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Cronaca Mandello del Lario

Mezzi vietati per la caccia in area protetta: la Forestale denuncia un uomo per bracconaggio

L'uomo aveva installato delle trappole a scatto nei boschi di Mandello del Lario

Nei giorni scorsi Il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Lecco ha individuato un bracconiere che utilizzava mezzi vietati per l’esercizio dell’attività di caccia in una zona facente parte del Parco Regionale della Grigna Settentrionale, nel territorio comunale di Mandello del Lario. Nel corso dell’operazione i militari, al termine di diverse ricognizioni e di servizi finalizzati alla repressione degli illeciti in materia di bracconaggio, hanno individuato diverse trappole a scatto per la cattura dell’avifauna.

Attraverso un’indagine mirata a individuare i responsabili, condotta anche con l’ausilio di dotazioni tecnologiche, è stato possibile scoprire il bracconiere che aveva posizionato tali strumenti e denunciarlo all’Autorità Giudiziaria per l’utilizzo di mezzi vietati per l’attività venatoria. Il tempestivo intervento del personale operante ha consentito di disattivare e sequestrare i dispositivi, evitando la sofferenza e la morte di molti esemplari di uccelli.

Le trappole sequestrate dai Carabinieri Forestali, definite "a scatto", erano costituite da due semicerchi in ferro, tenuti assieme da una molla, fissate sul tronco di un albero. Quando gli animali, attratti da bacche di sorbo o da larve, si posavano su un bastoncino che aveva la funzione di appoggio, la molla faceva scattare la trappola che si chiudeva sulla testa dell’uccellino causandone la morte per asfissia.

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«Come funzionavano le trappole»

«Questi strumenti di cattura, come gli archetti e le reti per uccellagione, oltre a provocare gravi sofferenze sugli animali, costituiscono una minaccia per la biodiversità in quanto consentono di catturare indiscriminatamente tutte le specie dell’avifauna, senza fare una distinzione tra le specie cacciabili e quelle protette - spiegano dalla Forestale -. Questo costituisce uno dei motivi per cui tali mezzi sono vietati dalla legge 157 del 1992 che disciplina la caccia alla fauna omeoterma. I reparti dei Carabinieri Forestali della provincia di Lecco proseguiranno anche nelle prossime settimane i servizi mirati finalizzati alla repressione degli illeciti connessi allo svolgimento dell’attività venatoria».

Questa operazione ha fatto seguito ad altre svolte nelle scorse settimane, tra le quali quella effettuata nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nel territorio comunale di Lomagna, nel corso della quale era stato denunciato un altro bracconiere per aver utilizzato trappole attive per la cattura dell’avifauna, utilizzando anche richiami vivi costituiti da uccelli appartenenti a specie protette.

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