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I 5 luoghi più sottovalutati della provincia di Lecco, meraviglie da riscoprire

Monumenti, borghi, musei lontani dal caos: località che meritano di essere visitate almeno una volta

Passeggiare tra i boschi, godere di panorami unici tra laghi e montagne, raggiungere borghi sperduti in cui tutto sembra essere rimasto immobile nel tempo e riscoprire così la tranquillità, ammirare antichi capolavori dell'arte. 
Tutto questo è possibile nel nostro territorio anche al di fuori di mete e attrazioni più note e gettonate. Proponiamo ai nostri lettori cinque luoghi forse sottovalutati, lontani dal caos del turismo "mordi e fuggi", da conoscere assolutamente. Come sempre specifichiamo che non si tratta di una classifica, ma di semplici consigli.

Mausoleo Visconti di Modrone

Mausoleo_Visconti_di_Modrone_01

A Cassago Brianza, costruito su un'altura adornata da una fila di cipressi, si trova un monumento eccezionale, che racchiude le tombe di famiglia dei Visconti di Modrone (sopra, foto da Wikipedia). L'edificio, chiamato da molti "Il piccolo Duomo", fu eretto dove una volta sorgeva la chiesa di San Salvatore, amato luogo di culto per i contadini della zona in cui venivano conservati i resti dei morti di peste a metà del XIV secolo.

Il mausoleo, di stile gotico, è costruito con marmo di Carrara e mostra imponenti guglie bianche. La pianta dell'edificio è ottagonale (l'ottavo lato simboleggia l'ottavo giorno e dunque la resurrezione).

Casa del pellegrino

La seconda Camera Picta - ingresso-2 casa del pellegrino-2

Un luogo incantevole merita di essere riscoperto a Civate. Si tratta della Casa del pellegrino: un rifugio per i pellegrini che si dirigevano a San Pietro al Monte in cerca di un riparo per riposarsi e rifocillarsi dopo aver percorso tanta strada. 

L'edificio, costruito in pietra, si trova nel centro storico di Civate, vicino all'abbazia di San Calocero. È facilmente raggiungibile in auto da Lecco, dalla Brianza, da Bergamo e Como seguendo le indicazioni per Civate. Dopo anni di oblio, a metà anni Dieci sono stati riportati alla luce affreschi quattrocenteschi di notevole pregio che raffigurano immagini di caccia e di amor cortese.

Ravellino

Lavatoio Ravellino

Ravellino è uno dei borghi più affascinanti della Brianza, in grado di regalare suggestioni e serenità ai visitatori: passeggiare fra i suoi vicoli (nella foto il lavatoio, annoverato fra i Beni culturali di Regione Lombardia) somiglia infatti a un viaggio nel tempo, in particolare durante il periodo natalizio. Il panorama sui monti e sui laghi di Pusiano e Annone non teme rivali in inverno e soprattutto durante la bella stagione. 

La frazione di Colle Brianza è meta di visite non solo da parte di fungiatt, ma anche di escursionisti: è infatti il punto di partenza di numerose escursioni verso San Genesio, Figino, Campsirago. Da non perdere le tradizionali feste paesane di agosto come quella di San Rocco.

Laghetto di Roccoli Lorla

Laghetto Roccoli_2

Lungo il sentiero Dorsale orobica lecchese, in Valvarrone, si trova un gioiello di grande valenza naturalistica: il laghetto di Roccoli Lorla (nella foto da proteaingegneria.it), a 1.450 metri sul livello del mare. Si tratta di una terrazza naturale che offre svariati volti paesaggistici, territori rocciosi e scorci lacustri, dai pascoli ai boschi. Roccoli è interessante anche dal punto di vista faunistico e mostra una ricca vegetazione, con possibilità di effettuare escursioni alla portata di tutti. Non mancano reperti storici con cui indagare il passato.

L'oasi naturale è sottoposta a vincoli di protezione e una decina di anni fa fu oggetto di un intervento di valorizzazione e riqualificazione: venne ripristinata la funzionalità idraulica del laghetto alpino (un tempo punto di abbeveraggio degli animali al pascolo), furono realizzate aree attrezzate per il ristoro degli escursionisti.

Stazione ornitologica di Costa Perla

stazione ornitologica costa perla2

La stazione sperimentale regionale di Costa Perla (foto da ecomuseomontilaghibriantei.it) è un grande e complesso impianto di cattura degli uccelli realizzato agli inizi del Novecento a scopo venatorio. Acquistato dal Parco Monte Barro, dal 1989 è sede di attività scientifiche e didattiche incentrate soprattutto sugli studi delle migrazioni.

Durante le campagne di inanellamento la stazione può essere visitata da gruppi e singoli, secondo le indicazioni fornite dal Parco.

Molti non sanno che il Barro sorge in una posizione strategica rispetto alle rotte migratorie degli uccelli. Succiacapre, nibbio bruno, assiolo: sono soltanto alcune delle specie più caratteristiche (sono stati contrassegnati oltre 25mila uccelli appartenenti a 86 specie diverse). La struttura, che sorge in un vecchio roccolo riconvertito dall'ente Parco Monte Barro, effettua ricerche sul fenomeno delle migrazioni. Per informazioni è bene contattare il Parco (0341 542266, info@parcobarro.it).

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