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I tifosi del Lecco al sindaco di Como: “Messi in ginocchio”

Lettera aperta de "I Bravi", come si è ribattezzato un nutrito gruppo di supporter che ha scritto al primo cittadino Alessandro Rapinese

Spett. Sindaco di Como Rapinese,
Complimenti! Novanta due minuti di applausi (dal “Film” Secondo tragico Fantozzi).
Tutto molto tragicomico quello a cui abbiamo dovuto assistere in queste settimane prima del comico finale, di giovedì 23 novembre, della rappresentazione teatrale intitolata: “Como-Lecco, quando il capoluogo di provincia teme il piccolo paese lacustre”.
Erano queste le tanto decantate parole da lei dichiarate in fase di presentazione dei calendari di Serie B. Ottima la location in quell’occasione, ma l’abito non fa il monaco e giunti al momento della verità ecco che tutto quel circo mediatico organizzato crolla di fronte a dover organizzare l’evento con una tempistica pregressa di 60 giorni.
Ebbene, signor sindaco, dov’è questa grandezza del capoluogo di provincia e dei suoi amministratori di ogni genere e istituzione se in due mesi non siete riusciti a organizzare un servizio d’ordine adeguato, per di più con una partecipazione che sarebbe già stata dimezzata rispetto alla richiesta effettiva? Riducendo a 500 biglietti un settore fatiscente, obsoleto.

Non certo una bella pubblicità, signor sindaco, per la sua Città e le istituzioni che le rappresenta, trovare come unica soluzione di una possibile e probabile criticità adottare in modo consenziente uno strumento ambiguo e repressivo, com’è la fidelity card, per poter far assistere a una partita che già lei in agosto ha ben pensato di accendere e mettere alle luci della ribalta nazionale.

Non è certo ben consono nella sua figura istituzionale che dei liberi cittadini non si possano recare ad assistere a uno spettacolo nella sua città, previa l’ennesima schedatura dopo il biglietto nominale.
Inoltre, non è certo una saggia decisione far giungere nella sua città un numero indefinito di persone che alla spicciolata girovagano per città, che ne pensa?

Legittimamente ci permettiamo di pensare che questa illogica e scellerata presa di posizione da parte delle vostre istituzioni sia dovuta al fatto di non essere stati adeguati e preparati all’organizzazione di tale evento o, addirittura, disinteressati nella gestione del medesimo, consapevoli che esisteva la scorciatoia più facile.

D’altronde quale soluzione migliore, di fronte a un eventuale problema, del non affrontarlo proprio?
Forse nella sua città si può entrare solo se privilegiati?
Signor sindaco, con entusiasmo ancora una volta il piccolo paese lacustre vi ha messo in ginocchio, come la storia da secoli ben ricorda e ne tramanda la verità (dai Comuni, al Manzoni fino alla storia dell’alpinismo e dell’industria).
Come briciole vi lasciamo, gentilmente, quei pochi bachi da seta, oramai di proprietà straniera pure loro, e cogliamo l’occasione di invitarla nelle prossime occasioni di essere prudente nelle dichiarazioni, in quanto alla prova dei fatti il “piccolo paese lacustre” e i suoi cittadini vi hanno messo in difficoltà senza dover nemmeno “muover foglia”, mostrando all’Italia intera l’inadeguatezza delle istituzioni comasche in ogni ordine e grado.

Cordiali saluti,
I Bravi

ORGOGLIOSI DI ESSERE LECCHESI

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