rotate-mobile
Si parte / Maggianico / Viale Giacomo Brodolini

Da oggi il vaccino è obbligatorio: regole e rischio multa

Obbligo vaccinale per i lavoratori over 50: si parte martedì 15 febbraio

Martedì 15 febbraio scatta l'obbligo vaccinale. Come previsto dal percorso delineato dal governo, diventa effettivo l'obbligo per tutti gli over 50 di essersi sottoposti al vaccino anti covid. Lo prevede il decreto legge approvato il 5 gennaio scorso dal consiglio dei ministri numero 55. 

"Il testo - si legge nel provvedimento - introduce l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni. Per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà necessario il green pass rafforzato per l'accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo". 

Senza la certificazione che attesti l'avvenuta vaccinazione - o in alternativa la guarigione dal covid - donne e uomini con più di 50 anni d'età non potranno entrare negli uffici e risulteranno assenti ingiustificati. Chi non rispetta questa regola riceverà una multa da 100 euro una tantum, direttamente dall'agenzia delle entrate, mentre chi verrà sorpreso al lavoro senza il super green pass potrà essere punito con una sanzione da 600 a 1500 euro.

In base all'ultimo report di palazzo Lombardia, su dati Istat, al 13 febbraio gli over 50 che ancora non si erano vaccinati risultavano il 6%. Tra questi potrebbero comunque esserci persone che hanno contratto il virus e sono guarite negli ultimi sei mesi, potendo di conseguenza ricevere il super green pass, che ha una validità proprio di 6 mesi per i guariti, che dovranno poi comunque vaccinarsi. A rischiare sanzioni anche gli ultracinquantenni con green pass scaduto perché ancora non hanno fatto la terza dose e hanno ricevuto i primi due vaccini più di sei mesi fa. Sempre secondo la stima della regione, dovrebbero essere il 9% della popolazione. Da oggi dovranno tutti mettersi in regola. 

Vale anche per lo smart working

Le novità si applicano anche ai lavoratori in modalità agile, visto che lo smart working, spiega al Sole 24 Ore Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro all’università di Roma la Sapienza, "non può essere uno strumento per eludere gli obblighi legali. Il lavoro non si può utilizzare in frode alla legge - avverte il professor Maresca -. Se lo smart working è stato programmato prima del 15 febbraio, il controllo scatta al primo accesso al lavoro".

I settori più colpiti

In tutto sono mezzo milione i cinquantenni irriducibili che da oggi non possono più entrare nei posti di lavoro con il Green Pass semplice. Nelle fabbriche non ci sono numeri importanti, tali da creare problemi di organizzazione, assicura Confindustria. Nemmeno  nei bar e nei ristoranti, dove come spiega Fipe-Confcommercio c'è in media una forza lavoro molto giovane, su 100 dipendenti il numero degli over 50 è di circa il 18%. Nella Pubblica amministrazione a dicembre c’erano ancora 200mila dipendenti non vaccinati: meno del 10%, certo, e sicuramente un numero che da allora si è ridotto, per via della stretta sulle norme. L’obbligo vaccinale potrebbe coinvolgere anche un numero importante di lavoratori agricoli, rileva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: «In Italia, quasi il 35% della manodopera in agricoltura ha più di 50 anni. 

Quando finirà l'obbligo di Green Pass per molte attività

Il ministro leghista al Turismo Massimo Garavaglia chiede di modificare quanto prima le regole troppo stringenti che fanno soffrire il settore: "Mi piacerebbe una regola generale - dice a Repubblica -  sotto una certa soglia di occupazione dei posti letto in rianimazione si tolgono tutte le misure, sia per gli italiani che per chi arriva dall’estero. Il presidente del Consiglio ha sempre scelto sulla base dei numeri. Siccome adesso questi sono chiaramente in riduzione, è logico che verranno fatte scelte che vanno nella direzione delle riaperture".

I reparti Covid sono la cartina di tornasole. Il segnale che la pandemia sta davvero arretrando arriva dagli ospedali il termometro più attendibile per misurare gli effetti del virus. I reparti con i pazienti Covid si stanno infatti cominciando a svuotare a ritmo sempre più sostenuto: nelle ultime due settimane i malati ricoverati nelle rianimazioni e anche negli altri reparti di sono ridotti di quasi un terzo.

