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A Lecco è iniziata l'era Aglietti: “Salvezza? All'ultimo minuto”

Il tecnico toscano ha preso possesso della squadra dopo l'esonero di Bonazzoli, Malgrati e Nenciarini

Alfredo Aglietti è il nuovo allenatore della Calcio Lecco 1912. L'esperto tecnico di San Giovanni Valdarno riprende all'ombra del Resegone un percorso fatto di 329 partite in Serie B: in carriera le ha passate tutte, dalla retrocessione in Serie C alla recente promozione in Serie A con l'Hellas Verona: l'esperienza maturata in cadetteria è quella che serve ai blucelesti, caduta in una spirale di risultati negativi che dura ormai da cinque partite e ha portato all'esonero del trio composto da Bonazzoli, Malgrati e Nenciarini; al primo allenatore era stata data la possibilità di rimanere con un incarico diverso, ma ha preferito declinare l’invito dopo un faccia a faccia avuto nel primo pomeriggio allo stadio. Alle 15 di lunedì è scattato il primo allenamento del nuovo corso al "Rigamonti-Ceppi".

Tutte le dichiarazioni

La presentazione di mister Alfredo Aglietti

“Prima di tutto voglio ringraziare la proprietà e la famiglia Di Nunno, ci siamo scelti dopo un brevissimo contatto telefonico”.

Mister, il clima della tifoseria è demoralizzato. Che ambiente ha trovato?
“Abbiamo tutto il momento per rimediare alla classifica, la squadra è viva. Ci sono dei momenti negativi che ti sembrano portino ad annegare. Prima dobbiamo levarci dall’ultimo posto, poi possiamo annusare la salvezza: il Lecco potrà salvarsi all’ultimo minuto dell’ultima giornata”.

Quanta voglia di rivalsa ha? A Brescia le hanno rubato un anno:
“Frase perfetta. A Reggio Calabria ho avuto un inciampo, si era incappati in una serie di risultati negativi, mentre lo scorso anno con Cellino non lo considero neanche, visto che ho avuto venti giorni da allenatore in carica, sette con i giocatori in vacanza e altrettanti con il Covid…”.

C’è stata la possibilità di trattenere Bonazzoli nello staff:
“Ha deciso lui, preferendo defilarsi. Gli va reso onore, in maniera molto onesta e da ragazzo per bene ha preferito farsi da parte evitare discussioni”.

Ha visto giocare il Lecco, tra pregi e difetti?
“Il campionato si divide in due tronconi, prima della sosta natalizia la squadra ha avuto grande voglia e non si è mai arresa, ottenendo grandi risultati e con sconfitte immeritate prima di un buon filotto. Dopo c’è stata forse della rilassatezza mentale, che ha portato a ottenere sconfitte che hanno tolto delle certezze”.

Qual è il credo tattico?
“Dipende da quando uno arriva. A gennaio la rosa è stata arricchita, valuteremo giorno per giorno al di là del mio concetto di calcio. Giocheremo con la difesa a quattro, questo si, poi vedremo come sviluppare il resto”.

Il mercato ha dato una rosa nuova, sarà agevolato nell’amalgama?
“Non ho lo storico di Malgrati o di Foschi, che erano qui prima di me e conoscevano i ragazzi andati via. Io devo, chiaramente, basarmi sulle qualità della rosa da ora in avanti: quei ragazzi sono stati ringraziati, chi c’è oggi deve confermare quanto fatto lo scorso anno. Gli onori di oggi sarebbero uguali a quelli di allora”.

Il percorso tattico è legato al 4-4-2:
“Sono passato anche per il 4-3-1-2 e altri sistemi. Al di là delle preferenze, oggi non si può andare in un posto e dire “faccio così, compratemi questi giocatori” perché non riesce nemmeno ai migliori allenatori della storia. La squadra la trovo già fatta, corretta e rinforzata a gennaio: non escludo niente, anche perchè il tempo a disposizione è poco”.

C’è qualche giocatore già allenato?
“No, siamo un foglio bianco gli uni per gli altri”.

C’è da ritrovare l’impermeabilità difensiva:
“C’è la fase di possesso e di non possesso, i giocatori si devono sacrificare e devono avere idee, organizzazione e qualità per mettere in difficoltà gli avversari”.

Ci sono giocatori di particolare esperienza:
“Mi aspetto un apporto da parte di tutto il gruppo, se tutti mettono qualcosa di più allora ci salviamo. Se Ionita fa una grande partita ma sotto non c’è qualcuno che fa altrettanto diventa inutile”.

C’è qualcosa che non è piaciuto subito?
“La classifica (ride, ndr). Scherzi a parte, non sarei qui se la situazione fosse migliore. Devo fare quaranta giorni di lavoro in poco tempo, dobbiamo ottimizzare e guardare il bicchiere mezzo pieno. Diamo messaggi di unione e compattezza, la Serie B è un patrimonio di Lecco e del Lecco, vale per tutti e dobbiamo essere bravi a trovare una compattezza che qua si può trovare per programmare con più tranquillità: l’estate è stata intensa, si è passati anche nella “serie nulla” e si fa in fretta a dimenticarsene”.

Dicono che sia un sergente di ferro:
“Mi dicono che ho un brutto carattere. Ma ho un carattere, ecco. Non penso sia vero, quando sono in campo do il 110% e pretendo altrettanto: quando non vedo questa cosa, io lo dico e magari qualcuno non se lo vuole sentir dire. Ai calciatori dirò delle cose nelle quattro mura, ma fuori li difenderò sempre: non sono un sergente di ferro, sono una persona con un carattere”.

Di cosa avete parlato con il vecchio staff?
“Meglio partire con la testa sgombra, chi era qui aveva un’idea e io potrei averne un’altra”.

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