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Salute

"La Lombardia SiCura": parte la raccolta firme

La campagna promossa anche nel Lecchese per dare voce ai cittadini e chiedere più servizi per la sanità. "Basta liste d’attesa infinite e tagli alla medicina territoriale"

"La Lombardia SiCura". È questo il nome della campagna promossa da associazioni, sindacati e partiti politici per dare voce ai cittadini lombardi sul tema della sanità attraverso una raccolta firme da inviare alla Regione. La petizione entrerà nel vivo anche sul territorio lecchese a partire da domani, venerdì 1° marzo, e nasce a seguito della decisione, da parte del Consiglio regionale, di dichiarare inammissibile la proposta di referendum avente l’obiettivo di abrogare quelle parti della legge sanitaria regionale n. 33/2009 che stabiliscono l’equivalenza tra sanità pubblica e privata.

I promotori

In una conferenza stampa sono state illustrate le motivazioni della campagna da parte dei soggetti promotori: Arci Lecco Sondrio (con Davide Ronzoni), Cgil Lecco (Diego Riva), Federconsumatori Lecco (Alfredo Licini), FP Cgil Lecco (Teresa Elmo), Movimento 5 Stelle (Christian Perego), Partito Democratico (Manuel Tropenscovino), Psi (Mario Levati), Sinistra italiana (Giuditta Pacchiarini), Spi CGil Lecco (Luigia Valsecchi).

Il referendum

"In attesa che il tribunale di Milano si pronunci sul ricorso presentato in merito alla bocciatura del referendum, i soggetti promotori hanno deciso di muoversi su un altro fronte, per dimostrare che le persone non sono disponibili a tollerare ulteriormente le distorsioni del sistema sanitario regionale - hanno spiegato i promotori della raccolta firme - In base alla nostra Costituzione, la programmazione e la gestione delle politiche sanitarie sono di competenza regionale, a partire dai Lea individuati dallo Stato".

"Le scelte politiche sbagliate di Regione Lombardia negli ultimi 30 anni hanno prodotto liste d’attesa infinite, diseguaglianze per reddito nell’accesso alle cure, smantellamento della medicina territoriale, sbilanciamento verso un privato che si muove spinto solo da una logica di profitto, incapacità di garantire le prioritarie azioni di prevenzione (per esempio in merito alla sicurezza sul lavoro), peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari".

Le richieste

Per far fronte a tutti questi problemi, la petizione si concentra su 5 punti:

  1. "L'istituzione di un Centro Unico di Prenotazione (Cup), che dovrà disporre delle agende di tutte le strutture pubbliche e private contrattualizzate e potrà così fissare visite ed esami nel territorio di residenza del cittadino. Le strutture private contrattualizzate saranno obbligate a consegnare le proprie agende, pena la sospensione dei contratti".
  2. "L'abbattimento delle liste d’attesa da perseguire attraverso: controlli periodici per verificare che non siano chiuse le agende (pratica vietata) e che non vi sia alcun tentativo di trasferire la richiesta del cittadino dal pubblico al privato; interruzione temporanea dell’intramoenia nelle strutture sanitarie che non rispettano i tempi d’attesa indicati sulle prescrizioni".
  3. "Soppressione della pratica dei medici a gettone, stabilizzazione a tempo indeterminato del personale sanitario precario, nuove assunzioni e valorizzazione, anche economica, del lavoro di tutti gli operatori sanitari".
  4. "Prevedere, per gli ospiti delle Rsa e delle Asp, che la copertura dei costi sanitari sia interamente a carico di Regione Lombardia, sgravando così le rette delle famiglie".
  5. "Potenziamento dei servizi territoriali e in particolare di consultori pubblici, servizi di salute mentale, medicina del lavoro, servizi di prevenzione, sicurezza alimentare".

"Cittadini arrabbiati e rassegnati"

I promotori della campagna "La Lombardia SiCura" hanno quindi ricordato: "Nel territorio lecchese la situazione è particolarmente critica. Nel 2023, tra pensionamenti per raggiunti limiti di età ma soprattutto per dimissioni volontarie e richieste di trasferimento, dall’Asst Lecco se ne sono andati 244 operatori su un totale di poco più di 3mila dipendenti; il Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) dell’ospedale Mandic di Merate è chiuso e quello del Manzoni di Lecco rischia la stessa fine; il punto nascita di Merate ha la sorte segnata".

"I cittadini sono arrabbiati e rassegnati al fatto che per curarsi, diritto fondamentale sancito dalla Carta costituzionale, sia necessario pagare se non si vogliono attendere mesi o addirittura anni. La raccolta firme avrà inizio ufficialmente venerdì 1° marzo e coinvolgerà i luoghi pubblici, con banchetti e presidi nelle piazze e nei mercati, e i luoghi di lavoro".

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