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Va in pensione Maria Beatrice Stasi, una vita professionale in prima fila per la sanità

Dalla guida dell'Asl valtellinese al recente impegno come dirigente dell'ospedale di Bergamo: "Ottimi risultati al Papa Giovanni XXIII grazie a un grande lavoro di squadra"

Mandello, Calolziocorte, Bergamo sono le località legate a Maria Beatrice Stasi nel suo percorso personale, familiare e professionale. Una strada che alla fine di quest'anno la vedrà raggiungere la meritata pensione. Dall'azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna all'Ats della Montagna, per arrivare a ricoprire dal 2019 a oggi il mandato di direttore generale all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Una serie di importanti esperienze, anche di carattere umano, nel mondo della sanità pubblica a chiudere il nutrito ricco bagaglio lavorativo della dottoressa che abita nel capoluogo della valle San Martino dopo essere cresciuta a Mandello. Le abbiamo rivolto qualche domanda in questo ultimo periodo di incarico ai vertici dell'ospedale.

Mandello del Lario e Calolziocorte le due località che le sono vicine. Oggi dove sta il suo cuore? “Mandello con il suo lago è il mio luogo del cuore, con gli amici e i ricordi dell'infanzia. Calolzio è il luogo dove ho costruito la mia famiglia e dove ho trovato tanti nuovi amici. La verità è che vivere nel lecchese è un privilegio, una bellezza infinita"

L'essere arrivata a ricoprire grandi incarichi di rilievo nella sanità era nei suoi progetti? "Il mio sogno giovanile era il giornalismo. Poi la strada è stata un'altra. I primi concorsi, tanta gavetta. Ho investito sempre nella mia formazione, pur lavorando. Prima la laurea, poi un master in Bocconi. Certo, pur nutrendo tante aspirazioni, riconosco di aver fatto un percorso straordinario".

All'ospedale Papa Giovanni XXIII ha vissuto da vicino il terribile periodo della pandemia, che ha colpito duramente proprio la Bergamasca. Mi ricorda anche qualcosa di positivo che rimarrà nei suoi ricordi? "Il covid è stata un'esperienza forte anche emotivamente. Mi piace pensare alle tante cose che in 5 anni con la squadra abbiamo fatto, nonostante il covid. Dalla robotica in chirurgia all'attuazione del Pnr, dal rafforzamento del polo di formazione universitaria alla ricerca prestigiosa a livello internazionale. Per non parlare dei traguardi sui trapianti, e del bambino al centro in ogni nostro progetto di spazi e di cura. È tutto nel bilancio di mandato che abbiamo presentato in questi giorni. Su tutto, la consapevolezza di aver accresciuto la reputazione del Papa Giovanni con un grande lavoro di squadra".

Come imposterà la vita da ritirata dal lavoro? "In tutti questi anni di attività come direttore generale (ben 11) ho speso tantissimo tempo e tanta energia. Ora vorrei dedicarmi un po' di più alla mia famiglia, a partire dai miei nipotini che vivono negli Stati Uniti. Poi finalmente un pò di tempo per i miei interessi. Inizia una fase nuova che mi auguro densa e ricca". (Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione)

All'ospedale Papa Giovanni XXIII il primo trapianto di polmone da vivente in Italia

Maria Beatrice Stasi all'ingresso dell'ospedale di Bergamo con Roby Facchinetti dei Pooh.

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