Nella super collezione del dottor Cremonesi l'intera storia della bicicletta
Il 57enne, otorinolaringoiatra, conserva modelli di ogni epoca: dal primo velocipede del 1860 sino a esemplari degli anni Ottanta. "Passione trasmessa da mio nonno Attilio, vero produttore di bici"
L'intera storia della bicicletta in una sola collezione. Il dottor Stefano Cremonesi, otorinolaringoiatra e medico di medicina generale a Olginate, Garlate e Valgreghentino, ha ereditato dalla professione del nonno l'infinita passione per le due ruote, tanto da ricercare modelli di ogni epoca e fattezze fin dall'età di 14 anni. Oggi, 57enne, in uno spazio allestito ad hoc a Pescate ne conserva più di 350. Una collezione somigliante a un museo. E proprio un museo - burocrazia e istituzioni permettendo - costituirebbe il prossimo sogno da realizzare.
"La passione per la bicicletta nasce da quando ero bambino, perché mio nonno paterno, Attilio, aveva una ditta di bici a Milano dove costruiva telai e tutto il resto, attiva dal 1911 al 1962. Io sono nato nel '66, la ditta era già chiusa ma attraverso i suoi racconti mi sono appassionato alla meccanica e alla tecnica della bici. Intorno ai 14 anni trovai a Pavia una delle bici del nonno e da quella partii per vedere se ne individuavo altre che valesse la pena recuperare. Mentre cercavo le 'Cremonesi' originali ne trovai tante altre interessanti per il telaio, il cambio o per altri motivi. Così nacque la collezione odierna".
Dal 1860 agli anni Ottanta
In tutto sono più di 350 esemplari: dal velocipede del 1860, il primo modello con i pedali, fino a sfiorare gli anni '80 del Novecento. Ogni modello è diverso dall'altro, a rimarcare le differenze del telaio e del cambio negli anni. Non manca l'intera collezione dei modelli da corsa della Bianchi, così come esemplari utilizzati durante le guerre. "Sono tutte bici funzionanti e perfettamente pedalabili - spiega Cremonesi - Quelle che non lo erano le ho restaurate io". Presenti inoltre maglie originali di ciclisti (tra cui Gimondi e Pantani), perché la passione si è successivamente allargata all'aspetto sportivo (lo stesso Stefano è stato ciclista agonista fino ai 14 anni).
"Il nonno penserebbe che sono un po' matto"
Cosa direbbe oggi Attilio Cremonesi se potesse ammirare la collezione del nipote? "Sarebbe contento, forse penserebbe che sono un po' matto". I modelli sono tantissimi, c'è tutta la storia della bici. Lo spazio nel capannone allestito non manca, si potrebbe pensare persino a un museo. "Era il mio intento iniziale, anche se il museo è qualcosa di giuridicamente molto complesso da realizzare - prosgeue il dottor Cremonesi - Mi piacerebbe allestire una collezione privata aperta al pubblico; per questo avrei bisogno dell'aiuto di persone più competenti di me sotto l'aspetto burocratico".
Non solo velocipedi e biciclette, la passione per il collezionismo si manifesta anche sotto altre forme. "Colleziono auto e moto d'epoca, seppure in forma più ridotta rispetto alle bici - prosegue - Di recente ho avviato una collezione di conchiglie del Mediterraneo condivisa con mio figlio Jacopo, che si è molto appassionato, anche perché non le acquistiamo; le raccogliamo direttamente sul posto, per cui ho la possibilità di visitare le coste dei nostri mari insieme al mio bambino".
Chiunque avesse una bicicletta da consigliare a Stefano per arricchire la sua collezione, o volesse aiutarlo nell'ambizioso progetto di creare uno spazio visitabile dal pubblico, può contattarlo alla seguente mail: stefanobicicletta@gmail.com.