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Oltre 281mila euro per abbattere le barriere architettoniche nel territorio lecchese

Dalla Regione finanziamenti ai Comuni per sostenere le spese private mirate a rendere più accessibili le case alle persone disabili. In Lombardia 7,5 milioni per 1.887 cittadini

Oltre 7,5 milioni di euro a favore di 1.887 cittadini disabili per abbattere le barriere architettoniche nelle abitazioni o nei condomini presenti in Lombardia. Li ha erogati nei giorni scorsi l'assessorato regionale alle Politiche sociali, abitative e disabilità della Regione per coprire il fabbisogno delle domande che giacevano inevase dal giugno 2012 al marzo 2013. Una cifra significativa è destinata anche alla provincia di Lecco: 281.732 Euro. Gli stanziamenti (prima provvista di un “pacchetto” di circa 25 milioni di euro ottenuti dalla Lombardia per il quadriennio 2017-2020), come dispone la legge 13/89, consentiranno di coprire il 70% delle richieste giacenti in Regione, completando le necessità fino al 2016.

Ecco, nei dettagli, i finanziamenti erogati provincia per provincia: Bergamo 856.949 euro, Brescia 1.089.617, Como 379.457, Cremona 411.570, Lecco 281.031, Lodi 131.846, Monza Brianza 592.215, Milano 2.257.906, Mantova 368.001, Pavia 434.721, Sondrio 231.732 e Varese 619.677.

«I contributi - spiega l'assessore Stefano Bolognini - si aggiungono ai 9 milioni di euro precedentemente erogati e ai 4,6 milioni che abbiamo messo a disposizione il 2 agosto agli oltre 5.700 disabili gravissimi che dal 1° novembre 2017 sono a carico del Fondo nazionale per le non autosufficienze (Fna). Soggetti che rischiavano di non vedere mantenuto fino al 31 ottobre 2018 il buono di mille euro al mese che ricevono per vivere. “Bonus” aperto anche a coloro che presenteranno richiesta entro il 30 settembre 2018 e saranno valutati ammissibili a tale misura». 

"A ruota libera" contro tutte le barriere

Per l'abbattimento delle barriere architettoniche a maggio il Ministero delle Infrastrutture ha approvato infatti il decreto di riparto che destina complessivamente 180 milioni, tra il 2017 e il 2020, alle Regioni per eliminare gli ostacoli ad una migliore abitabilità degli edifici privati, a seguito del confronto avviato con le Regioni nell'autunno del 2017. 

«Il mio assessorato - ha chiarito Bolognini - si è attivato immediatamente per fare avere i contributi per abbattere le barriere a quanti li aspettano da anni e dare così un segnale positivo a chi li attende. A settembre riprenderemo a scorrere la graduatoria per esaurire le richieste depositate fino a circa il mese di luglio 2013. E con i trasferimenti 2019 e 2020 salderemo più o meno il 70 per cento delle domande giacenti, completando il fabbisogno fino al 2016. Resta ora da evadere il rimanente 30% - ha concluso l'assessore - per il quale dobbiamo confidare in ulteriori stanziamenti della Finanziaria 2018. In questo modo ci auguriamo si possa arrivare al ripristino integrale delle procedure della legge nazionale che prevedevano tempi di assegnazione piu’ celeri».

Tutte le informazioni sul sito internet di Regione Lombardia

Nei dettagli, la legge 13/89 concede contributi a fondo perduto a favore di cittadini disabili, delle persone che li hanno in carico e dei condomini dove risiedono, per abbattere le barriere architettoniche e rendere più accessibili le loro abitazioni. Tra le opere finanziabili rientrano: montascale, pedane elevatrici, ascensori; adattamento dei sevizi igienici; allargamento delle porte; predisposizione dei videocitofoni e dei sistemi di automazione per porte e cancelli.

Per presentare la domanda occorre compilare un apposito modulo a cui va allegato il preventivo dell'intervento e il certificato medico dal quale risulti la difficoltà che giustifica l'opera. La richiesta di contributo può essere presentata ogni anno dal 2 marzo al Comune in cui si trova l'alloggio nel quale il disabile ha la residenza. Il bando è sempre aperto e la domanda quindi viene inserita in ordine cronologico in un elenco che dà priorità ai disabili al 100%. Il contributo si calcola così: per una spesa fino a circa 2.500 euro il contributo copre l'intero costo a carico del richiedente. Per cifre superiori la quota viene incrementata fino a un massimo di circa 7.000 euro. Se per esempio il cittadino presenta un preventivo di 5.000 euro, il contributo sarà pari a 2.500 euro cui si aggiunge il 25% della parte eccedente, che in questo caso è di 625 euro, per un totale di 3.125 euro.

Dopo aver depositato la domanda, un funzionario del Comune verifica con un sopralluogo l'esistenza della barriera architettonica e che l'intervento non sia stato ancora fatto. Non appena il Comune ammette la domanda al contributo il cittadino può procedere a realizzare l'opera, ma questo non gli dà un diritto “automatico” a ricevere il contributo, sempre subordinato alla disponibilità delle risorse. L'elenco dei richiedenti viene comunicato al Ministero competente entro il mese di maggio di ogni anno, subito dopo i fondi sono ripartiti alle Regioni sulla base delle richieste raccolte. La Regione a sua volta trasmette le risorse ai Comuni, i quali provvedono a liquidarle ai cittadini. Per diversi anni il Ministero non ha messo a disposizione le risorse e alcune Regioni, come la Lombardia, finchè è stato possibile hanno fatto fronte alle richieste con finanziamenti propri.

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