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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sanità. Al "Manzoni" di Lecco il sistema robotico da Vinci Xi di ultima generazione

«Un percorso di innovazione che ha condotto la struttura a potenziare il programma multidisciplinare di chirurgia robotica in risposta alle esigenze di cura del territorio»

Una storia d'innovazione clinica e tecnologica quella dell’Ospedale "Manzoni" di Lecco che celebra, con l’acquisizione del nuovo sistema da Vinci Xi, un traguardo importante: dieci anni di chirurgia robotica che «accreditano il centro come punto di riferimento di eccellenza per tutto il territorio», come spiegato dal Dg Paolo Favini nel corso della presentazione. Si segna così un altro passo importante nel percorso del nosocomio con l’introduzione del sistema da Vinci Xi prodotto dall'ab medica di Cerro Maggiore, la piattaforma robotica di ultima generazione che è diventato un emblema della precisione e dell’efficacia in sala operatoria.

Il chirurgo, seduto alla console, guida i bracci robotici tramite manipoli che riescono ad azzerare il tremore fisiologico della mano, assicurando al gesto operatorio una precisione e una fermezza estreme. Anche la visione del piano operatorio è decisamente magnificata, con una risoluzione dei dettagli aumentata di 10 volte, e resa tridimensionale. A tutto questo si affianca una libertà di movimento su ben sette assi e con una rotazione di 540 gradi, nettamente maggiore rispetto a quella della mano di un essere umano. Una tecnologia che amplifica e rende ancora migliori le capacità del chirurgo. A settembre 2020 sono più di 5600 le piattaforme da Vinci distribuite nel mondo. Dopo gli Stati Uniti, in cui sono presenti oltre 3.500 sistemi robotici, l’Europa conta più di 990 installazioni. Ad oggi In Italia sono 130 i sistemi da Vinci sul territorio. In Italia, nel 2019 si sono effettuati più di 23.810 interventi con il robot da Vinci, con un incremento di oltre il 16,5% rispetto al 2018. 

Il robot di ultima generazione prende il posto del suo antenato tramite il nuovo noleggio operato dall'Asst Lecco. «Siamo sicuramente tra quelli che, in Italia, hanno una delle storie più lunghe relative alla chirurgia robotica in ginecologia e urologia, prima applicazione per cui è nata la specialità - ha illustrato Favini prima di lasciar spazio ai suoi Primari -. E’ una forte innovazione tecnologica all’interno di una struttura ospedaliera che già da dieci anni fa dell'innovazione. L’attrezzatura è usata in maniera multidisciplinare in tutte le sue utilità. La vedo messa a disposizione degli ospedali che non l’hanno e non l’avranno grazie a una rete tessuta con Regione Lombardia. Oggi Lecco torna nuovamente tra le eccellenze lombarde». Il percorso decennale di chirurgia robotica del centro ospedaliero lecchese lo posiziona oggi tra le prime tre strutture italiane per volume di procedure robotiche ginecologiche, a fianco di grandi centri ospedalieri come il Policlinico Gemelli di Roma e l’Ospedale Cisanello di Pisa. 

DG Favini-2

Con il passare del tempo l'utilizzo del robot è cresciuto esponenzialmente:

  • Ginecologia, Dottor Pellegrino: in 10 anni è passato 21 casi (2010) a 156 casi nel 2019.
  • Urologia, Dottor Scuzzarella: 137 casi nel 2019.
  • Chirurgia generale, Dottor Zago: 65 casi 2019, posizionando il presidio di Lecco come secondo per volumi in chirurgia generale robotica in Lombardia.

Pellegrino-Zago-Scuzzarella-2

«Sempre meno interventi ginecologici a cielo aperto»

«L’evoluzione dei macchinari ha portato all’utilizzo multidisciplinare del macchinario - ha spiegato il Primario della Divisione di Ginecologia e Ostetricia dott. Antonio Pellegrino -. Per quanto riguarda la ginecologia, senza tornare sui vantaggi della chirurgia microinvasiva, si è registrato un aumento del 30% su base annua degli interventi. Sono sempre meno gli interventi che si fanno a cielo aperto, un fattore positivo e da continuare a incrementare. Noi, inoltre, chiudiamo il reparto il sabato mattina, permettendo all’Azienda di risparmiare delle risorse importanti. Negli ultimi dieci anni si è parlato tanto dei costi, in maniera negativa, legati alla robotica: a Lecco abbiamo superato la numerosità dei casi che permette di ammortizzarli; inoltre, non si contano mai i vantaggi legati all’obesità, problema crescente nella popolazione. Le complicazioni di chi soffre di questa patologia sono scese fino allo 0,5%, il che significa una minore ospedalizzazione e una riduzione degli stessi costi. Ritengo non etico trattare il tumore della prostata e altre tipologie a cielo aperto. Questi pazienti devono essere mandati in centri di riferimento per la chirurgia robotica». Un cenno alle Università: «Devono prendere in considerazione delle specializzazioni in questo ambito, visto che rappresenta il futuro della chirurgia».

«Urologia, vantaggi incredibili dalla robotica»

«Vengo da un’esperienza laparoscopica decennale, ma il passaggio alla robotica ha dato vantaggi incredibili - ha aggiunto il Primario di Urologia, dal 2018, dott. Salvatore Scuzzarella - . L’ulteriore step in avanti ha accentuato maggiormente questo trend, già positivo. Il reparto di urologia soffre della concorrenza di molte strutture vicine, ma noi dreniamo molta utenza da coloro che non praticano la chirurgia robotica nelle zone limitrofe. Le patologie trattate sono di ogni genere, oncologiche comprese e con la prostatectomia su tutte. Un’ospedale all’avanguardia come il “Manzoni” non può prescindere da un macchinario come questo e un incremento delle risorse umane ne permetterà un utilizzo ancora maggiore. Se non avessi questo robot, molte delle patologie che tratto non le potrei più curare in loco, ma dovrei inviarle laddove questa piattaforma è presente e operativa. Il robot è programmabile e intelligente, si adatta automaticamente al tipo d’intervento da eseguire. La versatilità è una delle caratteristiche più importanti».

«In chirurgia generale attenzione particolare al tumore del colon retto»

«L’utilizzo pluridisciplinare rappresenta un fattore non comune, poichè altrove la piattaforma è affidata solamente a una disciplina e crea delle difficoltà di sostenibilità economica - ha concluso il Dott. Mauro Zavo, Primario di Chirurgia Generale -. Qui questa criticità non è presente grazie alla lungimiranza delle precedenti amministrazioni: in regime normale, infatti, il robot funziona per tutti e cinque i giorni feriali, se ne fa un utilizzo intensivo. Le prime applicazioni, in chirurgia generale, sono quelle relative al tumore del colon retto nonostante una competizione con le tecniche labaroscopiche microinvasive; altre applicazioni sono relative a tumori alla coda del pancreas, allo stomaco o, ancora, la ricostruzione della parete dello stomaco. La chirurgia di Lecco si propone di allargare le applicazioni delle tecniche robotiche, perchè ne deve trovare sempre di più».

Non da sottovalutare il lavoro sinergico tra i vari reparti: «Con la Ginecologia - esemplifica ancora il dott. Zavo - si confeziona una neo vescica in caso di tumori in quella zona».

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