La decisione di mettere l'obbligo di vaccino per gli over 50, una misura, " è stata presa quando la curva era in salita esponenziale - continua il ministro - La matematica del liceo ci dice che se una curva cresce rapidamente, altrettanto rapidamente scende. Quindi da ora in avanti verranno prese decisioni che vanno nella direzione opposta". Green Pass e Super Green Pass quindi adesso possono essere tolti? "Dobbiamo fare come la Francia, che ad aprile toglie tutto. Mi auguro che lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, non sia rinnovato, visto che i numeri migliorano di settimana in settimana. Di conseguenza tutte le regole legate a quel provvedimento straordinario decadranno".

Addio parziale al Super Green Pass dal 31 marzo?

Cresce il pressing per mandare in pensione il Super Green Pass già da fine marzo. Ormai è obbligatorio non solo per andare a lavorare, ma anche per viaggiare in treno o in aereo, su bus e metro, per andare allo stadio, in palestra o in piscina, per ballare in discoteca, prendere una cabinovia, andare a un concerto oppure a vedere una mostra, sedersi al ristorante o al bar, anche all'aperto. Come scrive oggi la Stampa, non solo la Lega ma anche altri pezzi di maggioranza "cominciano a credere che del Super Green Pass se ne possa fare a meno, se non dai primi del prossimo mese, a partire dal 31 marzo, ossia allo scadere dello stato di emergenza che Draghi ha già detto ai suoi di non voler rinnovare".

Il ragionamento è il seguente: in Italia tra i 50 e i 65 anni senza certificato rafforzato sono rimasti in 800mila circa. Se tra questi il 40%, non lavora restano mezzo milione di irriducibili che sembrano ignorare il Super Green Pass, e non si vaccineranno. Quindi il suo pensionamento anticipato non è più da escludere, anche perché la mossa darebbe una boccata d'ossigeno al turismo, già dalla primavera, visto che molti stranieri il certificato non lo hanno mai avuto o non lo possiedono più perché nei loro Paesi è stato già abrogato. Potrebbe invece restare in vita quello "base", con tampone negativo, più a lungo. E' solo una delle ipotesi che circolano in queste ore, una delle tante.

Cosa accadrà ad aprile

L'addio al Green Pass sarà graduale, ma sono sempre di più coloro, anche tra gli esperti, che non ritengono peregrina l'idea di abbandonare la certificazione (almeno per molte attività all'aperto e anche per alcune al chiuso) già alla fine di marzo. A inizio aprile il Green Pass base (quindi quello ottenuto anche con un tampone rapido negativo nei centri autorizzati) dovrebbe essere subito abbandonato per shopping, banche e uffici postali. La prima restrizione che potrebbe saltare, da aprile, è di fatto l’ultima entrata in vigore: l’obbligo di pass base per accedere sostanzialmente in tutti i negozi tranne quelli di prima necessità, banche, uffici postali, finanziarie e tutti gli uffici pubblici è in vigore dall’1 febbraio. Ad aprile secondo varie indiscrezioni non ancora ufficiali il Green Pass base non sarà poi più necessario per i clienti di parrucchieri, barbieri, estetisti e tutti i centri di servizi alla persona. Probabile invece che il pass, super o base, resti fino all'estate nei trasporti quelli a lunga percorrenza.

Se la discesa continuerà spedita, non è affatto da escludere l’ipotesi che a fine marzo ci possa essere un allentamento vero del Green Pass, circostanziandone l'utilizzo a un ristretto elenco di luoghi al chiuso. E' importante continuare a chiedere al governo a quali condizioni cesserà l'obbligo di Green Pass per accedere a luoghi e servizi: non è infati ipotizzabile che uno strumento che prevede il controllo dell'identità di chi vi accede, resti indefinitamente. Non date e scadenze sul calendario, ma parametri. Questione di serietà e di programmazione, oltre che di diritto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Da oggi il vaccino è obbligatorio: regole e rischio multa

LeccoToday è in caricamento