Poste, è ufficiale: chiudono le filiali di Traona e Madonna di Tirano
I due uffici postali fuori dal piano che ne ha "salvati" quindici dei sessantuno a rischio chiusura
Niente da fare per gli uffici postali di Traona e Madonna di Tirano: le due filiali non sono state incluse nel "piano di salvataggio" che Regione Lombardia ha portato avanti con Poste italiane Spa, e che ha portato alla decisione di mantenere aperti 15 dei 61 uffici lombardi coinvolti nel piano di razionalizzazione dell'azienda.
«Abbiamo limitato in maniera significativa i danni - ha spiegato Daniele Nava, Sottosegretario regionale agli enti locali - riuscendo almeno in parte a far valere la specificità della Lombardia. Va sottolineato che ci siamo dovuti confrontare con l'applicazione di un decreto ministeriale del 2008, aggiornato da una recente delibera dell'Agcom (2014), per cui i margini di trattativa erano molto stretti. A questo proposito voglio ringraziare i dirigenti di Poste Italiane per la disponibilità che hanno dimostrato ad ascoltare e accettare le nostre proposte. Per il futuro chiediamo comunque a tutti i parlamentari, e a quelli lombardi in particolare, una maggiore attenzione e vigilanza su questo fronte».
«Si tratta di un buon risultato - commenta Nava - Grazie alla serietà del nostro lavoro, siamo riusciti a ottenere da Poste Italiane la rinuncia a chiudere 15 uffici, ed evitare l'apertura a giorni alterni di altri 15. Ricordo che la Lombardia è stata la prima Regione a ottenere la sospensione del Piano, facendo da apripista alle altre. Grazie al lavoro svolto dal Tavolo regionale che ha raccolto in maniera precisa e puntuale una grande quantità di dati, basati su criteri fondati e oggettivi, ci siamo presentati preparati e uniti alle trattative con Poste Italiane, evitando campanilismi e guerre tra poveri che speriamo non si scatenino ora».
«In ogni caso - sottolinea il sottosegretario - guardiamo con favore alla disponibilità di Poste italiane a impegnarsi con noi su progetti sperimentali, anche a valenza sociale, da concretizzare nei prossimi mesi. Di questa collaborazione hanno già cominciato a discutere il presidente Roberto Maroni e l'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio in un recente incontro».
Il confronto con Poste italiane è stato condotto sulla scorta di una risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 3 marzo scorso, che ha istituito un Tavolo - presieduto da sottosegretario Nava - cui hanno partecipato i rappresentanti di Comuni e Province e delle loro associazioni Anci e Upl, oltre che l'assessore al Commercio, Turismo e Terziario della Regione Lombardia Mauro Parolini (in qualità di presidente del Comitato regionale Consumatori e Utenti), i presidenti della Commissione I e Commissione IV del Consiglio regionale, Alessandro Colucci e Angelo Ciocca e il consigliere Marco Tizzoni, relatore della risoluzione.
Questi i criteri adottati dal Tavolo regionale per elaborare la proposta che è stata poi sottoposta all'azienda: per le chiusure, Comuni recentemente oggetto di fusione, presenza o assenza di sportelli bancari nello stesso Comune; distanza rispetto a un altro ufficio postale; presenza o assenza e frequenza delle linee di trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda le razionalizzazioni (ossia le aperture a giorni alterni): situazioni particolari come giornate di mercato; concomitanza o meno delle chiusure nei Comuni limitrofi; elenco dei Comuni turistici.