rotate-mobile
Sport

Panathlon Lecco: "Le emozioni delle medaglie di legno di Sochi"

Al Panathlon Lecco è stata la serata del "dopo Sochi" in cui vi è stata l'opportunità di conoscere da vicino due protagonisti delle ultime olimpiadi invernali.

Un’atleta (Daniela Merighetti, bresciana, nazionale azzurra, “titolare” anche di una vittoria in coppa del mondo) e una giornalista (Elisa Calcamuggi, aostana, “gioca” nella squadra Sky, ma è anche maestra di sci e allenatrice federale.

Calcamuggi ha raccontato il “prima”, con le paure per la sicurezza, il timore che lo sport potesse essere utilizzato da qualcuno per politica. “In realtà non è stato così – ci ha detto – anche se dove entravi dovevi passare attraverso i metal detector; ma niente di ossessivo, comunque. Nel “durante”, invece, “la vita russa non l’ha vista nessuno: il parco olimpico era a trenta chilometri da Sochi, così come lontane dalla città erano le sedi delle gare di sci alpini e nordico. Tutto nuovo, tutto appena
costruito e che adesso apriranno al pubblico”.

Quel che è mancato, secondo le due ospiti, è stato il clima di festa e il pubblico. “Sono tanti quelli che volevano venire ma alla fine hanno rinunciato: l’organizzazione delle gare era perfetta, quella per i viaggi e i soggiorni insufficiente”.
Ma perché scegliere la “Ventimiglia del Mar Nero” come sede olimpica?
Calcamuggi chiama in causa Manuela Di Centa che ha giustificato la scelta come un motivo di sviluppo sportivo per la Russia; "così adesso i milionari di quel paese sapranno dove andare a sciare in casa loro, magari rinunciando alle Dolomiti? Vedremo…. Sotto il profilo prettamente sportivo la spedizione azzurra non può dire di essere soddisfatta, nonostante alcune “eccellenze” ci abbiano evitato di finire ancora più in basso nel medagliere".

Il fondo, ad esempio, è stato veramente un disastro e Gianfanco Polvara (che di olimpiadi ne ha corse sei) ha parlato di esito già scritto, vista la povertà di talenti in cui versa questo sport che, anni fa, era capace di far sognare tutti gli appassionati.

“Mancano gli atleti – ha detto il valsassinese Franco – e i corpi militari non aiutano più come prima. Adesso sono in corso cambiamenti, ma ci vorrà tempo per tornare ad avere atleti in grado di contrastare i più forti”.

Spese due parole su Innerhofer (“un grande campione con una grande forza di volontà” ha detto la Calcamuggi), Daniela Merighetti ci ha confidato che quella pista la sentiva sua, e che era sicura di far bene. “Purtroppo ho avuto un piccolo infortunio al ginocchio e sono stata tre giorni a letto: me la potevo giocare, ma purtroppo è arrivato il quarto posto”.

Già, il quarto posto, la maledetta medaglia di legno, anzi, le maledette medaglie di legno: sì, perché gli
azzurri ne hanno collezionate ben otto, splendidamente rappresentate da Sky in un filmato nel quale sono
venute fuori prepotenti le emozioni di queste medaglie, anche se chi le ha “vinte” probabilmente è ancora
oggi arrabbiato nero (per non dire altro).
La Merighetti era alla terza olimpiade, sicuramente l’ultima,anche perché ha deciso di proseguire l’attività agonistica solo per un anno, obiettivo i mondiali di Vail, in Colorado, dove vorrebbe evitare di provare l’emozione del legno per appendersi al collo un metallo.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Panathlon Lecco: "Le emozioni delle medaglie di legno di Sochi"

LeccoToday è in caricamento