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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso / Santo Stefano / Viale Filippo Turati

“Violenza in ‘viale’? Non basta indignarsi o mandare la polizia”

Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco, commenta gli ultimi avvenimenti

Non si placano le polemiche attorno alla situazione vissuta in viale Turati. Tra venerdì e sabato si sono registrati nuovi atti di violenza nella zona compresa tra la farmacia e il supermercato del rione di Santo Stefano. Ma il problema è più ampio: “La cronaca di questi giorni evidenzia i fatti, le risse in viale Turati o alla stazione di Lecco. Inevitabili gli interventi di opinionisti e politici. Ma sarebbe un grave errore occuparci dei casi di viale Turati senza affrontare il vero problema che sta alla radice del disagio sociale e non riguarda certo solo la città di Lecco”. Il parere è di Corrado Valsecchi, capogruppo in Consiglio comunale di Appello per Lecco.

“Ho in mano la foto di un mio conoscente al quale, in Brianza, hanno fratturato la mandibola con un cazzotto solo per aver chiesto a un ragazzo di non bestemmiare - allarga lo sguardo il già assessore durante la Giunta Brivio bis -. Non possiamo derubricare lo scenario che coinvolge due anni di pandemia a un problema del solo viale Turati. Il problema c'è e la vigilanza va rafforzata, ma il nostro sguardo è l'attenzione istituzionale si deve riversare necessariamente sul profondo disagio psicologico che colpisce i giovani in modo particolare; sono coloro che più di tutti hanno sofferto questi terribili anni di distanziamento sociale. Basta chiedere a psichiatri e psicologi quale è la situazione, basta chiederlo ai medici del pronto soccorso, non solo di Lecco ma dell'Italia intera e oltre”.

“Non bastano le forze dell'ordine”

“Va bene parlare delle risse in viale Turati, vedere i filmati dei residenti - conclude Valsecchi -, sostenere l'indignazione popolare, ma bisogna renderci conto che dobbiamo fare molto di più come istituzioni ricercando soluzioni che possano contribuire a riportare una sana socialità attraverso iniziative che impegnino tutta la comunità ad affrontare i problemi, comprendendo che gli eccessi e gli episodi di violenza non potranno essere risolti, solo ed esclusivamente, con la richiesta di intervento delle forze dell'ordine. Facciamo in modo tutti quanti di contribuire a ridurre il disagio giovanile attraverso l'ascolto e anche il confronto con queste generazioni, mettendoci in gioco perché, ricordiamoci, si tratta pur sempre dei nostri figli o dei nostri nipoti”. Il tema, insomma, è decisamente delicato.

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