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Lecco, il Tar motiva la vittoria: “15 giugno, termine inapplicabile”

Pubblicate le motivazioni che hanno portato il presidente Francesco Arzillo ad accogliere il ricorso presentato alla Sezione Prima Ter

Il Lecco ha vinto in tribunale, ma perchè? Sono ventuno le pagine che scagionano il Lecco: “Inesigibile l’adempimento richiesto” alla società bluceleste. Intorno a questo concetto ruota tutto il verdetto emesso dalla Sezione Prima Ter del Tar del Lazio lo scorso 3 agosto. Come abbiamo spiegato da questi canali, il termine del 15 giugno non ha rappresentato nulla di dirimente per la società in mano alla famiglia Di Nunno; smontata, quindi, la principale tesi accusatoria del Perugia che pure aveva permesso di vincere di fronte al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni.

Nella mattinata di lunedì 7 agosto il Tribunale Amministrativo ha pubblicato, in anticipo rispetto ai tempi previsti, le motivazioni che hanno portato a questo tipo di decisione. La Commissione infrastrutture della Figc, il 6 agosto, ha ritenuto che “l’aver omesso il deposito della documentazione richiesta sarebbe stato “imputabile ad eventi sostanzialmente estranei alla sfera soggettiva del club”, presentando di conseguenza i tratti della giustificabilità. In particolare, la predetta Commissione ha espresso “parere favorevole all’accoglimento del ricorso da parte di codesto Consiglio Federale nel presupposto che il rispetto del termine del 20 giugno 2023 rappresentava un comportamento sostanzialmente inesigibile da parte della Società, in quanto la redazione dei documenti ufficiali, di competenza delle autorità locali, sarebbe comunque dovuta avvenire soltanto a promozione avvenuta, quindi a partire dal giorno precedente al menzionato termine …””. Un primo cambio di lettura che ha spalancato le porte della Serie B conquistata una ventina di giorni prima sul campo, così come deliberato il 7 luglio dal Consiglio federale e ribadito dai legali Domenico Zinnari, Salvatora De Lorenzis e Antonio Caiffa di fronte al giudice Francesco Arzillo. Un cambio di lettura sposato anche al Tar del Lazio.

Decisivo lo spostamento dei play off

In estrema sintesi, il primo termine del 15 giugno non era oggettivamente rispettabile dal Lecco, mentre quello perentorio del 20 giugno è stato “bucato” a causa della finale di ritorno con il Foggia fissata per il 18 giugno. Fosse stata concessa – come logica avrebbe voluto – una proroga di 9 giorni, il problema non si sarebbe nemmeno posto: il 23 giugno, sei giorni dopo aver comunque richiesto più tempo senza ricevere risposta, la società bluceleste ha fatto pervenire tutti i documenti mancanti a Lega di Serie B e Figc. Il passaggio è ben presente nel documento firmato dal presidente ed estensore: “Ad avviso del Collegio risulta evidente, alla stregua di una interpretazione non formalistica e di buona fede – ossia ragionevole – che i termini del 15 e del 20 giugno 2023 siano stati fissati dalla FIGC sul presupposto della conclusione dei play off in data 11 giugno 2023. A questo punto bisogna chiedersi se e quale rilevanza abbia avuto il venir meno di questo elemento presupposto, con lo spostamento al 18 giugno 2023 dell’ultima partita dei play off. Ad avviso del Collegio la risposta è una sola: detto evento rende semplicemente inapplicabile il termine del 15 giugno 2023 – che è quello “primario”, come tale munito di apposita sanzione pecuniaria – alla società che abbia concluso vittoriosamente i play off successivamente allo spirare del medesimo; di conseguenza viene travolto anche il termine per integrazioni del 20 giugno, con ciò configurandosi nei confronti del Lecco la corrispondente inesigibilità”.

Sempre ad avviso del Collegio, “la ricostruzione ermeneutica è la sola idonea a salvaguardare anche il canone della par condicio al quale è ispirata tutta la normativa federale sui termini perentori, consentendo al Lecco di godere in concreto (e non in astratto) di un termine non inferiore a quello di cui hanno usufruito le altre società. E nel caso di specie la società ha ultimato gli adempimenti necessari il 23 giugno, quindi dopo solo cinque giorni dalla conclusione dei play off, dimostrando la disponibilità fattuale e giuridica dello stadio di Padova per l’avvio del campionato nel rispetto del menzionato termine di nove giorni”.

Motivazioni che appaiono come decisamente "blindate": domani la stessa Lega si riunirà a Milano e definirà il palinsesto delle prime nove giornate, a lei il compito di dire se queste lunghe pagine basteranno per mandare già in campo il Lecco - difficile - o sarà comunque necessario aspettare il Consiglio di Stato del 29 agosto.

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