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Parco dello Stelvio, la Cgil chiede un incontro in Regione

Anche il sindacato nella scia di polemiche sulla nuova gestione:"Servono risposte certe sul futuro dei dipendenti"

Continua a far discutere la questione della gestione del parco nazionale dello Stelvio, che a seguito di un accordo di intesa tra Governo, Regione e province autonome di Trento e Bolzano, non sarà più unitaria bensì affidata ai singoli enti locali per i territori di competenza.

Una manovra che non è piaciuta prima ai sindaci della provincia, che hanno lamentato di non essere mai stati interpellati in merito, né ai dipendenti dell’immenso parco, i quali hanno espresso incertezza riguardo al proprio futuro.

Alla scia di polemica si aggiunge ora anche la Cgil Sondrio, la quale, in una nota diffusa alla stampa, richiama l’attenzione sullo “stato di completo abbandono istituzionale in cui ha dovuto operare il più grande parco dell’ arco alpino, stretto tra le spinte autonomistiche della parte altoatesina e lo scarso interesse di chi, anche a livello locale, ha sempre considerato il parco più un vincolo che una risorsa”.

Una tendenza che, proseguono dal sindacato, si traduce oggi nella “morte”, di fatto, del sontuoso parco, “declassato ad una sorta di federazione di parchi regionali con tanto di becchini che si sono trovati a Roma per accordarsi sul suo funerale”.

La Cgil denuncia poi anche come, nonostante l’accordo siglato, ancora non sia stata data risposta all’annosa questione dei dipendenti, una vertenza aperta dal 1995: “L’articolo 5, infatti, sebbene preveda l’inquadramento nei ruoli, rispettivamente, delle Province autonome di Trento e di Bolzano e della Regione Lombardia dei dipendenti pubblici con rapporto di lavoro a tempo indeterminato appartenenti al ruolo del Consorzio del parco, nulla chiarisce sulla situazione del personale impiegatizio che con un decreto del 28 settembre 2012, a firma del presidente Tomasi, era stato cancellato dalla pianta organica e posto in una sorta di limbo”.

“La Fp Cgil – concludono - chiede dunque che si apra immediatamente un confronto formale al tavolo con Regione Lombardia per definire una volta per tutte questa annosa vicenda che si trascina ormai da anni e che dia definitivamente certezze occupazionali e di inquadramento a questi lavoratori”.

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