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Silea, approvato il Piano Industriale 2021-2024: «Obiettivo 2030 tra "differenziata" all'80%, infrastrutture, comunicazione e controllo totale della filiera»

Il Cda dell'azienda pubblica ha presentato il proprio business plan all'Assemblea dei Soci, che ha scelto di approvarlo all'unanimità

Ancora tre anni per mettere le fondamenta su cui costruire il tratto 2025-2030. È l'obiettivo máximo del Piano Industriale 2021-2024 che Silea, azienda pubblica con sede a Valmadrera, per la prima volta dalla sua costituzione avvenuta nel 1972, ha presentato di recente all'Assemblea dei Soci; al suo interno ci sono i vari "micro" obiettivi da raggiungere per arrivare alla fine della decade più forti e pronti a interfacciarsi con un mondo che, inevitabilmente, cambia di giorno in giorno.

«Da quando il Cda si è insediato ha sempre avuto l’obiettivo di stilare un proprio Piano - ha spiegato il Presidente Domenico Salvadore -, seguendo l’atto d’indirizzo dato dai sindaci e anche altre strategie fondate su innovazione e sostenibilità. Vogliamo una società nuova, modificata dalla testa ai piedi, che ci permetta di stare al passo con i tempi senza sconfessare quanto fatto dai nostri predecessori; non va bene fossilizzarsi, si rischierebbe di essere risucchiati da altre società che svolgono questo tipo di attività. Il Piano è stato presentato a dicembre, dopodiché sono stati fatti degli importanti approfondimenti interloquendo con i sette comprensori che fanno parte del Comitato ristretto; la scorsa settimana è stato portato in Assemblea ed è stato votato con parere positivo all’unanimità».

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Piano Industriale Silea 24 marzo 20211 Domenico Salvadore-2

Gli obiettivi sono chiari: «Silea vuole essere un punto di riferimento per i Comuni soci, quando hanno bisogno di qualcosa per l’ambiente vogliamo che si rivolgano a noi, obbligati ad allargare la gamma dei servizi, pensando a manutenzione del verde, ai servizi cimiteriali e ad altro ancora - aggiunge Salvadore prima di cedere la parola -. L’altro grosso obiettivo è quello dell’aumento della raccolta differenziata attraverso la misurazione puntuale sperimentata nell’Oggionese: partiremo, a luglio, nei territori di Lecco, Malgrate, Valmadrera, Civate, Suello e Merate; contiamo di finire entro il termine del 2022, portando a un consistente aumento del riciclaggio grazie a nuovi impianti (revamping Seruso di Verderio per il trattamento delle plastiche) e accordi con enti pubblici extraterritoriali, trasformando i rifiuti in nuove materie prime attraverso il riciclaggio».

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Silea: il Piano Industriale 2021-2024. Cambiamento, competenza e sostenibilità

La lunga presentazione è affidata al Direttore Generale Pietro Antonio D’Alema: «Il mondo dei rifiuti non è solo quel rifiuto urbano, ma è su questo che si concentra il nostro piano quadriennale. A livello italiano ed europeo la produzione è tendenzialmente stabile, ma finché non si attueranno delle politiche relative al packaging sarà impossibile diventare virtuosi; anche a livello regionale il trend è confermato (+0,7% crescita rifiuti urbani), mentre nella nostra provincia crescono dell’1% su scala annuale. Rispetto a una decade fa la raccolta differenziata è passata dal 28% al 58% in Italia, mentre la percentuale di riciclo è al 45,2%; non conta tanto quanto raccogli, ma quanto ricicli. Tutti gli operatori del sistema italiani, circa cinquecento, dovranno rispettare nuove regole e impegni per raggiungere degli standard di qualità tecnica».

