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Furti in abitazione, come prevederli? Lo spiega lo studio "Transcrime"

Destano sempre più preoccupazione gli episodi di microcriminalità in Valtellina: una ricerca dell'Università cattolica fornisce utili dati per capire quali sono le zone a rischio

Destano sempre più preoccupazione le frequenti notizie di cronaca relative a furti in abitazione e rapine con aggressione per le strade della provincia di Sondrio, soprattutto per chi ha parenti anziani che vivono soli.

Ma come capire quali sono le zone più a rischio? In realtà, un modo per valutare se si abita in una zona "pericolosa" esiste ed è fornito da alcuni studi, tra i quali "Transcrime research in brief - Serie Italia", realizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell'Università degli studi di Trento, in collaborazione con il dipartimento della Pubblica scurezza del Ministero dell'Interno.

Il lavoro si è concentrato soprattutto su Milano, Roma e Bari, ma fornisce informazioni utili a valutare anche altre zone d'Italia, prevedendo la possibilità di furti e aiutando a considerare se dotarsi di misure di sicurezza opportune. I fattori "più influenti", analizzati nel corso del 2014, sono l'alta densità abitativa e gli alti valori immobiliari. I fattori "influenti" sono invece: l'alta percentuale di anziani residenti, l'altra presenza di negozi "Compro Oro" e la presenza di edilizia residenziale pubblica.

Tra i fattori a rischio ritenuti di "debole o nulla influenza" invece compaiono l'alta percentuale di stranieri residenti, bassa densità abitativa; bassa percentuale di votanti; bassi valori immobiliari; presenza di campi nomadi e presenza di Sert.

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