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Morbegno Bassa Valle

"Le donne italiane in minigonna invitano quasi allo stupro": l'affermazione shock dell'imprenditrice convertita

Fatima Salvi, albergatrice di Cosio Valtellino convertita all'islam, spiega così perché indossa il velo

«La donna italiana non dico si voglia fare violentare, ma esce con minigonne e tacchi a spillo per far vedere cosa? Per essere sensuale? Sinceramente sembra quasi un invito».

Affermazioni forti, che diventano ancora più dense di significato se a pronunciarle è una donna, e una donna altrettanto italiana: le ha pronunciate domenica sera, infatti, Fatima Salvi, albergatrice di Cosio Valtellino impegnata con il padre Giulio nella gestione dell'hotel Bellevue, che da mesi ospita 71 richiedenti asilo.

L'abergatrice valtellinese, che da Silvia ha cambiato nome in Iman Fatima dopo la conversione all'islam, fra gli ospiti dell'hotel Bellevue ha conosciuto l'uomo che poi ha sposato, un uomo proveniente dal Pakistan. Durante un servizio di approfondimento sugli italiani che si convertono alla religione musulmana, ha spiegato ai microfoni del Tg4 il suo rapporto con il velo: «Non sono costretta a metterlo - ha spiegato Fatima - né mi ha costretto mio marito, e sono donna ora come lo ero prima».

Una spiegazione che però è sfociata in un giudizio che va oltre i precetti religiosi: «Mi sento quasi più donna ora che prima della conversione» ha aggiunto Fatima, prima di concludere affermando che gonne corte e tacchi a spillo invitino allo stupro. Parole che hanno sollevato subito aspre polemiche sui social network, dove il video con le sue affermazioni ha iniziato a circolare rapidamente.

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