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Ragni di Lecco: il fuoriclasse Matteo Della Bordella è il nuovo Presidente

Il giovane atleta eredita la carica che è stata di Fabio Palma fino a pochi giorni fa

E' Matteo Della Bordella il nuovo Presidente del Gruppo Ragni di Lecco. Il 33enne alpinista varesino, la cui elezione è avvenuta presso la sede del Cai di Lecco, eredita la carica che è stata a Fabio Palma. Al suo fianco i consiglieri Luca Passini, Simone Pedeferri, Carlo Aldè, Matteo De Zaiacomo, Luca Schiera, Dimitri Anghileri, eletti come membri del prossimo consiglio direttivo. Le cariche di revisori dei conti sono state affidate ad Alberto Pirovano, Villa, Mario Giacherio.

Della Bordella era candidato alla presidenza con Matteo Piccardi, 39 anni, bergamasco Guida Alpina.

Video | L'ultima impresa in Patagonia: ecco come si è riparato dal freddo con Schiera

Chi è Matteo Della Bordella (da Wikipedia)

Ha avuto le prime esperienze in montagna a dodici anni con il padre, che lo accompagnava nelle prime uscite. Per i primi sei anni si è dedicato soprattutto alle vie classiche di media difficoltà. Nel 2003 ha ripetuto varie vie classiche di VI grado sulle Alpi, tra cui la Philipp-Flamm sul monte Civetta, la Vinatzer-Messner in Marmolada, la Cassin sul Pizzo Badile e la Bonatti-Ghigo sul Grand Capucin. Nel 2005 ha salito a vista la via Attraverso il Pesce sulla Marmolada, nel giorno del suo compleanno e accompagnato dal padre. Nello stesso anno ha aperto in Wendenstöcke Portami Via in compagnia di Fabio Palma, ripetuta soltanto da Ueli Steck, Simon Anthamatten e Tommy Caldwell.

Dal 2006 è diventato membro dei Ragni di Lecco e due anni dopo del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI). Nel 2008 e 2009 ha vinto il Premio Cassin per la categoria alpinismo: nel 2008 per la via Coelophysis aperta con Fabio Palma in Wendenstöcke, e nel 2009 per la spedizione in Groenlandia. Ha viaggiato in vari paesi tra cui Inghilterra, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Patagonia e aperto vie nuove in Groenlandia, Messico, Wendenstöcke, Svizzera, Baffin, Pakistan.

Nel 2015 ha vinto il premio "Grignetta d'oro", conferito al miglior alpinista italiano sulla base dell'attività svolta nei due anni precedenti e della sua visione dell'alpinismo.

È laureato in ingegneria gestionale e dottorando presso l'Università Carlo Cattaneo di Castellanza.

Nel 2011 decide di tentare l'inviolata parete ovest della Torre Egger, in Patagonia, insieme all'altro Ragno di Lecco Matteo Bernasconi. Il primo giorno arrivano oltre il punto più alto raggiunto anni prima da Ermanno Salvaterra, ma successivamente la cordata è costretta a dodici gorni di attesa in una truna di ghiaccio, fino alla decisione di tornare l'anno dopo. Nel 2012 i due arrivano a soli 25 metri dall'uscita della via, fino a quel momento di 960 metri, dopo molteplici rischi ed avventure, ma proprio una caduta di Della Bordella li lascia sospesi nel vuoto ad un solo piccolo friend, e non se la sentono di riprovare. Nell'estate del 2012 Della Bordella compie altre ripetizioni di rilievo internazionale, e in ottobre si reca negli Stati Uniti, in Yosemite, dove sale in libera la via Freerider, dei fratelli Huber. A novembre decide allora di ritornare sulla parete ovest della Torre Egger, insieme a Matteo Bernasconi e al giovane Luca Schiera, di 22 anni. I tre arrivano a El Chaltén a fine gennaio, compiono una veloce ripetizione sulla Torre Standhart, ma poi per settimane attendono invano i tre giorni necessari di bel tempo. Il 25 febbraio Bernasconi è costretto a tornare, mentre Della Bordella e Schiera si recano alla base della Torre Egger e attendono per sette giorni l'arrivo di una finestra meteo favorevole. Domenica 3 marzo Della Bordella manda un sms dal telefono satellitare comunicando la riuscita della storica impresa.

