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Poste Italiane, è sospesa la consegna a giorni alterni nei comuni montani

L'onorevole Enrico Borghi: "Così è garantito il diritto di uguaglianza"

La riduzione delle giornate di consegna della posta nei piccoli centri e nelle aree montane, prevista dal nuovo piano di riorganizzazione di Poste Italiane, non sarà in vigore prima del 31 dicembre: salta, quindi, la nuova modalità di recapito basata sull'individuazione di tre aree di distribuzione della corrispondenza, che farebbe consegnare la posta a giorni alterni in circa 5.300 comuni italiani, definiti "Aree extraurbane regolate", facendo quindi funzionare il servizio per soli 10 giorni al mese.

Il piano è stato bloccato dal governo grazie anche alla mobilitazione dei parlamentari aderenti all'Intergruppo per lo sviluppo della montagna, di numerosi Comuni montani, dell'Uncem, Unione nazionale comuni comunità enti montani, e di alcuni settimanali cattolici, e non potrà riprendere prima del 31 dicembre, dopo la verifica sui volumi reali di corrispondenza.

"L'importante comunicazione di Palazzo Chigi - spiega l'onorevole Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo per lo sviluppo della montagna e presidente nazionale dell'Uncem - conferma che avevamo ragione quando abbiamo denunciato che il nuovo piano di distribuzione di Poste andava a creare diversi livelli di cittadinanza, penalizzando fortemente chi vive nelle zone rurali e montane. Con questa sospensione decisa dal Governo, si aprono le prospettive per garantire quel diritto di cittadinanza fondamentale sancito dalla Costituzione, che esprime l'uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, previsto anche dalle norme recenti contenute negli accordi con poste e nel Servizio postale universale. Tornare indietro rispetto a questi diritti comprometterebbero coesione e sussidiarietà che sono per noi fondamentali".

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