tanto piace anche al p.i. Mauro Colombo.

La nostra richiesta ed auspicio, è che questa vicenda non si chiuda solo con le scuse di Sindaco ed Amministrazione, ma che su tutto ciò si indaghi a fondo e si faccia chiarezza. Se qualcuno è andato al di là delle sue deleghe e prerogative di legge, venga perseguito nei luoghi propri da chi ne ha titolo e funzione.

Movimento cinque stelle Lecco

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