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Sport, l'assessore Rossi: "Defiscalizzazioni per rilanciare l'attività"

"Perchè non ridurre l'Iva al 4%?", la proposta dell'olmpionico, ora assessore regionale allo Sport

“Se non riusciamo, a causa dei continui tagli alle risorse territoriali, a sostenere direttamente le Asd (Associazioni sportive dilettantistiche) o Ssd (Società sportive dilettantistiche), possiamo aiutare l’attività sportiva anche attraverso defiscalizzazioni mirate”. Lo afferma l’assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi rispondendo alla domanda di un giornalista sulla possibilità di trovare nuovi finanziamenti per l’attività sportiva.

“Nel Dlgs ‘Semplificazioni’ – sottolinea l’olimpionico di canoa - è stato inserito un chiarimento che equipara sponsorizzazioni e pubblicità, garantendo ad entrambe la detrazione dell’ Iva al 50% per le Asd, in maniera tale da evitare confusione negli accertamenti fiscali a loro carico, come già accaduto in passato”.

Come avevo già espresso nel mese di dicembre – ricorda Rossi - quando nella totale indifferenza è stato respinto l’emendamento della Lega Nord a favore della fiscalità per le associazioni di base che conteneva molte criteri di novità, si può e si deve fare molto di più a favore del tessuto sportivo di base anche in tema di agevolazioni fiscali e semplificazioni. Per quanto mi riguarda si potrebbe pensare alla riduzione dell'Iva relativa alle attività sportive, portata al 4% come per alcuni settori merceologici, o l'esenzione come avviene per le prestazioni sanitarie, in considerazione dell’alto valore dell’attività sportiva ai fini della prevenzione sanitaria”.

“Insieme alla semplificazione – spiega l’assessore lombardo - va fatta definitiva chiarezza sulle regole e l'interpretazione delle norme fiscali che riguardano le Asd, che tante difficoltà hanno creato a dirigenti volontari di piccole realtà sportive che non avevano la preparazione per comprendere a fondo la complessità normativa del mondo sportivo”.

“Il mio auspicio – conclude Rossi – è che nei prossimi interventi il Governo e il Parlamento possano riprendere in considerazione alcune valutazioni come quelle contenute nell’emendamento respinto: ad esempio la possibilità di regolarizzare dichiarazioni ed adempimenti fiscali non ancora in contenzioso, evitando di esporre i dirigenti delle tante piccole associazioni al rischio di dover compromettere il proprio patrimonio personale a causa di errori formali, amministrativi e contabili generalmente verificatisi in totale buona fede”.

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