Torre di Uli Biaho
Nel 2013, dopo il successo della Torre Egger, compie una nuova spedizione in Pakistan, con l'obiettivo di aprire una via sulla granitica Torre di Uli Biaho (6.109 m), nel gruppo di Trango. Il 17 giugno parte per il Pakistan con l'altro Ragno Luca Schiera, David Bacci, Silvan Schupbach, Saro Costa ed Arianna Colliard. Dopo una prima fase di acclimatamento e un primo tentativo esplorativo il 19 luglio parte dal campo base con i compagni Luca Schiera e Silvan Schupbach per tentare la vetta. Dopo aver bivaccato a circa 6.000 metri, il trio raggiunge la cima il 21 luglio. La parete di 500 metri è stata superata con 17 tiri, tutti in arrampicata libera fino al 6b+ ad eccezione di venti metri bagnati saliti in artificiale.

Nel Febbraio 2014 torna in Patagonia e con l'altro Ragno Luca Schiera e lo svizzero Silvan Schupbach effettua la prima combinazione dell'Aguja de la Silla, spigolo Est, con il Cerro Fitz Roy, via Californiana, per un totale di oltre 1800 metri di salita, di cui circa 500 di via nuova, effettuati in 4 giorni con tre bivacchi. Il nuovo concatenamento è stato chiamato "California sit start". Nel febbraio 2015, sempre insieme a Luca e Silvan ripete il pilastro Casarotto, aprendo una nuova e importante variante che lo supera in modo diretto, chiamata "Amaro vecchia romana". Nel Gennaio 2016, insieme a David Bacci, riesce nella prima ripetizione, e in stile alpino con arrampicata libera fino al 7b+, dell'impressionante via dei Ragni sulla parete Est del Fitz Roy, conclusa nel 1976 da Casimiro Ferrari e Vittorio Meles. Ben 40 tiri, oltre 1300 metri, superati in due giorni e due bivacchi.

Ma probabilmente fino al 2014 la sua spedizione più bella, quella più difficile e pulita dal punto di vista dello stile è proprio quella della Groenlandia nell'estate 2014. Matteo Della Bordella ed i compagni Svizzeri Silvan Schupbach e Christian Ledergerber sono partiti con i kayak da Ittoqqortoormiit, l'ultimo villaggio abitato sulla costa Est della Groenlandia, quindi dopo aver percorso più di 200 km in kayak, hanno coperto i restanti 25 km che li separavano dalla parete che volevano scalare a piedi ed il giorno successivo hanno attaccato la via. In 3 giorni hanno superato per primi l'impressionante parete Nord-Est dello Shark tooth, un muro di roccia di 900 metri verticali o strapiombanti, mai scalato. I 3 hanno effettuato la salita in completa arrampicata libera e a-vista, senza lasciare nessun tipo di materiale in parete. Successivamente il gruppo dopo aver effettuato altre due salite è rientrato con i kayak al paese di partenza per un totale di 32 giorni di spedizione "by fair means" in completa autonomia.

Nel 2015 sale questa volta in India la parete ovest del Bhagirathi IV (6193m, Garhwal, Himalaya indiano), con gli altri due Ragni di Lecco Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo. La parete è enorme e nessuno era mai arrivato oltre i 4 tiri per la sua pericolosità, (ci avevano provato anche Silvo Karo e Frank Knez) ma i tre giovani alpinisti salgono a vista e in stile alpino fino al 7c in arrampicata libera, dovendosi arrestare a cento metri dalla cima per un'ultima fascia di scisto marcia e non scalabile. Sarebbe stata probabilmente la più grande impresa extraeuropea di big wall degli anni 2000 ma rimane incompiuta.

Nell'estate 2016 Della Bordella si unisce agli altri due ragni di Lecco Luca Schiera e Matteo De Zaiacomo e a Nicolas Favresse e Sean Villanueva. Percorrono 250 km con gli sci, in 7 giorni completamente isolati, e tornano con il kayak, in otto giorni. In mezzo, 45 giorni nella Stewart Valley. "Così il 23 giugno siamo partiti alla volta del Great Sail Peak, con nei nostri zaini tutto l’occorrente per stare 12 giorni in parete e il sogno di essere i primi a scalare questo immenso muro in arrampicata libera. Le giornate di scalata sono passate lentamente ed alcuni tiri hanno richiesto diverse ore di studio e più tentativi per essere saliti in libera ..." Aprono vie fino al 7c in libera e tutte con protezioni naturali, intorno ai 1000 metri di sviluppo.

Nel 2017 insieme a Matteo Bernasconi e David Bacci supera l'inviolata parete est del Cerro Murallon, la più remota e isolata Muraglia della Patagonia. L’alpinismo e l’avventura dell’apertura di 'El Valor del Miedo’ (1000m, 90°, M6+, A2), via di ghiaccio e misto, è stata una salita effettuata in un giorno e mezzo ed in puro stile alpino. Non hanno lasciato materiale in parete.

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