Piano Industriale Silea 24 marzo 2021 Pietro D'Alema2-2

Cos'è Silea oggi? «Siamo tra le top 3 aziende pubbliche regionali per utenza servita, copriamo l’intera filiera dalla pulizia stradale allo smaltimento finale (centri di raccolta e termovalorizzatori), abbiamo una raccolta differenziata del 71%, un’autosufficienza impiantistica e abbiamo raggiunto l’obiettivo europeo “Discarica 0” ormai da un po’ di tempo». 13 sono gli inceneritori in regione, 12 contando lo spegnimento e la rincoversione di Core a Sesto San Giovanni; di questi, 7 sono gestiti da A2A. Silea è l'unico soggetto pubblico che gestisce un impianto per il trattamento e recupero della frazione organica in Lombardia, mentre il trattamento delle materie plastiche avviene «attraverso Seruso (con le aziende Dea e Cem), uno dei 31 in Italia, che permette di riconoscere il tipo di polimero e produrre le balle monoprodotto riciclate. Le performance, attualmente di seconda fascia, saranno migliorate portando a zero l’impianto e ricostruendolo», per un investimento stimato di dieci milioni.

Guardando al lato economico, il 70% dei ricavi deriva dai Comuni soci: «Inoltre siamo tra i principali produttori di energia elettrica sul territorio provinciale (8,1% dei ricavi), riusciamo ad erogare una quantità assolutamente rilevante, incassiamo dai clienti per il trattamento rifiuti (13,4%) e dai ricilatori (9,2%)». Capitolo costi: «In Italia una Provincia spende 130€/abitante, nel Lecchese siamo sui 113€/abitante, nel capoluogo si arriva a 164€/abitante, sotto la media regionale (177,6€/abitante) dei capoluoghi e con una valutazione media di 8,1 (su 10) data dai nostri utenti durante la customer satisfaction». 

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Inevitabile la necessità di buttare l'occhio verso il cambiamento: «Si stanno innestando delle nuove regole di funzionamento del mercato e c’è una spinta verso la liberalizzazione dei servizi legati alla raccolta rifiuti - spiega D'Alema -. Cambiano anche le normative: ora, per fare un esempio, i cartoni dei supermercati diventano rifiuti urbani; sono flussi che vanno intercettati per non perdere forza sul mercato». Nel 2032 scadrà l'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia): «Abbiamo anni per capire cosa fare con quell’impianto di termovalorizzazione, costruendo l’alternativa di business. L’inceneritore, oggi, dà due linee di ricavo: l’energia elettrica (9%) e lo smaltimento (25% circa), per questo abbiamo già pensato alle alternative, perché al massimo entro quattro anni devi averla trovata». Come varia l'utenza? «Sta cambiando sotto tutti gli aspetti, c’è anche più povertà rispetto a prima; come azienda dobbiamo adeguarci. Silea oggi deve cambiare, ha una condizione di forza che le permette di farlo».

Missione sostenibilità: «La nostra è legata al cambiamento culturale a 360° su ambiente, soci, cittadini, lavoratori e business community. L’ambizione è quella di essere una realtà di riferimento nazionale per virtuosità aziendale».

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Piano industriale Silea: economia circolare, servizi sul territorio e industria 4.0

Sei sono i pilastri studiati dall'azienda. Tre sono azioni strategiche “di sviluppo” (raccolta differenziata all’80%, pieno controllo delle filiere e crescita aziendale): «Non diventeremo mai una quotata in borsa e rimarremo completamente pubblici, ma crescendo ancora»; tre, ancora, sono azioni strategiche “abilitanti”: «Eccellenza operativa, fiducia e forza nel brand Silea, partnership», illustra D'Alema.

Tecnologia
Tutti i mezzi sono stati dotati di geolocalizzazione «per verificare tutto ciò che è fatto rispetto a tutto ciò che sarebbe giusto fare». Chip sui sacchi rossi e integrazione dei «servizi on demand per poter richiedere dei servizi ad-hoc a pagamento, come, ad esempio, la raccolta della carta in un giorno diverso rispetto a quello previsto dal calendario». Internamente è allo studio «la robotizzazione di alcuni processi amministrativi».

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Obiettivi
Lecco è al 23° posto per raccolta differenziata (71%, dato 2019), nella top 10 entro due anni con RD all’80%: «Con i Comuni pilota dell’Oggionese la misurazione puntuale ha permesso di toccare l’85%, di conseguenza ci siamo fissati un obiettivo realizzabile. Questo permetterebbe di diminuire la raccolta indifferenziata e aumentare la frequenza di quella differenziata». Il cartone «ha un valore che dobbiamo andarci a prendere e ci stiamo attrezzando per farlo attraverso una raccolta dedicata», mentre i centri di raccolta subiranno «interventi di adeguamento per migliorarne fruibilità e sicurezza».

