I pochi pescatori rimasti a gettare le reti a Pescarenico e dintorni, garantiscono ancora oggi, oltre cento tonnellate di pesci all’anno: soprattutto agoni, i pregiati lavarelli o coregoni, le piccole alborelle, cavedani ma anche lucci, tinche, persici. È proprio il pesce di lago infatti, ad essere protagonista della cucina lecchese. Piatto tipico sono i missoltini: gli agoni (pesci simili alle aringhe) che vengono sviscerati subito dopo la pesca, passati nel sale e fatti essiccare al sole per circa cinque giorni. A questo punto possono essere affogati nell’aceto o grigliati, e serviti con polenta. Per quanto riguarda sempre il pesce di lago, rientra anche il risotto con i filetti di pesce persico, un piatto tradizionale del Lario, e lo squartone, il pesce di lago servito in salsa verde di basilico, aglio e pinoli. 

La polenta è un altro dei piatti umili e tipici della cucina lecchese, e ha un’infinità di variazioni sul tema (“polenta uncia”, polenta taragna, polenta e usei, ricotta di polenta, polenta e patate). Gustata insieme alla selvaggina, o a taglieri di formaggio, è una pietanza a cui è impossibile rinunciare. 

Per quanto riguarda invece la carne, una peculiarità lecchese ci riporta al Manzoni: i capponi che Renzo porta al dottor Azzeccagarbugli, che vengono cucinati dai lecchesi ripieni con prugne, castagne e uvetta. Sempre più ricercati i piatti a base di ungulati come capriolo e camoscio. Nella zona brianzola ottima è la “rustisciada”, piatto tipico fatto con lombo di maiale e salciccia rosolati con cipolle, il coniglio alla brianzola e il manzo alla California, oltre ai piatti classici come la “verzata”, la busecca o foiolo, i cotecotti con fagioli e tutti i prodotti della salumeria come le filzette ed i cacciatorini.

Attivissima a Lecco e in Valsassina, la produzione del formaggio di vacca e di capra: di straordinario livello la qualità di taleggio, robiola, quartirolo, ricotta e caprini. Sempre legati alla tradizione valsassinese, citiamo gli “scapinasc”, ravioli con ripieno di uvetta, amaretti e pane grattato.

Sulle tavole di Lecco, molti piatti e bicchieri vengono condivisi con la Valtellina: dai pizzoccheri al vino. Una volta la terra lecchese era generosa sul fronte della produzione vitivinicola, ma la tradizione svanì a causa della filossera. Solo le colline di Montevecchia mantengono alti i calici dell’antica tradizione. Limitata, ma di altissima qualità, anche la produzione di olio, che può vantare la Dop “Laghi Lombardi”.

Fra i dolci invece, spicca la miascia, a base di farina gialla con uvette, miele di produzione locale e frutta secca, e i caviadini, biscotti di pasta frolla e zucchero in grani.