Aumento della raccolta differenziata
«Quando aumentano i quantitativi, può diminuire la qualità. Come azienda dobbiamo metterci al riparo dai rischi legati al “dove portare” e “quanto introiare” dalla vendita». Per l’organico «Annone avrà l’autonomia impiantistica», per il multimateriale «vale lo stesso discorso relativo all’impianto di Seruso», per la carta «stiamo lavorando con le cartiere locali per chiudere accordi pluriennali di gestione e, quindi, la filiera», per il cartone «sarà realizzato, direttamente in sede, un impianto per la pulizia che possa dare maggiore flessibilità in vista della vendita sul mercato o l’assegnazione al consorzio», per vetro e legno «siamo già a un buon livello ed è di qualità, si continuerà a portare al Consorzio il vetro e riciclare il legno», per gli ingombranti «si passerà dai centri del riuso, anche toccando tematiche sociali». Su sacco rosso e sacco azzurro, Salvadore spiega che «vorremo gestirli in un impianto ad-hoc, ma per arrivare al break even point serve coprire un’utenza di un milione di persone».

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Modello di crescita
«Va fatta per linee interne ed esterne» e in tre fasi (potenziamento servizi di raccolta; nuovi affidamenti di servizi; sviluppo territoriale). Per ampliare i servizi «è stato modificato di recente lo statuto. Il taglio del verde, per dire, viene fatto al costo, ma l’incremento del fatturato in-house ci permette di lavorare sulla fetta del 20% che deriva dal mercato privato».

Crescita per linee esterne
«Dobbiamo parlare con le realtà dei territori limitrofi per far crescere il mondo pubblico attraverso un’economia di scala».

Comunicazione
Per la prima volta sarà presentato e messo a disposizione pubblicamente il nostro Bilancio di Sostenibilità, «uno strumento potentissimo per parlare all’utenza». Il sito, inoltre, «sarà potenziato».

Partnership
«Abbiamo creato una Green Alliance con altre dieci aziende pubbliche regionali, stretto un accordo con Lario Reti Holding per la Cooperazione per lo sviluppo di attività congiunte e sinergie operative, parlato con Università ed enti di ricerca per orogetti sperimentali e collaborazioni scientifiche, creato la Rete del mutuo soccorso per dare supporto in occasione di fermate degli impianti per manutenzioni».

Silea 2030: l'impatto economico
«I nostri sforzi attuali legati al Piano Industriale guardano al lungo periodo». Nel 2024 Il fatturato supererà i 50 milioni, «ma soprattutto crescerà l'incidenza dei ricavi energy, grazie al biometano (dall’attuale 8% al 10%) ed i proventi derivanti dalla valorizzazione dei materiali riciclabili (dal 9% al 12%)». L’investimento stimato fino al 2024 è di circa 32 milioni di euro, «derivanti dagli utili rimasti in azienda» e prevalentemente destinato alla realizzazione dei nuovi impianti, con contestuale potenziamento del personale operativo.

Quattro i cardini:

  • Ripensamento del modello operativo di gestione dei servizi di igiene urbana (Internalizzazione delle attività);
  • Offerta di servizi «personalizzati» e «on demand» a cittadini e aziende, sfruttando tecnologie digitali e nuovi meccanismi tariffari;
  • Riconversione tecnologica del termovalorizzatore a supporto delle nuove esigenze dell’economia circolare;
  • Soggetto 100% pubblico in grado di giocare un ruolo chiave a livello regionale e di massimizzare economie di scala a beneficio dei soci.

Risorse umane
È previsto l’inserimento di diciassette persone nelle varie aree aziendali.

La risposta dei Comuni
«Vogliono che Silea rimanga pubblica come prima cosa, che non si sganci dal territorio».

Infine, un ceno alla sfida della misurazione puntuale a Lecco, unico Comune sopra i 15mila abitanti
«Di solito i risultati nei piccoli centri sono immediati, sulla città grande il problema è l’indisciplinatezza e la sua complessità della realtà. Contiamo di passare dal 65% al 75% in brevissimo tempo, dipenderà da come saremo bravi a spiegare e controllare, l’amministrazione dovrà usare la mano ferma nei confronti degli indisciplinati».

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